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Notizie brevi 08/04/2020

Investite e uccise a Corso Francia, la verità del perito su Gaia e Camilla: "Concorso di colpa

Secondo l'esperto incaricato dal Tribunale le ragazze investite nella notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso da un suv guidato da Pietro Genovese non erano sulle strisce. Ma l’auto andava troppo veloce

Gaia e Camilla non erano sulle strisce e sono sbucate dal buio. Era difficile vederle, soprattutto per un’auto che correva. È stata depositata in procura la consulenza del perito del pubblico ministero sull’incidente in cui, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso hanno perso la vita, a Roma, le sedicenni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. A travolgerle, su corso Francia, grande arteria a nord della città, Pietro Genovese, ventenne figlio del regista Paolo.

La relazione arrivata ai pm conferma la velocità, ma parla anche di concorso di colpa. Ovviamente bisognerà chiarire in quale percentuale, anche sulla base dei calcoli e della perizia sul mezzo. Perché, questa la tesi dei pm, l’incidente avrebbe comunque potuto essere evitato se la macchina fosse andata piano e se Genovese non avesse bevuto. Ma la consulenza potrebbe alleggerire la posizione a processo (e quindi la futura pena) del ragazzo che, dal 26 dicembre, è ai domiciliari con l’accusa di duplice omicidio stradale: il tasso di alcol nel suo sangue era superiore ai limiti (lo era anche quello di stupefacenti ma non gli è stato contestato perché non si può dire con certezza se li avesse assunti quella notte).

Per studiare bene cosa è accaduto quella tragica notte a pochi giorni dal Natale, il perito nominato dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e dal sostituto Roberto Felici, aveva anche chiesto l’autorizzazione ad alcune prove sul posto. L’undici febbraio scorso, i vigili hanno chiuso corso Francia, di notte, per lasciare ai periti (erano presenti anche quelli delle parti, ossia le famiglie delle vittime e dell’indagato) la possibilità di fare tutte le verifiche in loco, cercando di ricreare la stessa scena.

Tante le attrezzature usate tra cui anche un dispositivo per ricostruire la scena in 3D e per fare chiarezza sulle divergenti testimonianze raccolte dai vigili del II gruppo quella notte e durante le indagini. C’era infatti chi sosteneva che le adolescenti avessero attraversato sulle strisce e chi, invece, diceva che avevano scavalcato il guardrail in un tratto buio e dove non era previsto l’attraversamento pedonale.

E ora, dopo meno di due mesi, la relazione è arrivata a piazzale Clodio. Gli elementi da analizzare sono molti. Certo, c’è il dato del concorso di colpa. Ma in un processo in cui l’ingegneria e i calcoli matematici la faranno da padroni, un peso avrà anche il rispetto dei limiti di velocità: la consulenza dice che sono stati superati. Genovese, anche durante il suo interrogatorio di garanzia, al giudice ha raccontato di aver colpito le ragazze poco dopo essere ripartito da un semaforo rosso. E che, quindi, la sua velocità non era sostenuta. Ma per l’esperto il Suv andava veloce. Tanto che la procura, che con questa perizia considera chiuse ormai le indagini, nei prossimi giorni chiederà il giudizio immediato per Genovese.

di MARIA ELENA VINCENZI
da repubblica.it


Sì le due ragazze  non erano sulle strisce e l’auto andava troppo veloce. Poi bisognerà ragionare anche sullo stato di ebbrezza del conducente però. (ASAPS)

Mercoledì, 08 Aprile 2020
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