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Notizie brevi 08/06/2004

Le accuse: truffa, corruzione, falso ideologico e falsa testimonianza Roma, inventavano incidenti stradali: 37 arresti Nove dottori, tre gli avvocati e medici legali coinvolti. Si stima che il giro d’affari complessivo sia di circa 10 milioni di euro

Da "Il Corriere della Sera"
Le accuse: truffa, corruzione, falso ideologico e falsa testimonianza
Roma, inventavano incidenti stradali: 37 arresti
Nove dottori, tre gli avvocati e medici legali coinvolti. Si stima che il giro d’affari complessivo sia di circa 10 milioni di euro
ROMA - Si inventavano tutto. Ma proprio tutto. Dalla dinamica dell’incidente stradale o dell’infortunio alla complicazione medica nel corso della convalescenza. E le assicurazioni pagavano.
Sono ben 37 gli arresti che gli investigatori del nucleo operativo dei carabinieri hanno eseguito a Roma e provincia. Alle persone arrestate, accusate di far parte di una vera e propria associazione a delinquere, sono stati contestati vari reati: truffa, corruzione in atti giudiziari, falsità ideologica in certificati medici e falsa testimonianza.
LA TRUFFA - La truffa era stata pianificata con modalità che gli stessi investigatori hanno definito da vera «azienda». I falsi incidenti stradali con presunti danni fisici anche rilevanti erano infatti corredati di qualificata e consistente documentazione sanitaria (come i certificati medici) fornita da dottori compiacenti in alcuni ospedali romani. Nella capitale e in provincia sono in corso anche numerose perquisizioni.
La struttura, secondo gli investigatori, agiva da più di un anno.
I PROTAGONISTI - Sarebbero almeno nove i medici coinvolti nelle indagini, e 3 di essi apparterrebbero a strutture ospedaliere pubbliche della capitale, mentre sarebbero 3 gli avvocati che avrebbero fatto parte dell’organizzazione. E poi agenti assicurativi, medici legali e via dicendo. Il giro d’affari complessivo: circa 10 milioni di euro. Le indagini dei carabinieri, cominciate oltre un anno fa, si erano intrecciate nel luglio del 2003 con il suicidio di quello che era ritenuto il capo dell’organizzazione, l’avvocato Bruno Podrecca. Il legale, il giorno prima di uccidersi, aveva avuto una perquisizione dei carabinieri del nucleo operativo, che avevano sequestrato una importante documentazione probatoria, e capendo di non poter più sfuggire alle sue responsabilità aveva deciso di suicidarsi. La morte dell’avvocato Podrecca ha segnato una breve stasi nell’organizzazione che ben presto, però, è riuscita a riorganizzarsi continuando l’attività delle truffe ai danni delle più importanti compagnie assicurative nazionali ed internazionali.

 

Martedì, 08 Giugno 2004
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