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Editoriali 28/11/2020

CASO DIELE: CONDANNA DEFINITIVA E TEMPESTIVITA' DEL PROCEDIMENTO PENALE PER OMICIDIO STRADALE
di Giordano Biserni*

Il caso del noto attore Domenico Diele si è definitivamente chiuso con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione, che lo ha visto condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi di reclusione, a cui è stata aggiunta la revoca della patente, per omicidio stradale aggravato. I giudici di secondo grado si erano dimenticati proprio la sanzione "accessoria" sul documento di guida. Per Diele si apriranno le porte del carcere per un breve periodo, visto che quasi sicuramente beneficerà di pene alternative. Un incidente in cui morì una donna e che ha avuto una lunga battaglia nelle aule di giustizia, fatta di testimonianze, perizie, consulenti, scontri sulla ricostruzione, secondo per secondo di una dinamica ormai chiara. Quello che ASAPS aveva previsto, in pratica, nel marzo 2016. Si era detto, all'indomani dell'approvazione della legge nr. 41/2016 che nelle aule di giustizia si sarebbe assistito a confronti aspri, sulle ricostruzioni degli incidenti, con lo schieramento di difensori e periti di elevata professionalità, per cercare di "smontare" i rilievi degli organi di polizia stradale e per avere anche l'applicazione di una diminuzione di pena, grazie al concorso di colpa da parte della vittima. Ma questa sentenza della Cassazione pone anche l'accento sui tempi della giustizia in Italia. In quasi tre anni e mezzo ci sono state tre sentenze su un reato colposo, che ante legge 41/2016 probabilmente sarebbe andato, forse, in prescrizione oppure con sentenza molto più lieve. La strada è tracciata, va percorsa, magari va anche migliorata. Ma ogni sentenza per omicidio stradale deve ricordare quale sia il valore della vita spezzata da chi era alla guida in stato alterato e con comportamenti gravemente lesivi della sicurezza stradale e della pubblica incolumità. (ASAPS)

 

*Presidente ASAPS

Sabato, 28 Novembre 2020
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