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2019 Anno , Incidenti pedoni ,... 29/09/2020

3° RAPPORTO ANNUALE
SULL’INCIDENTALITA’ CON IL COINVOLGIMENTO DEI PEDONI
ANNO 2019
ANALISI DATI ACI-ISTAT
A cura Ufficio Studi ASAPS

OSSERVATORIO PEDONI 2019
ANALISI DELL'INCIDENTALITA' STRADALE NELL'ANNO 2019
CON IL COINVOLGIMENTO DELL'UTENTE PIU' DEBOLE DELLA STRADA
A cura Ufficio Studi ASAPS

 

E’ giunto alla terza edizione l’annuale appuntamento di ASAPS – Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale – che intende analizzare in modo più approfondito le cause degli incidenti stradali in Italia, sottolineando in modo puntuale le diverse situazioni legate alla sinistrosità degli utenti più deboli sulla strada, cioè i PEDONI, utilizzando i dati Aci-Istat 2019.
Nel “Rapporto” verrà analizzata l’enorme massa di dati relativi ai pedoni, gli utenti “vulnerabili” della strada, compresi i casi in cui hanno provocato gli incidenti, a causa della distrazione da smart-phone o dalla semplice fretta di attraversare fuori dalle strisce pedonali o dietro un veicolo parcheggiato a bordo strada.
Partiamo con il dato complessivo dei morti. Nell'anno solare 2019 sono stati rilevati 19.818 sinistri (54 al giorno) che hanno provocato il decesso di 534 pedoni, di cui 336 uomini (390 nel 2018) e 198 donne (a fronte delle 222 dell’anno prima), ed è come se ogni anno sparisse un piccolo borgo della nostra Penisola. Sul totale di 3.137 morti da sinistro stradale in Italia nel 2019, i pedoni rappresentano il 17% dei deceduti in un anno, come nel 2018, perciò un decesso ogni sei sulle strade è oggi un pedone. Il numero di decessi riscontrato nel 2019 è il più basso da quando esistono le statistiche ufficiali sull’infortunistica stradale in Italia. Rispetto al 2018 vi è stato un calo del 12,7% (furono 612). Con riferimento agli anni di benchmark per la sicurezza stradale 2001 e 2010, la categoria dei pedoni è però tra quelle che ha avuto i cali minori (-48,3% dal 2001, e solo un -14% dal 2010), a dimostrazione che le politiche di salvaguardia di questi utenti non sono state finora sufficienti a raggiungere gli obbiettivi europei, con la necessità di urgenti correttivi da parte del legislatore.

L’indice di mortalità per i pedoni, pari a 2,7 ogni 100 incidenti per investimeto (era 3,2 nel 2018) è circa quattro volte superiore a quello degli occupanti di autovetture (0,7).
11 pedoni deceduti avevano meno di 18 anni e ben 316 più di 65 anni, questi ultimi da soli sono ben il 60% del totale dei decessi. Gli anziani rimangono la categoria più a rischio, con altissimi indici di probabilità di rimanere feriti anche in modo grave, ammontano a ben 6.775 quelli che sono stati portati in ospedale per le cure.
Nel 2019 i feriti tra i pedoni sono stati 21.430 (9.995 uomini e 11.435 donne), 59 al giorno (due ogni ora), in aumento di 630 unità rispetto al 2018, due in più al giorno. E tra i feriti occorre ricordare che il numero degli ultimi anni non cala e rimane costante tra i 20.000 e i quasi 22.000 nel peirodo 2005-2019, mentre nel 1986 furono 18.932, con un record negativo nel 2014 con ben 21.807 feriti.

