Il Camionista
Ciao, sono il camionista.
Dal mio grosso volante vedo tutto dall’alto: è il mio ufficio e la mia casa. Ci lavoro, ci dormo, spesso ci mangio. Sono un privilegiato perché guido un bisonte della strada? No. È un lavoro duro, durissimo: viaggio di giorno e notte, quando piove, nevica o quando l’afa imperversa sulla pianura.
Quando finisco il mio turno, mi devo fermare dove capita e anche se sono lontano da casa, devo trascorrere lunghe ore e perfino giorni nelle piazzole o negli autoporti.
Dentro le vostre macchine mi sorpassate a destra, vi piazzate sulle corsie centrali e andate più piano di me, che ho il limitatore a 80 all’ora, oppure mi tagliate la strada per svincolare o quando vi lanciate sulle vie di accelerazione.
Ma la cosa che mi disturba di più, è che tutti pensano che siamo noi la causa principale di incidenti mortali. E invece no: restiamo coinvolti in una parte minima e anzi, siccome siamo sempre in strada, siamo spesso i primi a dare l’allarme e a collaborare con la polizia stradale.
Portiamo le merci e permettiamo al nostro Paese di avere sempre giornali appena stampati, cibi freschi e medicine dove serve.
Noi non siamo i bulli della strada, siamo la strada stessa.
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