ABS, una
magica sigla che è diventata famosa nel mondo dei trasporti per
il contributo offerto alla sicurezza stradale, salvando migliaia di
vite. Il sistema antibloccaggio delle ruote, che festeggia i 25 anni,
equipaggia oggi circa il 70% dei veicoli e ha raggiunto il traguardo
dei 100 milioni di esemplari prodotti.
L’idea di un impianto del genere è di vecchia data, ma solo con
l’avvento dell’elettronica trovò concreta attuazione grazie alla
Bosch. La grande azienda tedesca di componentistica, dopo una lunga
serie di studi e prove a cavallo fra gli Anni ’60 e ’70, applicò,
per la prima volta, l’ABS nel 1978 sulla Mercedes Classe S e, subito
dopo, sulla Bmw Serie 7. La prima auto italiana a usarlo fu la Lancia
Thema nel 1984. Da allora, come si diceva, questo sistema così
intelligente si è diffuso anche sui modelli piccoli o utilitari,
perfezionandosi sempre più allo scopo di risultare il più
semplice, il meno ingombrante e, nello stesso tempo, il più efficace
possibile. Se nel 1978 l’ABS pesava nel suo complesso 6,7 chili, mentre
la centralina elettronica che ne gestiva il funzionamento, era costituita
da 140 componenti, ora nel dispositivo di ultima generazione si è
scesi a 1,6 chili e a 16 elementi. La capacità di memoria, invece,
è cresciuta dagli originari 2 kByte a 128. Il sistema (ABS è
l’acronimo delle delle tre difficilissime parole che in tedesco ne ricordano
lo scopo) interviene automaticamente e in tempi ultrabrevi nelle frenate
di emergenza così da avere la pressione di azionamento ottimale
ed evitare il bloccaggio delle ruote con conseguente perdita di direzionalità.
E’ l’ideale sui fondi viscidi o bagnati, dove una frenata troppo vigorosa
può far perdere il controllo della vettura.
Come opera? Tramite un sistema elettronico che si basa su sensori, pompe,
centralina e pinze freni, l’ABS fa funzionare a intermittenza, per intervalli
di tempo rapidissimi, l’impianto frenante, in modo che le gomme mantengano
l’aderenza con il fondo stradale. Se le ruote anteriori si bloccano,
la macchina scivola in avanti senza che sia possibile sterzare ed evitare
un eventuale ostacolo o rimettersi in carreggiata.
Il guidatore trova nell’ABS un aiutante abilissimo, che lo trasforma
in un pilota super, capace con progressivi, veloci "premi-e-stacca"
sul pedale del freno a ottenere il medesimo effetto. Ma occorrono allenamento
e sensibilità particolari. Così, invece, ciascuno può
dominare l’auto: giri il volante e il veicolo sterza. Un bel sollievo.
La presenza dell’ABS, quando è in funzione, si fa "sentire"
attraverso una lieve pulsazione del pedale del freno: non spaventatevi
e continuate a frenare, ma non irrigiditevi. Il volante risponde ai
comandi e può far cambiare direzione alle ruote. Ricordarsi,
comunque, che il sistema non può ridurre gli spazi di frenata
oltre i limiti delle leggi fisiche e che, quindi, bisogna essere prudenti,
mantenendo il rispetto delle distanze di sicurezza e adeguando la velocità
alle condizioni stradali. In questi 25 anni l’ABS si è profondamente
evoluto e raffinato, fornendo la struttura di base per altri sistemi
elettronici di sicurezza, come quelli anti-pattinamento in accelerazione
(ASR) o di stabilità in curva (ESP). Dalla metà del 2004
l’Associazione Europea delle Case Automobilistiche (ACEA) ha deciso,
con una propria autoregolamentazione, di fornire di ABS tutti i modelli
di nuova immatricolazione destinati al mercato continentale. Un bel
riconoscimento per questo impianto (che viene montato anche su moto
e veicoli industriali) e una decisione lodevole nel miglioramento della
sicurezza stradale.