Sono stati rilevati 19.818 incidenti con il coinvolgimento di pedoni e di vari veicoli, come 15.081 autovetture, 262 autobus, 39 tram, 1.196 autocarri, 352 biciclette, 325 ciclomotori, 1.831 motocicli. Seguono anche altri veicoli. Ma dall’analisi dell’Ufficio Studi di ASASP emerge che le 352 biciclette investitrici hanno ucciso 1 persona, ferendone 366. I 1.831 motocicli hanno ucciso 26 pedoni, ferendone 2.131. Gli autobus hanno provocato la morte di 10 pedoni con 277 feriti. I tram 3 morti e 42 feriti. Gli autocarri e autosnodati 54 morti e 1.017 feriti. Le autovetture 309 morti e 16.297 feriti. I veicoli di soccorso o di polizia hanno investito 41 pedoni, tutti rimasti feriti.
7.747 volte il conducente di un veicolo non dava la precedenza al pedone su attraversamento pedonale con 143 morti e 7.604 feriti. Il 3% del totale degli incidenti rilevati in Italia vede la mancata precedenza al pedone (art. 191 del Cdice della Strada) come causa accertata dagli organi di polizia stradale.
Ma anche i pedoni hanno responsabilità e le circostanze presunte riferibili ad incidenti sono state 4.535 con 124 decessi e 4.411 feriti, con 2.390 casi in cui il pedone attraversava la strada irregolarmente, in 762 incidenti camminava in mezzo alla carreggiata, in 475 occasioni il pedone veniva fuori improvvisamente da dietro un veicolo in sosta o fermata, in 371 situazioni il pedone attraversava al passaggio pedonale non rispettando i segnali.
In 145 casi di decesso di pedone, le circostante presunte riferibili al conducente del veicolo investitore, hanno portato ad accertare che non era stata data la precedenza al pedone sugli appositi attraversamenti, mentre i feriti per la stessa causa sono stati ben 8.002.
124 morti su 534 hanno avuto circostante accertate o presunte del sinistro con riferimento al pedone: in 61 casi attraversava la strada irregolarmente, in 29 casi camminava in mezzo alla carreggiata, in 13 casi veniva fuori improvvisamente da dietro un veicolo in sosta o fermata.

Il totale degli investimenti di pedone in cui è risultato colpevole il conducente sono stati 222 mortali e 10.391 i sinistri in ambito urbano e 31 mortali e 379 gli incidenti in zone extraurbane.
Il totale degli investimenti di pedone con responsabilità sia del conducente che del pedone sono stati 54 mortali e 1.806 incidenti in ambito urbano e 40 mortali e 124 sinistri in zona extraurbana.
Quando il pedone ha attraversato su attraversamento protetto da semaforo o da agente è deceduto in 33 casi in ambito urbano (in 1.688 sinistri). Molto più gravi le conseguenze per i pedoni quando i sinistri accadono su attraversamento non protetto da semaforo o da agente. Sono stati infatti 6.970 i sinistri (19 al giorno) con 147 morti in città e 188 incidenti con 16 decessi in ambito extraurbano.
Il mese più a rischio per i pedoni è risultato gennaio con 67 morti con 43 uomini e 24 femmine (2 al giorno), quello meno a rischio maggio con 25 di cui 11 uomini e 14 femmine. Per quanto riguarda il numero complessivo di feriti è dicembre il mese più rischioso (2.274 con coinvolti 1.073 maschi e 1.201 femmine), mentre quello meno a rischio numericamente è agosto con 1.233 (561 uomini e 672 donne). L'oscurità e la mancanza di attenzione con il buio, sono fattori molti delicati, che necessiterebbero di apposite campagne di sensibilizzazione per obbligare i pedoni fuori dai centri urbani che camminano lungo le strade, ad indossare giubbotti retroriflettenti come per i ciclisti.

La regione con il maggior numero di morti è la Lombardia con 96 (in calo  perché nel 2018 furono 101) suddivisi in 54 uomini e 42 donne di cui ben 58 ultra65enni, seguita dal Lazio con 63 di cui 43 maschi e 20 femmine (furono 82 nel 2017 e 89 nel 2018) e dall'Emilia-Romagna con 57 rispetto ai 68 del 2017 e ai 52 del 2018. Seguono Campania con 47, Piemonte e Veneto con 38, Sicilia con 35 e Toscana con 32. Nessun pedone morto nell'anno 2019 in Valle d'Aosta come nel 2018.
Quasi la medesima classifica la riscontriamo con il numero di feriti, con la Lombardia a quota 4.205 (1.932 uomini e 2.273 donne), seguita dal Lazio con 2.858 (1.348 uomini e 1.510 donne) e la Toscana con 2.002 feriti (890 maschi e 1.112 femmine).
Come numero di sinistri, la Lombardia è in testa con 3.886, seguita dal Lazio con 2.614 e dalla Toscana con 1.844.

