VITA dura
per i vigili urbani che multano gli automobilisti che presumibilmente
parlano al telefonino mentre sono alla guida della propria auto. La
giustizia infatti punta il dito contro gli agenti della polizia municipale
che prendono il numero di targa degli automobilisti che si trovano,
secondo loro, al telefono senza utilizzare l’auricolare o il viva-voce.
Scrivere infatti una multa e inviarla al cittadino, può costare
al Comune una condanna al risarcimento delle spese processuali.
Insomma, secondo una sentenza del giudice di pace è necessario
fermare il conducente del mezzo, contestargli l’infrazione, per
poi tentare di ottenere giustizia. Altrimenti, come è accaduto
alcuni giorni fa, il cittadino al quale viene notificata la sanzione
può presentare ricorso e vincere la causa. Ottenendo così
l’annullamento della multa disposta dal vigile urbano che non ha
fermato il mezzo.
La vicenda ha dunque colpito un automobilista della pubblica sicurezza
che ha ricevuto una multa perché la polizia municipale sosteneva
che guidava parlando al telefono cellulare senza auricolare o viva voce.
Il giudice al quale si è appellato non ha esitato a condannare
però la pubblica amministrazione affermando che la contravvenzione
doveva essere contestata nell’immediatezza dei fatti.
La multa è stata disposta dai vigili del primo gruppo del Corpo
della Polizia Municipale che aveva inviato una contravvenzione accusandolo
di parlare al telefono mentre guidava.
Il conducente, difeso dall’avvocato Simone Pacifici, si è rivolto
al giudice di pace per contestare la sanzione. Richiesta accolta e inoltre
il ricorrente ha ottenuto la condanna del Comune a pagare 200 euro come
risarcimento delle spese legali.
Nella motivazione della sentenza, emessa dal giudice Fernando Savarese,
è scritto che la multa deve essere revocata "per mancata
contestazione immediata e illogicità della motivazione".
Gli agenti della polizia municipale avevano multato l’uomo alla guida
di una Toyota in via Cernaia, a Roma, senza però fermarlo. I
vigili infatti avevano soltanto scritto il numero di targa della vettura.
Per il giudice "i vigili erano troppo lontani dalla vettura per
accertare se l’uomo al telefonino non avesse auricolare o vivavoce".
Se non avesse vinto il ricorso il conducente si sarebbe visto togliere
cinque punti dalla patente.
Brutte notizie per i vigili romani arrivano anche, come raccontato ieri
dal nostro giornale, dalla multa a un agente della Municipale, colpevole
di non aver dato la precedenza a un’autovettura e aver provocato
un incidente.
Il sindacato di categoria - Sulpm - ha contestato duramente la decisione
ed è tornato a lamentare il fatto che la sottrazione dei cinque
punti sia stata effettuata sulla patente personale del vigile.
di
AUGUSTO PARBONI