L’obbligo
del patentino dal primo luglio. L’associazione dei poliziotti:
serve una proroga, temiamo le fughe all’alt.
Il dato è allarmante: tra coloro che fino a venerdì scorso
si sono presentati all’esame per ottenere il patentino che abilita
alla guida del ciclomotore, i bocciati sono circa 70 mila, quasi il
30% del totale. Nel "cervellone" ministeriale sono tuttora
inseriti oltre 320 mila nominativi (sui 720 mila circa di ciclomotoristi
minorenni che hanno già fatto o devono ancora sostenere l’esame)
che crescono a una media di 13-15 mila al giorno. Finora hanno sostenuto
positivamente l’esame, conseguendo il patentino, 160 mila candidati;
i bocciati, come si è detto, sono stati 70 mila mentre in seimila
non si sono presentati. In seguito a questi dati, alla Motorizzazione
Civile hanno cominciato a ritenere che i candidati, soprattutto quelli
più giovani, hanno probabilmente affrontato l’esame in modo
un po’ troppo superficiale, forse ritenendolo una formalità
e, alla fine, hanno dimostrato soprattutto di non conoscere il Codice
della Strada. Per questo, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
continua sulla sua strada di intransigenza e non intende prorogare l’entrata
in vigore, decisa per il 1° luglio, dell’obbligo dei patentini
per i ciclomotoristi. Per la stessa ragione gli esaminatori hanno usato
severità nell’esaminare i candidati.
Le cause dei ritardi, con cui sono cominciati i corsi per l’assegnazione
dei patentini, sono ormai fatti noti: la scuola, priva dei previsti
finanziamenti governativi ricavati dal 7,5% delle sanzioni rilevate
da Polstrada e carabinieri (ma chissà perché non quelle
dei vigili urbani), non è stata in grado, nonostante gli sforzi,
di organizzare i corsi. Cosicché il diritto di un gran numero
di ragazzi (e delle loro famiglie) di legalizzare la loro posizione
non si è potuto realizzare in modo completo. E la frequenza dei
corsi gratuiti nelle scuole rimarrà probabilmente ancorata a
una percentuale inferiore al 50 per cento dei potenziali patentati.
Fra l’altro, occorre far notare che chi possiede una patente per
auto o moto può fare a meno del patentino per il ciclomotore.
Ma se la patente dovesse essere per qualche motivo sospesa, chi non
ha patentino non potrà circolare neppure con il ciclomotore.
Da più parti si reclama una proroga di almeno sei mesi, soprattutto
da parte dei costruttori di veicoli, ma il ministero nicchia, forte
dei risultati del numero eccessivo di bocciati. I funzionari del ministero
si sono incontrati con quelli dei costruttori di veicoli per cercare
una soluzione. "In effetti - dice Giordano Biserni, presidente
dell’Asaps, il sodalizio degli agenti della Stradale - senza entrare
nel merito degli aspetti legati al mercato dei cinquantini, secondo
l’Asaps rimane urgente la necessità di un rinvio dell’entrata
in vigore della norma. La sanzione di 516 euro e il fermo del veicolo
per 60 giorni - conclude Biserni - sono un balzello troppo pesante per
le famiglie che pur aspirando a regolarizzare la situazione dei figli,
faticheranno a far rispettare il divieto dell’uso a tanti ragazzi
non patentati che dal 1° luglio dovrebbero lasciare il motorino
in garage".
L’Asaps sottolinea ancora che, senza proroga, si innescherebbe
un ulteriore elemento di "giustificazione dell’illegalità
e una grave messa in imbarazzo delle forze di polizia con incremento
delle fughe all’alt, con conseguenti rischi per gli inseguiti e
per gli inseguitori".
In conclusione, ancora una volta un provvedimento corretto e opportuno,
come quello del patentino per il ciclomotore, viene reso di fatto impraticabile.
"Il rischio è - dice in conclusione Biserni - che quello
sui patentini finisca per essere mischiato con altri provvedimenti dai
quali nasce e si sviluppa il modello delle "intransigenze permissive"
praticato frequentemente nel nostro Paese, col quale si finirà
per minare poi la credibilità della norma".