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Salvataggi 27/01/2006

"COME ANGELO VALGO POCO" LA STRUGGENTE LETTERA DI UN AGENTE DELLA STRADALE DI ISEO (BS) A UNA BIMBA SOCCORSA DOPO UN INCIDENTE

Pubblicata su Il Giorno di Milano il 25 gennaio 2006


Cara Maria,

io sono uno di quei ragazzi che di solito chiamano "angeli della strada", ma oggi io di angelo non avevo proprio niente. Questa mattina dovevi andare dai tuoi nonni, e come al solito la tua mamma aveva vestito di tutto punto sia te che il tuo fratellino Andrea. Poi siete arrivati a quell’incrocio maledetto, e lì, il tuo angelo custode per un attimo ha guardato da un’altra parte. Io e Massimo siamo passati di lì per caso, pochi istanti dopo il tuo incidente, e senza pensarci un attimo abbiamo cercato di aiutarvi. La tua mamma stava molto male, e il mio amico Massimo piano piano è riuscito a farle aprire gli occhi. Io invece ero lì con te, che ancora seduta sul tuo seggiolino, cercavi di resistere. Forte come un esercito di mille uomini, sei rimasta attaccata alla vita con tutta te stessa, ed io impotente ti guardavo e stringevo i denti per te. Faceva freddo questa mattina, ed io cercavo di scaldarti con le mie mani, ti accarezzavo il viso e ti parlavo. Non so se mi sentivi, non so se avevi voglia di ascoltarmi o se volevi soltanto tornare indietro nel tempo, a quando eri ancora nel tuo lettino, e magari fare un po’ i capricci, così da far perdere tempo alla tua mamma, solo qualche minuto, tanto da arrivare a quell’incrocio infernale un attimo dopo. Invece tutto è andato storto, la macchina che sbatte e tu che non reagisci più. Ce l’ho messa tutta per aiutarti, ti tenevo stretta a me e ti sussurravo che dovevi farcela, ma evidentemente come angelo valgo poco. Quando sono arrivati i soccorsi ho iniziato a pregare per te, la mia missione era finita, ora eri nelle mani di chi sapeva prendersi cura di te, ma le facce dei medici davano poche speranze. E nascosto nella mia divisa, sono diventato piccolo piccolo ed ho pianto.

Da quel momento non ti ho più vista, ogni mia azione, ogni mio passo, e la mia mente volava a te. Poi una telefonata, e anche io sono tornato a vivere, Maria si sta riprendendo, mi hanno detto, vuole stare ancora tra di noi. Sono venuto a trovarti in ospedale, ma non sono riuscito a vederti, mi hanno detto che hai ricominciato a lottare, non stai guardando in faccia a nessuno, stai correndo per la tua strada per vincere la tua guerra. Ora tocca a te cara Maria, torna a sorridere al più presto.

Ho promesso al tuo fratellino un giro sulla macchina della Polizia, io ti aspetto che poi ci andiamo insieme.

Enrico


***

 

Gentile Direttore, Maria è poi morta mercoledì 26 gennaio alle ore 13.30, ed i suoi genitori hanno deciso di donare gli organi ad altri bambini, quindi capirà che riscrivere questa lettera mi emoziona non poco. So che desiderava pubblicarla, spero che serva a far riflettere chi parla di limiti assurdi o cose del genere. Da oggi oltre allo scudetto della Stradale, nel cuore avrò tatuato il nome della piccola Maria.

Con rispetto ed affetto

Enrico Zambello


 

da “Il Giorno” del 25 gennaio 2005

 

Brescia – L’incidente a Maria, bimba di 1 anno e mezzo, è avvenuto lunedì mattina alle 7 e 10. Si trovava con la mamma, Deborah Clerici, 35 anni e con il fratellino Andrea a bordo di un’utilitaria lungo la provinciale 19, quando un camion che svoltava a sinistra dalla 510 in direzione Ospitaletto li ha investiti. La mamma è stata rianimata da uno dei due poliziotti della Stradale giunti sul luogo della disgrazia. Di Maria, che non aveva nessun segno vitale, si è occupato il poliziotto Enrico, di Iseo, padre di una bimba di 4 mesi . Oltre a praticarle le manovre di emergenza l’ha accarezzata e tenuta coperta col giubbotto della divisa fino all’arrivo dei soccorsi. Una volta caricata la piccola sull’autoambulanza Enrico si è occupato anche del fratello Andrea a cui ha promesso un giro sull’auto della polizia.

 

Venerdì, 27 Gennaio 2006
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