Un anniversario è sempre un
anniversario e con il mese di luglio la legge sulla cosiddetta patente a
punti ha compiuto un anno, il primo anno di vita. Quale miglior momento,
dunque, per tracciare il bilancio della legge che ha più incuriosito gli
italiani e che forse è risultata tanto rispettata quanto in larga parte
gradita. Se non altro per cercare di limitare la tendenza infortunistica
nazionale, che ci vede tuttora ai primi posti nell’Unione Europea in fatto
di sinistri stradali e delle conseguenti vittime mortali e feriti.
Certamente il risultato ad un anno di distanza dall’entrata in vigore della
legge poteva essere migliore, ma considerando la piega che l’andamento degli
incidenti ha preso nell’ultimo decennio occorre essere ottimisti e salutare
benevolmente questo risultato.
Nel concreto, analizzando i dati raccolti a livello nazionale dalla Polizia
Stradale e dai Carabinieri, si è constatato come a fine luglio del 2003
(cioè dopo soli 30 giorni di applicazione della nuova legge) gli incidenti
stradali siano calati del 29%, di oltre il 26% il numero dei morti e
addirittura del 35% quello dei feriti. Trascorsi sei mesi, invece, le
percentuali sono diventate -18% per i sinistri stradali, -18% le vittime
mortali e -22% il numero dei feriti.
Cosa è successo un anno dopo? A fine giugno del 2004 i numeri sono questi:
-14% gli incidenti stradali (cioè 27.485 in meno rispetto all’analogo
periodo dell’anno precedente), -18,75% il numero dei morti (857 in meno) e
-17,92% quello dei feriti (pari a 24.505 in meno). Il calo minore,
stranamente, è stato rilevato per i sinistri con soli danni a cose, cioè
dove non si sono fortunatamente registrate vittime mortali e feriti, che ha
permesso di ottenere un seppur interessante -12,34%.
Tutto sommato, è il caso di dirlo, si tratta di cifre confortanti anche se è
alquanto evidente come l’effetto deterrente sia progressivamente calato, pur
mantenendosi su livelli che potremmo definire “accettabili”.
Interessante è anche vedere cosa è successo in autostrada: secondo i dati
forniti dal ministero dell’Interno e di recente rielaborati dal periodico
“Il Centauro”, i sinistri stradali sono calati in un anno del 9% (4.032 in
meno), il numero dei morti è stato invece abbattuto del 21% (144 in meno
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e sono diminuiti anche i
feriti del 14,58% (vale a dire 3.444 in meno). Il risultato, sebbene più
contenuto di quello generale, appare comunque soddisfacente, soprattutto
considerando il fatto che l’esodo estivo è già in atto da alcune settimane.
Dunque, il giudizio su questa legge da qualcuno definita come troppo severa,
è da considerare positivo e rappresenta una buona base sulla quale non
soffermarsi ma insistere senza indugio. Per continuare su questo trend,
infatti, si debbono potenziare i servizi di controllo sulla strada
attraverso il sempre maggiore impiego della tecnologia e con moduli
operativi specialistici, in particolare nelle ore notturne e nei fine
settimana. Più accentuata, inoltre, dovrebbe essere l’attenzione sui
conducenti che fanno eccessivo uso di alcol o abusano di sostanze
stupefacenti. A quest’ultimo proposito le percentuali sono fortemente
sottostimate, mentre per quanto riguarda le conseguenze provocate dal
consumo di alcolici, pare che la percentuale di persone che ne ha fatto uso
negli incidenti di fine settimana sia prossima al 50 per cento. Un dato
allarmante che purtroppo rasenta le statistiche della nostra stessa
provincia.
Anche i servizi mirati alla salvaguardia degli utenti deboli della strada,
pedoni e anziani in particolar modo, dovrebbero diventare una costante del
nostro Paese, dove sulle strade si registra una percentuale ancora troppo
alta negli investimenti di pedoni e ciclisti ed una scarsa attenzione a
creare infrastrutture di protezione per costoro all’interno dei centri
abitati.
Fortunatamente, in questo senso, le città emiliane rappresentano una valida
eccezione e proprio nella nostra provincia si è assistito ad una sensibile
diminuzione di questa tipologia di sinistri negli ultimi anni. Merito della
realizzazione di infrastrutture quali le rotatorie stradali e in special
modo degli attraversamenti pedonali protetti e delle piste ciclabili, ancora
pochi rispetto alle esigenze di movimentazione dell’utenza stradale.
Non a caso, pur non esistendo al momento dati definivi sui recenti incidenti
stradali avvenuti nel reggiano, la tendenza ricalca quanto sta avvenendo a
livello nazionale, vale a dire una diminuzione dei sinistri che si allenta
però mese dopo mese. Un motivo in più, dicono gli esperti, per rilanciare il
tema della sicurezza stradale sia a livello locale che nazionale. (Roberto
Rocchi, Ispettore Capo della Polizia Stradale e componente Consulta
Nazionale Sicurezza Stradale) |