Etilometro “troppo umido”, assolto
In primo grado, nel 2016, il Tribunale di Rovigo lo aveva assolto dall'ipotesi di reato contestata, guida in stato di ebbrezza, in orario notturno, accogliendo la tesi portata avanti dall'avvocato Nicola Rigobello, del foro di Rovigo, che, in discussione, aveva avanzato pesanti dubbi sulla attendibilità dell’etilometro, che, secondo le contestazioni, aveva comunque rilevato un tasso certamente non esorbitante, compreso tra 1,15 e 1,17 grammi di alcol per litro di sangue, a fronte di una soglia di legge di 0,5 grammi.
Secondo le argomentazioni della difesa, quando, nel 2013, a Canda, avvenne il controllo, il tasso di umidità sarebbe stato altissimo, tra il 95 e il 100%, in grado di invalidare la lettura del dispositivo. Una problematica che è stata riconosciuta in varie sedi. Non sono, infatti, poche le assoluzioni ottenute, in vari tribunali, proprio per questo motivo. Il difensore aveva poi aggiunto, a sostegno della tesi di un malfunzionamento del dispositivo, che, al momento del controllo, il suo assistito non manifestava alcun segno di ebbrezza.
Il 60enne, di conseguenza, aveva ottenuto l’assoluzione. In secondo grado, però, la Corte di Appello di Venezia aveva preso una decisione differente, riconoscendo la penale responsabilità dell’imputato. Secondo le valutazioni dei giudici, infatti, non vi sarebbero stati elementi certi indicativi di un tasso di umidità tanto alto che, tra l’altro, avrebbe dovuto essere mitigato comunque, quanto a effetti, dal fatto che la misurazione avvenne all’interno dell’abitacolo dell’auto. Contro la sentenza di appello aveva, a questo punto, presentato ricorso il difensore, ribadendo le proprie ragioni. Nei giorni scorsi, la Corte di Cassazione ha deciso di annullare senza rinvio la sentenza della Corte di Appello, dal momento che debbono essere considerati ormai decorsi i termini di prescrizione. Reato estinto, quindi, e nessuna conseguenza per il sessantenne.
Tranquilli a Rovigo l’alta umidità dell’aria aiuta anche a diluire i fumi dell’alcol. Continua la messa in discussione dell’etilometro. (ASAPS)
Se adottassimo lo stesso rigore e la stessa pignoleria usati per difendere chi guida in stato di ebbrezza, potremmo contestare che magari l’igrometro usato per la determinazione dell’umidità non era omologato, o che i valori sono stati alterati dallo smog. O ancora; a che distanza era dal luogo? La temperatura era la stessa? Il personale che ha effettuato la misurazione ha seguito una procedura corretta? L’avvocato era presente? (Nota di Roberto Argenta AICAT)