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Articoli 22/10/2003

Il concetto del "bello"

Il concetto del "bello"
Pubblichiamo un articolo in esclusiva del famoso
designer Giorgetto Giugiaro socio sostenitore dell’Asaps

 

di Giorgetto Giugiaro *

Il mio sogno giovanile è stato quello di dedicare alla pittura tutte le miei energie, a emulazione di mio padre e di mio nonno, artisti che ho sempre ammirato.
I casi della vita mi hanno portato ad abbandonare ben presto i progetti artistici, ma mi hanno consentito di esercitare un mestiere affascinante, stimolante come quello del designer, del creatore di forme non pure, artistiche, ma applicate al processo riproduttivo. A questo riguardo spesso mi chiedo e mi si chiede "quando una forma è bella?", "perché è bella?", "cos’è il bello?", "che cosa lo discrimina dal brutto o, almeno, dal banale, dal poco significante?".
Sono argomenti difficili che riconducono ai valori assoluti e universali, a quelle meditazioni di natura filosofica e metafisica che ricorrono lungo tutta la storia del pensiero.
Mi permetto di chiamare in causa le mie letture giovanili - che ancora ho il piacere di riprendere - sulla filosofia antica del vecchio Continente, sui padri del pensiero greco e sulla teoria delle Idee, dei Valori e della Bellezza espressa da Platone. Ebbene, io ritengo che dopo quasi 25 secoli il suo approccio alle tematiche estetiche sia ancora valido, attuale, fresco, inattaccabile.
I valori del giusto, del buono, del bello, sono da sempre dentro di noi, rappresentano la verità assoluta, sono i criteri di giudizio ai quali attingiamo se ci sforziamo di calarci in noi stessi e meditare.
La forma di un oggetto, un fiore, un volto di donna ci paiono belli istintivamente, inconsciamente: in effetti hanno il pregio di riferirsi a quel criterio emotivo, a quella capacità di discernere, di selezionare e di classificare che ciascuno di noi si porta dentro.
Se poi l’uomo ha la possibilità, la costanza, la volontà di sollecitare, di far crescere il dialogo con la propria interiorità, ecco che l’approccio estetico - come quello etico - si affina, matura, completa la propria personalità, giustifica l’ impegno e il coinvolgimento nel proprio ambito e nella società.
Le proporzioni essenziali della facciata di una chiesa romanica, le morbide volute di una scultura di Moore o di Botero, i tratti marcati, sofferti, angosciati, interrotti, oscuri di un dipinto di Goya, di Picasso o di Bacon, suscitano reazioni e sentimenti alterni ma tutti riconducibili ad una matrice introspettiva rapportata al bello.
Nel design, arte applicata all’oggettistica di mercato, al concetto di bello devono abbinarsi quelli di utile, funzionale, pratico, originale, facilmente comprensibile e fruibile.
Noi designer siamo chiamati ad introdurre forme che abbiano il pregio della innovazione nella linea o nelle modalità di impiego. A queste richieste della committenza cerco di rispondere assegnando al prodotto nuovo un ulteriore requisito: l’onestà del tratto e del messaggio che la forma porta con sé, senza caricarla di forzature che provocano emozioni forti al loro apparire ma degradano e si spengono ben presto.
Se analizzo le presumibili ragioni del successo di auto da me concepite - come la Golf o la Maserati 3200 GT - o prototipi di ricerca - come la Medusa o la Bugatti EB 112 o l’Alfa Romeo Brera - concludo che è proprio la semplicità del messaggio formale e funzionale ad aver conquistato l’attenzione del mercato e dei critici. Sono un cultore dei dettagli, dei giusti equilibri, così come si percepiscono in un orologio classico, in un monile, in una penna stilografica. Il bello fruito con la passione di un collezionista, con l’esercizio piuttosto che generato dall’emozione vistosa, con la curiosità, l’allenamento a superare l’apparenza per scoprire il contenuto, l’archetipo, l’idea.

 

Le fonti dell’ispirazione.


Il mio mestiere consiste nel progettare prodotti di largo consumo che comportano investimenti eccezionali, creare concetti e forme e funzioni che necessitano di 2 o più anni per materializzarsi sul mercato. Significa intuire quali siano le prospettive recondite - forse subliminali - del pubblico, preconizzare i cambiamenti nell’aria, ancora impalpabili.
La mia esperienza mi porta ad affermare che la spinta ad innovare nel settore dell’auto - ma credo anche in molti altri universi - non arrivi però dal pubblico, ma sia anticipata dalla logica e dalla strategia aziendale che non po’ fermare il processo produttivo e le logiche del rinnovamento di gamma. E’ il creativo - e il Marketing della Casa - a provocare i bisogni. Può sembrare cinico, ma è un dato di fatto. Il mondo del fashion e dell’arredamento insegna.

Per avventurarsi nell’inedito, il creativo fa ricorso a molte fonti di ispirazione e di stimolo. Un nuovo filone formale, il mutamento di atmosfere, di cromie, di environment può partire da una fiction dai contenuti dirompenti, da una pièce teatrale, da un musical, da un serial televisivo. Uno scenografo di balletti, il regista della macchina di scena per un grande concerto all’aperto, l’architetto o l’interior designer dalla forte personalità che inventa tendenze formali applicate ai grandi masterpieces delle metropoli del mondo, siano essi musei, biblioteche, convention center, entertainment e multimedia center...
Tutto lancia segnali che finiscono col tradursi in moda, cult, trend, in nuove mistiche, teorie estetiche. E non si tratta solo di forme innovative, ma di stili di vita, di atteggiamenti, di modi di porsi intuiti, catturati in anticipo e provocati dal ricercatore, dal creativo e dal designer che possono essi stessi fare tendenza se sorretti da fortunata ispirazione e corretta metodologia interpretativa.
Per queste considerazioni ammetto di essere un uomo davvero fortunato che, partito con il sogno di dedicarsi alla pittura e alle arti figurative, si è ritrovato ad esercitare un mestiere eccitante perché per sua natura deve richiamarsi ai valori dell’utile e del bello e deve confrontarsi con il mondo di voi giovani, che rappresentate il nuovo che avanza.


*Designer


 

 

 


di Giorgetto Giugiaro

da "Il Centauro" n. 81
Mercoledì, 22 Ottobre 2003
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