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Articoli 29/10/2020

di Lorenzo Borselli*
Addio a Pino Scaccia, inviato del TG1, la voce narrante della nostra storia più recente

“Sai chi è Scaccia?”
“Come no? Pino Scaccia, inviato del Tg1. Lo mandavano dappertutto, a Velletri come a Timor Est…” .
Intervista di Claudio Sabelli Fioretti ad Antonio Ghirelli su “Sette”,
settimanale del “Corriere della Sera


Nel 2007 Pino Scaccia aveva chiesto di me. Lo aveva fatto il giorno della festa della Polizia, a Roma, dove il mio nome era finito in scaletta per la consegna di un riconoscimento. Ma ovviamente non c’ero, perché (tanto per cambiare) avevo fatto un incidente in moto e me ne stavo fermo e zitto in una stanza del policlinico di Careggi. Rimandammo a un incontro a Ostia, dove viveva il suo ritiro, ma non l’abbiamo più fatto.
Ci eravamo incrociati, in quel periodo, perché Pino aveva un blog, “la Torre di Babele”, sul quale avevo preso a scrivere molto fin dal 2001, per commentare i fatti di cronaca che caratterizzavano i tempi d’allora: le guerre, gli attentati, i processi, la Tav, il G8 di Genova. Mi era stato concesso una specie di ruolo, in quelle pagine, quasi da moderatore, insieme a tanti altre penne di quella che lui chiamava “la tribù”: tutti immaginavano che ero un poliziotto, anche se non l’avevo mai espressamente detto, ma cercavo di mantenere gli equilibri del discutere civile. Anche perché, con Pino, o facevi così o ti mandava a quel paese, “bannandoti”, come si dice oggi. Mi fece un regalo immenso quando pubblicò un mio articolo che avevo scritto per Il Centauro, sulla morte di Papa Giovanni Paolo II: un pezzo che oggi, quando mi capita di rileggere, mi sembra quasi scontato, elementare, tanto che quasi non capisco come abbia fatto a sceglierlo. Lui, un giornalista della sua levatura, lui tra i fondatori di Articolo 21, il primo a entrare a Chernobyl o a commentare i missili su Baghdad, ad annunciare il ritrovamento dei resti di Che Guevara o la liberazione del piccolo Farouk Kassam. Ricordo il suo dolore immenso per la morte dell’amico Enzo Baldoni, quel giornalista e blogger che venne ammazzato come un cane in Iraq, mentre portava soccorsi avventurandosi, alla testa di una colonna umanitaria. Ricordo molte altre cose, ma si sono un po’ perse nel tempo, perché da quando era andato in pensione, lasciando la prima linea degli inviati speciali, la sua presenza era andata un po’ in dissolvenza, come si addice ai personaggi della TV che ti accompagnano ogni giorno della vita, per anni. Raccontandoti gli anni di piombo, di mafia, dei sequestri di persona, delle guerre lontane, anche nel tempo, come quella in Russia e delle nostre armate scomparse nel buio dell’inverno caucasico. Ha raccontato così tante cose, Pino, che metterle tutte in fila stonerebbe: la lista della spesa non piace ai giornalisti lontani dalla retorica come era lui, tra gli inviati più famosi di sempre, in tutto il mondo.

Ciao Pino e grazie.

*Ispettore della Polizia di Stato
Responsabile della Comunicazione di ASAPS


Il grande inviato del Tg1 Pino Scaccia,  deceduto ieri  per Covid, nel ricordo di Lorenzo Borselli. (ASAPS)

Giovedì, 29 Ottobre 2020
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