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Articoli 18/03/2020

Niente, noi volevamo solo dirvelo…


(ASAPS) – Niente, volevamo dirvi una cosa: “VE L’AVEVAMO DETTO”. C’è il video di un medico di pronto soccorso, diventato eufemisticamente “virale”, che mostra una delle mascherine divenute invece tristemente famose. Più che una mascherina, più di un presidio chirurgico, sembra il ricambio di una di quelle pezze di tessuto-non tessuto da mettere negli spazzoloni per pulire casa. Il medico, indignato, si rivolge a chi ha avuto l’idea di rifornire l’ospedale dove il “nostro” lavora. Insieme ai suoi colleghi, insieme agli infermieri, agli autisti, agli ausiliari, è al fronte di una guerra che non fa sconti proprio a nessuno. Molti si infettano a loro volta, mentre curano gli infermi, condannati anche a morte, per l’incapacità di svariate generazioni politiche di pensare al futuro del Paese a vantaggio delle sempre imminenti elezioni e per il loro incredibile spirito di abnegazione. Ora sì che la Peste di manzoniana memoria farà capolino dalla storia; ora sì, mentre al “sicuro” delle nostre rispettive quarantene c’improvvisiamo tutti Boccaccio a mettere in scena filmatini da postare sui social, il Decameròn può tornare d’attualità. Ci riscopriamo tutti patriottici, tutti uniti sotto la bandiera, ma ce ne andiamo in giro coi cani finti, perfino con maiali al guinzaglio, pur di esercitare il nostro diritto alla libera circolazione. Perché si ammalano gli altri, mica noi. Speriamo che quando quest’incubo sarà finito, ci ricorderemo che il Servizio Sanitario, che molti pensavano di avere, è stato svenduto, anzi smantellato, in nome della spending-review. Che tutti quei dottori e quegli infermieri picchiati per non essere subito assistiti per un’emicrania, per una colica o per una sbucciatura, erano lì prima e sono lì adesso, ora. A fronteggiare un nemico che solo un microscopio elettronico può inquadrare. Che non si svela, che si fa respirare, che passa nelle trame di quelle ridicole mascherine divenute, anche quelle (!), ad un tratto introvabili: figuriamoci quelle vere, col filtro e gli occhiali. Come i Vigili del Fuoco, che invecchiano senza cambio e con stipendi DA FAME in caserme spesso scalcinate e sporche, in malora come le palazzine di questure e dei reparti dei nostri servizi di sicurezza. Da dove escono le pattuglie che in questo surreale inverno, ormai agli sgoccioli, portano in giro donne e uomini in divisa e in borghese, con divise lise, cinturoni di mille fogge diverse, con fondine che si rompono, con uniformi spesso autocostruite con quello che si trova sul mercato. E che, come il nostro medico che denuncia pubblicamente lo scandalo delle mascherine di carta, stanno là fuori a rischiare a loro volta il contagio, mentre noi ci annoiamo in casa, a scorpacciare il cervello con le serie in tv. E non osino i politici, di maggioranza o di opposizione, a dare ciascuno la colpa all’altro. A dire “io avevo” o “io volevo”. Come stanno le cose, ora, lo sappiamo tutti. Anche se ogni tanto ci sbucciamo le mani applaudendo il nuovo politico di turno.
Niente, noi volevamo solo dirvelo, come facciamo da quasi trent’anni. INASCOLTATI. (ASAPS)
 



E ora in un momento veramente molto  difficile lasciateci sfogare dal portale e dalla pagina FB dell’ASAPS. Anche noi vogliamo dire la nostra. Anche se la nostra è dura come si deve! Non potevamo più tacere. Tutti però continueranno a fare il loro dovere. Anche di più! Come sempre. Poi ci dovranno spiegare. (ASAPS)


Mercoledì, 18 Marzo 2020
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