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Omicidio stradale, l’abbraccio fra le due madri. Poi le lacrime

In aula di Tribunale il primo incontro tra l’imputato di omicidio stradale e i genitori della vittima: "Darei la vita per tornare indietro..."
L’abbraccio fra le mamme di vittima e investitore (foto Gazzetta di Lucca)

Viareggio, 22 febbraio 2020 - Due famiglie irrimediabilmente distanti, due mamme attraversate da sofferenze diverse, inconciliabili, comunque atroci. Mamma Fiorella ha perso suo figlio Andrea due anni fa, travolto e ucciso da un’auto pirata mentre camminava verso la macchina dopo una festa di Carnevale. Aveva solo ventuno anni Andrea Lucchesi. Al volante, quella notte del 4 febbraio 2018 su quello stradone della Darsena, c’era Antony Caturano.

Il figlio di Anna, a giudizio ora con l’accusa di omicidio stradale. Fiorella e Anna ieri mattina si sono ritrovate nella stessa aula del Tribunale di Lucca, nel cuore quel dolore che spezza il fiato ma che non può comunicare. Essere madri però, condividere quell’amore estremo e senza filtri, le ha unite. Sotto il loggiato, tra le lacrime, Fiorella, che era accompagnata dal suo avvocato Cristiana Francesconi, ha accettato di parlare con i genitori di Caturano. Si è lasciata abbracciare da Anna, la mamma di quel ragazzo che, appena due anni fa, le aveva portato via il suo.

E quel varco ha permesso ad Antony di prendere coraggio e affrontare gli occhi di chi ha perso un figlio, di chi vive con il vuoto nel cuore, di chi cerca il suo profumo tra i vestiti, il suo profilo in un ricordo, la sua voce in un video... Così Fiorella ha accettato di ascoltare quel ragazzo.

«Antony – racconta l’avvocato Roberto Cappa, che insieme a Fabrizio Miracolo difende l’imputato – è riuscito a dire ai genitori di Andrea quello che gli avrebbe voluto dire da sempre. Che darebbe la vita per poter tornare indietro, che vorrebbe esserci stato lui a piedi su quella strada, al posto di Andrea" Ma non si può tornare indietro... "E’ stato un momento raro – confessa il legale – di immensa umanità, che ha colpito profondamente anche noi". Un momento che però non può cancellare niente.

Poche parole e un abbraccio da parte dei suoi genitori a quelli di Andrea. "Gli ho detto - dice Fiorella Checchi, madre della vittima - che ha fatto una grande cavolata e che spero che paghi. Solo per rispetto ad Andrea che non c’è più e non potrà mai più tornare indietro e parlare con noi. Il fatto che ci abbia parlato non cambia nulla ma è stato comunque un gesto apprezzato. Avrei preferito essere io dalla loro parte con il figliolo vivo, ma accusato di omicidio. Almeno lui è vivo, mentre il mio è, ormai, morto e nessuno lo riporterà da noi. Dopo due anni, inoltre, le scuse lasciano il tempo che trovano, avrebbero dovuto venire subito dopo l’incidente. Io, almeno, se fosse stato mio figlio dall’altra parte, lo avrei fatto. La mamma mi ha detto che non lo ha fatto perché le sembrava di disturbare, ma non avrebbe disturbato affatto".

"Mi auguro – commenta ancora Fiorella, madre di Andrea che con lui gestiva la pompa di benzina di famiglia – che sia fatta giustizia e che questa persona comunque riesca ad andare in carcere. In fondo, rispetto a una vita, cosa sono pochi anni di carcere?".


Martina Del Chicca
da lanazione.it
 


 

“Poche parole e un abbraccio da parte dei suoi genitori a quelli di Andrea. "Gli ho detto - dice Fiorella Checchi, madre della vittima - che ha fatto una grande cavolata e che spero che paghi. Solo per rispetto ad Andrea che non c’è più e non potrà mai più tornare indietro e parlare con noi. Il fatto che ci abbia parlato non cambia nulla ma è stato comunque un gesto apprezzato. Avrei preferito essere io dalla loro parte con il figliolo vivo, ma accusato di omicidio. Almeno lui è vivo, mentre il mio è, ormai, morto e nessuno lo riporterà da noi. Dopo due anni, inoltre, le scuse lasciano il tempo che trovano, avrebbero dovuto venire subito dopo l’incidente”. (ASAPS)

Lunedì, 24 Febbraio 2020
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