L’operazione Ghost Inspections della Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale ha coinvolto lo scorso ottobre come indagati decine di titolari d’imprese di autotrasporto di tutta Italia con l’accusa di avere beneficiato della corruzione nelle revisioni di veicoli industriali scoperta a Ferrara. La dimensione numerica e territoriale di questa indagine mostra che da anni si sapeva a livello nazionale che nella città romagnola si potevano ottenere false revisioni di camion e rimorchi pagando fino a 350 euro per revisione.
Delle 216 persone poste sotto indagine dalla Procura di Ferrara, tre sono i custodia cautelare in carcere (due funzionari della Motorizzazione e un titolare di scuola guida) e quattro ai domiciliari (imprenditori dell’autotrasporto di Ferrara, Bologna e Rovigo). Gli altri indagati a piede libero sono titolari d’imprese di autotrasporto. Questi indagati devono rispondere, a vario titolo, delle accuse di corruzione, falso ideologico e abuso di ufficio.
Una conseguenza dell’inchiesta è il sequestro dei veicoli industriali che avrebbero passato le revisioni tramite la corruzione, dei quali ora inizia il controllo. Il pubblico ministero Andrea Maggioni ha stabilito il sequestro delle carte di circolazione di 350 autoveicoli pesanti immatricolati in oltre trenta provincie italiane (Ascoli Piceno, Benevento, Bologna, Brescia, Caserta, Cremona, Cosenza, Catania, Forlì-Cesena, Foggia, Firenze, Isernia, Crotone, Messina, Milano, Mantova, Modena, Massa Carrara, Napoli, Novara, Piacenza, Padova, Pisa, Parma, Pavia, Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Rimini, Rovigo, Salerno, Siena e Verona).
Questi veicoli devono subire una revisione straordinaria prima di poter continuare a viaggiare e con gli attuali ritardi di molte Motorizzazioni ciò può significare un fermo di diverse settimane, con il relativo danno economico. Gli inquirenti ritengono che la revisione straordinaria sia indispensabile perché l’inchiesta ha scoperto che molti veicoli che ottenevano il via libera alla revisione pagata avevano inconvenienti meccanici o elettrici che comportano rischi per la circolazione.
L’operazione Ghost Inspections si è svolta anche tramite intercettazioni telefoniche e ambientali e la visione di filmati ripresi dalle telecamere della Motorizzazione Civile che mostravano lo scambio di denaro nascosto tra i documenti. Dalle intercettazioni è emerso che i funzionari corrotti erano soprannominati “il sole” e la “mano divina”, mentre quelli onesti erano considerati “pignoli” o “pericolosi” e quindi, se possibile, evitati.