L’Italia non sta rispettando le norme europee imposte dalla Direttiva 2004/52/CEE e dalla Decisione 2009/750/CE sull’apertura del servizio europeo di telepedaggio a diversi operatori. Così, all’inizio di dicembre 2020, la Commissione Europea ha inviato una comunicazione al Governo italiano (insieme con quello ungherese). Ora l’Italia ha due mesi per rispondere agli argomenti della Commissione, dopo i quali quest’ultima potrà inviare un parere motivato.
In una nota, la Commissione spiega che “le norme europee riguardano l'ingresso sul mercato di fornitori di servizi di telepedaggio (Set) e svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di un mercato comune per i servizi Set in Europa e nel conseguimento dell'interoperabilità per gli utenti. Esse esigono l'immediata conclusione di trattative contrattuali tra gli esattori di pedaggi e i fornitori di servizi in modo da garantire a questi ultimi un accesso equo e non discriminatorio al mercato riservato ai fornitori di servizi Set”.
Questa comunicazione segue la lettera di costituzione in mora inviata all’Italia dalla Commissione Europea nell’ottobre del 2019, cui il Governo italiano ha fornito una risposta “non è stata ritenuta sufficiente a garantire la conformità”. Oggi in Italia è attivo solamente il sistema di telepedaggio Telepass (di Società Autostrade per l’Italia), ma sono già pronti sistemi alternativi, come quello di Dkv.