Esaminando i dati delle principali 14 città italiane per numero di residenti, emerge che nelle metropoli complessivamente sono stati 114 i decessi (il 21% del totale in Italia) a fronte dei 154 del 2018 e ai 128 del 2017, con il record a Roma (42 morti di cui 2 minorenni – le due ragazze morte a Ponte Milvio a dicembre - e 24 ultrasessantacinquenni, 25 uomini e 17 donne) mentre furono 59 i morti nel 2018 di cui 2 minorenni e 28 ultra65enni e 49 morti nel 2017 di cui 3 sotto i 18 anni e 30 deceduti sopra i 65 anni, seguita da Torino con 13 morti (6 uomini e 7 donne) e Milano con 12 decessi (5 uomini e 7 donne,  con 7 ultrasessantacinquenni, mentre nel 2018 furono 24 i decessi con un minorenne e 17 ultra65enni e nel 2017 furono 19 di cui nessuno sotto i 18 anni e 12 sopra i 65 anni), Palermo 8, Genova 7, Trieste 6, Napoli, Bologna e Catania 4, Firenze, Messina e Verona rispettivamente con 3, chiude Venezia con 2 pedoni deceduti. Torino supera Milano nel podio delle città con il più elevato numero di pedoni deceduti. Gli ultra65enni sono i pedoni più deboli in assoluto con ben 77 decessi (a fronte dei 95 del 2018 e degli 87 del 2017) sul totale di 114, con Venezia dove nessun anziano è deceduto. Come abbiamo già illustrato anche negli scorsi anni, il processo di invecchiamento comporta spesso una riduzione della capacità uditiva, visiva, motoria che rende più vulnerabili questi utenti, che spesso seppur feriti, sono maggiormente soggetti a decesso, a distanza di giorni.
Roma ha anche il record di feriti tra i pedoni con 2.035 persone che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche in aumento rispetto alle 1.883 del 2018, segue Milano con 1.415, Genova con 686, Torino con 569, Napoli con 471 e Bologna con 327 pedoni.
A Roma sono stati rilevati dagli organi di polizia stradale 1.852 investimenti di pedoni (5 al giorno), a Milano 1.304, a Genova 639.

Rispetto ai decenni passati va ricordato che nel 1986 furono rilevati 18.406 sinistri (nel 2019 sono stati 19.817, in aumento dopo un così largo lasso di tempo) con il coinvolgimento di 1.179 pedoni morti sul totale di 7.076 croci sulle strade italiane. L’anno peggiore degli ultimi 33 anni però è stato il 2002 con ben 1.226 decessi rispetto ai 612 del 2018 e ai 534 del 2019.

Vanno elaborate nuove strategie a livello nazionale per ridurre ulteriormente le vittime più deboli della strada, il calo del 12% da un anno all’altro non può far ridurre l’attenzione da parte del Governo, con la necessità di attivare campagne di sensibilizzazione e maggiori controlli sulle nostre strade con pattuglie e con un numero idoneo di divise che tutelino anche i pedoni, sempre a rischio anche sugli attraversamenti pedonali. ASAPS vuole anche ricordare che la mancata precedenza ai pedoni, comporta una sanzione amministrativa da 167 euro a 666 euro, con pagamento entro 5 gg scontato del 30% di euro 116,90, ma soprattutto della decurtazione di 8 punti dalla patente, che diventano 16 in caso di neopatentato. Nel caso in cui si provochino feriti anche con lesioni lievi, la patente di guida viene ritirata dagli organi di polizia stradale ed inviata al Prefetto per la successiva sospensione fino a due anni (ai sensi dell’art. 223 del Codice della Strada). Molto più gravi le conseguenze sulla patente nei casi di lesioni gravi e gravissime o mortali con sospensione cautelare fino a tre anni, in attesa della decisione del giudice. Sotto l’effetto di alcol e droga scatta poi la revoca della patente, come confermato dalla sentenza nr. 88/2019 della Corte Costituzionale.
I dati 2020 saranno certamente ancora migliori per numero di pedoni morti e feriti, grazie al lockdown dei mesi primaverili, dovuto alla pandemia da “Covid-19”. Ma questo non ci conforta, visti poi i numeri successivi alla riapertura dell’Italia alla mobilità.
Di seguito il riassunto di alcuni dati tratti dalle tabelle ACI-ISTAT 2019.

Forlì, 29 settembre 2020

Il Presidente ASAPS
Dr. Giordano Biserni

 

>In allegato le tabelle per regione e per comuni elaborato dall'Osservatorio Pedoni ASAPS


Tutto quello che c’è da sapere sugli incidenti nei quali muoiono ogni anno oltre 500 pedoni. L’analisi dell’ASAPS delle varie tipologie di investimento e delle responsabilità che  sono degli automobilisti,  ma non sempre e non  solo la loro.

Martedì, 29 Settembre 2020
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