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Pirateria stradale, la quintessenza della maleducazione

Nonostante l’effetto Covid i numeri italiani sono preoccupanti. Ma a destare preoccupazione è lo scarsissimo senso civico. In particolare dei nostri connazionali

L’educazione stradale in Italia sta vivendo una situazione drammatica. Gli ultimi fatti di cronaca riportano infatti alla luce il fenomeno della pirateria stradale. I cui numeri assoluti sono attutiti solamente dallo stop dovuto al Covid, non certo dalla gravità degli esempi.

Secondo l’Osservatorio ASAPS nel primo semestre 2020 sono stati 386 gli episodi di pirateria stradale gravi, erano stati 543 nello stesso primo semestre del 2019 (- 29,1%). I morti nel primo semestre 2020 sono stati 33 e 463 le persone ferite. Nello stesso semestre 2019 i morti erano stati 55 e i feriti 670. Il decremento delle vittime mortali è del 40%, quello dei feriti è del 31%. Ma attenzione il dato va letto tenendo conto degli oltre due mesi di lockdown e al contemporaneo estremo controllo del territorio da parte delle forze di polizia anche se in chiave anti Covid.

L’87% dei casi è avvenuto di giorno e il 13% di notte. Ma per le sole piraterie mortali le percentuali cambiano e salgono al 27,3% di notte e sono state il 72,7% di giorno, come dire che quando si uccide di notte si scappa di più. Nel 51,3% dei casi il pirata viene poi individuato dalle forze di polizia che rilavano il sinistro. Quelli che scappano perché pensano di farla sempre franca si sbagliano di grosso. L’identificazione infatti schizza addirittura 70% nei casi delle piraterie mortali. L’identikit del pirata della strada dice che è italiano: gli stranieri sono stati il 13,7% del totale. Le donne sono state 26, il 12,7%. Il maggior numero di pirateria è stato registrato in Lombardia con 78 episodi con morti o lesioni. Seguono la Campania con 42, la Sicilia 36, Puglia 30, Emilia Romagna 29, Lazio 27.

di Marco Caligari
da formulapassion.it


Il commento di Formulapassion sui dati della pirateria dell’Osservatorio ASAPS

Martedì, 01 Settembre 2020
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