Monopattini, troppi incidenti per contarli
da quattroruote.it
Difficile dare i numeri, di fronte al boom del fenomeno monopattini. Da una parte, ci sono le stime: quelle che dicono, per esempio, che sulle nostre strade ne circolano già 70-80.000. Dall’altra parlano le cifre ufficiali, come quelle dei gestori: a Milano, i mezzi di questo tipo disponibili in sharing sono sono 6.000, mentre a Roma ne sono previsti 16.000. Altre migliaia si trovano a Firenze, Bologna, Napoli... E poi ci sono i numeri "introvabili", quelli degli incidenti: certi Comuni si rifiutano di fornirli, o non sono in grado di farlo. A qualcuno, però, non sfuggono: come all'Asaps, l’associazione amici della Polizia stradale che dall’estate scorsa ha ripreso il monitoraggio dei sinistri sulle tavole a rotelle. Uno strumento indispensabile per ragionare sulla sicurezza e "pesare" la cronaca, ultimamente affollatissima di casi eclatanti: solo negli ultimi giorni di settembre, per citare due episodi legati ai monopattini, sono spuntati un pazzo lanciato a 80 all’ora (il video è stato registrato dall’ex calciatore Aldo Serena) e l'assurda sfida di uno youtuber che ha percorso 650 km da Milano a Roma in 11 giorni. Per alcuni un'impresa da record, per altri un esempio da non imitare assolutamente, visto il percorso fatto di svincoli e tratti a rischio.
Solo codici gialli e rossi. Dopo il primo allarme lanciato la scorsa estate, con i dati raccolti nel post-lockdown (43 incidenti gravi e centinaia di sinistri segnalati da circa 500 referenti in tutto il territorio nazionale), l’Osservatorio Monopattini dell’Asaps continua nella sua opera con difficoltà sempre maggiori. "Abbiamo rinunciato al conteggio di tutti gli incidenti che coinvolgono i monopattini, perché sono diventati troppi e troppo spesso invisibili, cioè non segnalati", spiega Giordano Biserni, presidente dell’associazione. "A fine settembre i casi gravi sono più che raddoppiati, arrivando a superare il centinaio, circa uno al giorno, ma è diventato impossibile registrare i sinistri lievi, quelli che non comportano l’uscita di ambulanze e il ricovero in codice giallo o addirittura rosso". Quello che preoccupa maggiormente sono le cause degli incidenti: comportamenti sconsiderati - se non addirittura criminali - degli utilizzatori, anche con casi di guida alterata dall’alcol, e modalità di guida completamente inosservanti delle normali regole di prudenza, come il contromano, il viaggiare in due, il farsi trainare o trainare biciclette, il mancato stop con il semaforo rosso. L’aumento esponenziale di sinistri, secondo i dati Asaps, riguarda le due grandi metropoli, Roma e Milano, ma anche centri urbani minori, dove le ambulanze spesso accorrono per semplici cadute autonome di cui non si ha contezza per il mancato intervento di un organo di polizia stradale: microincidenti dovuti anche a distrazioni alla guida, o alla sede stradale dissestata, ma che si traducono in traumi cranici o facciali. E comunque non si devono dimenticare gli episodi più gravi, che al momento sembrano rimossi: il primo sinistro mortale a Budrio (BO), dove un 60enne si è scontrato con un’auto in una rotatoria a scorrimento veloce, ma anche i sei casi di persone ricoverate in prognosi riservata, tra cui due bambini di 7 anni (uno a Numana, nel Conero, caduto da un hoverboard monoruota, e un altro a Campione del Garda, investito da una moto mentre attraversava il lungolago, tra i turisti e bagnanti). Nella casistica non finiscono solo i giovanissimi, come dimostra il caso di un 83enne romano che ha perso il controllo del monopattino al Pincio, rovinando a terra. E poi i casi di vera follia, dal tentativo di attraversare la tangenziale di Trento, finito con uno scontro con una vettura, alle classiche mancate precedenze. Dovute, forse, a un inspiegabile senso di invulnerabilità.
Una battaglia vinta, da prendere a esempio. "La situazione della micromobilità elettrica va seguita e monitorata attentamente", sottolinea Biserni. "Se da un lato occorre valutare i benefici in materia ambientale e di spostamenti più rapidi lungo i brevi tragitti e del minor utilizzo del trasporto pubblico locale, dall’altro occorre ricordare sempre le regole del Codice della strada a chi utilizza i monopattini, ora equiparati alle biciclette". L'Asaps propone anche delle soluzioni: "Vanno trasmessi in rete e in televisione i video dei crash test, come avviene in altri Paesi europei, dove si mostrano i danni subiti da chi utilizza in modo sconsiderato il monopattino. E ben vengano le sanzioni da parte delle polizie locali, che sono ancora troppo poche. Un occhio particolare va poi dato alle manomissioni ed alterazioni dei mezzi che permettono di superare i 25 km/h previsti dalla legge. Ancora, ci vorrebbero forme diverse di tariffazione per i monopattini in sharing, perché quella al minuto spinge ad aumentare la velocità per spendere meno. Infine, proponiamo l’assicurazione obbligatoria per gli utenti che utilizzano il monopattino privato". Riusciremo a fare passi avanti sulla sicurezza? Di certo non si tratta di una battaglia semplice, ma Biserni ricorda la vittoria sul casco. "Ci vogliono controlli tassativi sull’utilizzo del casco per i minorenni, come siamo riusciti a fare per moto e ciclomotori trent’anni fa, e campagne di divulgazione per un utilizzo consigliato anche per i maggiorenni, come avviene sulle piste da sci". Posizione vicina a quella da sempre sostenuta da Quattroruote, a favore dell'obbligo del casco per tutti. Ciclisti compresi.
Andrea Sansovini
da quattroruote.it
Ancora sul tema monopatini.
“I dati l’associazione amici della Polizia stradale che dall’estate scorsa ha ripreso il monitoraggio dei sinistri sulle tavole a rotelle. Uno strumento indispensabile per ragionare sulla sicurezza e "pesare" la cronaca, ultimamente affollatissima di casi eclatanti: solo negli ultimi giorni di settembre, per citare due episodi legati ai monopattini, sono spuntati un pazzo lanciato a 80 all’ora (il video è stato registrato dall’ex calciatore Aldo Serena) e l'assurda sfida di uno youtuber che ha percorso 650 km da Milano a Roma in 11 giorni. Per alcuni un'impresa da record, per altri un esempio da non imitare assolutamente, visto il percorso fatto di svincoli e tratti a rischio.” (ASAPS)