ROMA -
Il nuovo capo della polizia stradale, Domenico Mazzilli, è saltato
sulla sedia quando ha letto il numero delle vittime strade nello scorso
weekend . Poi, dopo il primo momento di sconforto e di preoccupazione,
ha cercato di capire, di esaminare quello che era accaduto. "Non
che sia possibile ragionare sui morti, perché non c’è
nulla da spiegare di fronte a tragedie come quella di Modena. Però
non sono d’accordo con chi pensa che la patente a punti sia una
legge fallimentare. Io dico che invece non ha ancora dato tutti i suoi
frutti. Non è guardando quello che succede durante un singolo
fine settimana che si può fare una valutazione generale. La patente
a punti ha cominciato a cambiare i comportamenti degli italiani al volante
e la sua portata si deve valutare nel tempo".
Ma è trascorso un anno dal suo varo e quei 59 morti fanno paura.
"E’ passato un anno ma non tutti gli italiani hanno avuto
modo di confrontarsi con le nuove norme. Perché non gli è
ancora capitato di avere punti decurtati dalla patente, o multe salate
da pagare. Insomma, la consapevolezza arriva quando ci si trova ad avere
a che fare con le norme. Con il tempo tutto questo accadrà. E
i comportamenti miglioreranno. Io sono tranquillo perché la polizia
stradale fa il suo dovere. Non è vero che diminuiscono i controlli.
Vuole dei dati? Eccoli: nello scorso fine settimana abbiamo rinforzato
il piano della vigilanza. Sulle strade c’erano 30.831 pattuglie,
che hanno contestato 25.416 violazioni al Codice della strada, con 31.501
punti decurtati, 848 patenti di guida e 921 carte di circolazione ritirate.
Ripeto, noi i controlli li facciamo. E la patente a punti è premiante
ma nel tempo".
Eppure è lo stesso viceministro Tassone a chiedere più
pattuglie e anche più tecnologia.
" Ma la tecnologia la legge sulla patente a punti ce la mette a
disposizione. Faccio un solo esempio, quello dei precursori, come li
chiamiamo noi, e che ci permettono un’attività di screening
sul superamento dei limiti del tasso alcolico assai superiore rispetto
al palloncino. Questo mi consente di risparmiare tempo e aumentare i
controlli. Le offro altre cifre. Sono quelle della relazione interna
che mi sono fatto preparare e che copre il periodo 1 luglio 2003-30
giugno 2004: le pattuglie sulle strade sono state 3 milioni e 900 mila,
4,3% in più rispetto all’anno precedente. I poliziotti hanno
accertato oltre tre milioni di infrazioni e decurtato 2555 punti. Gli
incidenti sono stati 161 mila contro i 189 mila dell’anno precedente,
oltre 27 mila incidenti in meno. C’è poi il dato dei caschi
e delle cinture. Li indossano rispettivamente il 52% e il 43% in più
di motociclisti e automobilisti. Vi sembra poco?".
E gli autovelox? La causa degli incidenti mortali è quasi sempre
l’alta velocità.
"Li abbiamo aumentati dell’11%. Non le è mai capitato
di incontrarne uno? Beh, è stata fortunata, perché dall’1
luglio 2003 al 30 giugno 2004 abbiamo accertato 874.794 superamenti
del limite di velocità. Un aumento percentuale del 15%. Quanto
agli etilometri, sono cresciuti del 43%".
I suoi numeri purtroppo non cancellano l’altro dato, quello
dei morti, che aumenta. Resta il timore che le nuove norme non siano
sufficienti.
"Le leggi sono sempre migliorabili. Ma la patente a punti, come
ha scritto anche il New York Times , resta un grande passo in avanti
per l’Italia. E, lo ripeto, i suoi effetti si vedranno nel tempo.
Voglio fare un altro esempio della bontà della legge: prima,
per contestare un limite di velocità dovevo fermare il veicolo.
Adesso, su alcuni tratti, come in autostrada, posso effettuare il controllo
e inviare la multa a casa. E poi questa legge i punti non li toglie
soltanto. Li dà anche. Li restituisce, due ogni due anni, se
l’automobilista si è comportato bene. Anche questo, con
il tempo, avrà il suo valore educativo".
Mariolina
Iossa