Il Magistrato
Ciao, sono un magistrato: laurea in legge, una bella toga e una scrivania stracarica di fascicoli.
Furti, rapine, stalking, omicidi… Non manca nulla.
Nella mia carriera ne ho viste di tutti i colori e ho letto di tutto, nei rapporti, imparando che nei delitti c’è sempre un movente.
Denaro, gelosia, rabbia: ma nei morti sulla strada, niente ha un senso: se c’è un colpevole, lui non voleva farlo, non aveva premeditato niente. È solo un gioco di coincidenze non volute.
Ma l’arma l’ha caricata comunque. Ha acceso il motore, ha preso la mira e ha fatto fuoco.
A volte vado sul posto. Il mio telefono squilla, qualcuno in divisa mi dice cosa è successo e mi accompagnano là.
Da qualche tempo la legge pretende che il colpevole senza movente finisca in manette, se ha bevuto, se si è drogato, se ha dato troppo gas o se, semplicemente, è scappato: e il mandato di cattura lo firmo io.
Potrei parlarvi per ore di ciò che la legge dice, ma preferisco fermarmi ai fatti: il movente sei tu, ce l’hai dentro quando decidi di non rispettare quelle piccole regole così importanti.
Se non le rispetti, è probabile che la vita di qualcuno, che con te non c’entra niente, si rovini per sempre. O che ad un tratto finisca.
L’esercizio dell’azione penale è obbligatorio: uccidere non lo è mai.
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