Mestre, inferno sulla A27: nuova pagina nera sull’asfalto insanguinato delle autostrade venete. |
(ASAPS) MOGLIANO VENETO (TREVISO) - Un lungo solco sull’asfalto: una profonda incisione lunga oltre 100 metri è tutto ciò che rimane di un incidente terribile, l’ennesimo di questo luglio di sangue. Un mese che doveva portare l’Italia in vacanza ma che invece sembra riportare il Belpaese ai giorni terribili di sempre, sull’asfalto. In un attimo, sulla A27, si sono spente ieri 5 vite, falciate in un attimo come la rasoiata di una ghigliottina che aveva la forma di un autotreno lanciato contro un gruppo di auto ferme in coda, sembra per il traffico intenso, a 800 metri dallo svincolo per la A4. Qualcuno parla di velocità folle, ma sembra già accertato che il veicolo pesante su cui si indirizzano i sospetti degli inquirenti — in ordine alla responsabilità della strage — procedesse ad 80 km/h. Più probabile dunque l’ipotesi del malore o della distrazione, ma gli effetti della velocità sono stati devastanti. Le vittime sono una coppia di cinquantenni belgi, la loro figlia ventitreenne e un’altra coppia di giovani trevigiani, entrambi di 27 anni. La giovane italiana era Elisa Gobbo, una poetessa di successo che aveva pubblicato da poco il suo ultimo lavoro. Vista la gravità dell’impatto è probabile che nessuna delle 5 vittime sia deceduta per il terribile rogo che ha praticamente incenerito qualsiasi cosa nel raggio di una ventina di metri dal punto del sinistro. In ogni caso — vista l’incredibile sequenza di incidenti che hanno caratterizzato l’autostrada in questo tratto — sembra proprio che il black point della viabilità veneta abbia riscosso in un colpo un numero di vite così alto da far divenire questo evento una delle pagine nere della nostra storia viaria. Qui infatti la coda si allunga e si accorcia continuamente, a seconda delle ore, ma il traffico è comunque sempre rallentato: tra le ipotesi al vaglio della Polizia Stradale — anche in relazione alle testimonianze raccolte - c’è anche quella relativa ad una una colonna di mezzi stava procedendo lentamente sulla prima corsia; alla fine della coda c’erano senz’altro un camion francese, seguito da un camioncino ungherese, un’autobianchi Y10, con a bordo i due giovani trevigiani, un Tir Scania, guidato da un 64enne di Taurianova (RC) ed una monovolume con a bordo la famiglia belga. Su questi veicoli sarebbe piombato un Tir guidato da un 64enne di Pisa, ad una velocità tale da fare pensare che non si fosse accorto della colonna ferma. Un’ipotesi considerata però inattendibile e che lascia il posto ad altre interpretazioni, tra cui il malore o una fatale distrazione. Fatto sta che il bisonte della strada ha falciato via i veicoli incolonnati come fossero birilli, spingendo il camion calabrese contro le auto, divenute una trappola mortale. Dopo il primo fortissimo urto, che probabilmente ha ucciso sul colpo tutte le vittime, ciò che restava dei veicoli è stato inghiottito dalle fiamme, lasciando alla fine un mucchio di rottami di un metro appena. L’autista del camion tamponato è uscito dall’abitacolo ed è stato avviluppato dalle fiamme. Prontamente soccorso da altri utenti, se la caverà, come l’autista di Pisa alla guida del camion killer. È ricoverato in prognosi riservata. Non sono mancati commenti e critiche da più parti contro la tangenziale, la velocità ed i Tir. Il Centauro tornerà sull’argomento cercando di analizzare, come di consueto, l’evento. (ASAPS). |