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Ubriaco al volante spedito alla Caritas

Alla fine della prova il giudice l’ha assolto e gli ha restituito l’auto

Salva la sua auto da 60mila euro dalla confisca lavorando come volontario alla Caritas.

L’automobilista in questione è un riminese, di 58 anni, che nel dicembre del 2018 viene fermato dai carabinieri al volante della sua Range Rover nuova di zecca. Peccato che il suo alito metta in sospetto i militari che lo sottopongono all’etilometro. La macchinetta schizza a 2,38, un tasso alcolico stellare che fa scattare la denuncia per guida in stato di ebbrezza e il sequestro dell’auto, appena ritirata dal concessionario, ai fini della confisca. Una bella disperazione per l’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Ghiselli, il quale scopre che essendo recidivo non può scontare la condanna svolgendo lavori socialmente utili e riprendersi la macchina. A quel punto chiede la messa alla prova,l’ultima spiaggia per salvarsi: per due anni è disposto a lavorare per enti o associazioni benefiche. Qualche giorno fa il giudice ha concluso che la ‘prova’ ha avuto esito positivo, e che lui può riprendersi la sua auto.

da ilrestodelcarlino.it


Nota di Roberto Argenta di AICAT: “Non c'è modo di fare leggi severe nel nostro Paese. Appena stabilite le sanzioni per guida in stato di ebbrezza, subito si è predisposta la scappatoia dei lavori socialmente utili; per non traumatizzare troppo gli "sfortunati guidatori" - solitamente vengono definiti così - incappati nei rari controlli. Ma anche il limite di essere concessa una sola volta sembra troppo ad alcuni giudici, e allora ecco la messa in prova, sostanzialmente la stessa cosa chiamata con un altro nome.” Condividiamo la riflessione di Roberto Argenta. (ASAPS)

Venerdì, 15 Gennaio 2021
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Tag: Alcool.
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