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Notizie brevi 12/11/2020

Arresti Autostrade per il ponte Morandi: misure cautelari per alcuni manager

La Guardia di Finanza ha arrestato questa mattina tre attuali manager e tre ex dirigenti di Aspi nell’ambito di un’inchiesta parallela a quella del crollo del ponte di Genova: per i magistrati, «sapevano della difettosità» di alcune barriere e «della loro pericolosità»

La Guardia di Finanza ha eseguito nella mattinata di oggi, 11 novembre, sei misure cautelari nei confronti di tre ex top manager e di tre attuali dirigenti della società Autostrade per l’Italia.

Agli arresti domiciliari sono l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci (qui, il ritratto dell’ex manager per 20 anni alla corte dei Benetton) , il direttore delle operazioni Paolo Berti e Michele Donferri Mirella. Stefano Marigliani — direttore del primo tronco Autostrade, ora trasferito a Milano —, Paolo Strazzullo — responsabile delle ristrutturazioni pianificate sul Morandi, per l’accusa mai eseguite — e Massimo Miliani hanno invece subito l’interdizione per 12 mesi.

L’inchiesta che ha portato agli arresti è nata dopo il crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018, che ha causato la morte di 43 persone, e si è mossa in modo parallelo ad essa.

In particolare, riguarda la fornitura di barriere fonoassorbenti risultate poi pericolose.

Le accuse ipotizzate nei confronti degli arrestati sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.
 

Le accuse: «Barriere incollate con il Vinavil»

La Guardia di Finanza, in una nota, parla di «numerosi e gravi elementi indiziari e fonti di prova», acquisiti con testimonianze e analisi documentali e tecniche: in particolare, sarebbe emersa la «consapevolezza», da parte degli arrestati, «della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese)» e «la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti». La resina usata per le barriere — come ammette un indagato in una intercettazione — non aveva il marchio CE: «Sono incollate con il Vinavil», mentre altre si sono «sbragate». «Quante sono le ribaltine scese — chiede Donferri — e quanti i Comuni che hanno rotto il c...? Solo Rapallo ha rotto il c...». E poi, ridendo: «Gliele abbiamo ritirate su e ci siamo inventati il criterio della manutenzione...». Agli arrestati viene contestata «la volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi. Per questo è scattata la frode nei confronti dello Stato».

«Una personalità spregiudicata, incurante delle regole»

Su Castellucci, il gip Paola Faggioni scrive che «era perfettamente al corrente della situazione di problematicità delle barriere e costantemente informato sulle decisione per la gestione delle stesse, che ha pienamente avallato e sostenuto». La necessità di imporre gli arresti domiciliari è motivata dal «pericolo attuale e concreto di inquinamento probatorio e di reiterazioni di reati. Tali esigenze cautelari si desumono principalmente dalle modalità della condotta, sintomatiche di una personalità spregiudicata e incurante del rispetto delle regole, ispirata a una logica strettamente commerciale e personalistica, anche a scapito della sicurezza collettiva».

 

La difesa: «Vicenda distinta dal crollo del Morandi»

«È opportuno precisare, che si tratta di due vicende completamente distinte» dicono i legali di Castellucci che esprimono «stupore e preoccupazione per un provvedimento che non si giustifica in sé e che non si vorrebbe veder finire a condizionare una vicenda, quella del crollo del Ponte Morandi, che con quella odierna non ha nulla a che vedere».

 

L’ex dirigente di Aspi nel 2018 diceva: «I cavi sono corrosi»

Nell’indagine le barriere fonoassorbenti pericolose (nata un anno fa dopo quella sul crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018) è finita però anche una conversazione whatsapp di Michele Donferri Mitelli. L’ex dirigente Aspi il 25 giugno 2018 (un mese e mezzo prima del crollo del viadotto in cui sono morte 43 persone) diceva: «I cavi del Morandi sono corrosi». La chat viene ripresa nell’ordinanza che ha portato stamane ai domiciliari l’ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci, oltre allo stesso Donferri che mandò quel messaggio via WhatsApp a Paolo Berti, ex dirigente anche lui finito ai domiciliari. Berti aveva scritto a Donferri di iniettare aria deumidificata nei cavi del viadotto Polcevera per levare l’umidità. Donferri risponde che i cavi sono già corrosi e di nuovo Berti risponde «sti cazzi io me ne vado».

 

La risposta della società

Alcune ore dopo le misure contro attuali ed ex manager, Autostrade per l’Italia si è difesa sostenendo che «tutte le procedure di controllo e di sicurezza, nonché le soluzioni progettuali per la sostituzione delle barriere, sono state definite con gli organi tecnici preposti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti». Le barriere, che sarebbero presenti su «60 chilometri» della rete autostradale, sono «già state verificate e messe in sicurezza» e a inizio anno è partito il piano di sostituzione (che dovrebbe prendere concretezza a partire «dalla seconda metà del 2021»). Aspi sostiene inoltre che due dei manager coinvolti siano stati già sospesi, mentre gli altri fossero già tutti fuori dalla società.

 

Le reazioni in Borsa e nel governo

Dopo la notizia, Atlantia — che controlla Autostrade — ha iniziato a perdere in Borsa, ed è entrata in asta di volatilità. Secondo gli operatori, il provvedimento potrebbe anche creare un elemento di turbativa sull’attuale negoziato tra Atlantia e Cdp sull’attuale cessione del controllo di Aspi. Duro il commento del viceministro al Ministero dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni: «Non si specula sulla sicurezza e sulle vite degli italiani».

di Fiorenza Sarzanini e Andrea Pasqualetto
da corriere.it

 

Giovedì, 12 Novembre 2020
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