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Notizie brevi 06/05/2004

L’Asaps a "Cominciamo Bene". Giordano Biserni, fra gli ospiti, incalzato dai giornalisti parla di sicurezza stradale e porta il Centauro sul piccolo schermo.

L’Asaps a "Cominciamo Bene".
Giordano Biserni, fra gli ospiti, incalzato dai giornalisti parla di sicurezza stradale e porta il Centauro  sul piccolo schermo.

di Lorenzo Borselli

ROMA – È cominciata presto la giornata del nostro presidente Giordano Biserni, in trasferta a Roma per partecipare, da esperto di sicurezza stradale, al talk show televisivo “cominciamo bene”, condotto negli studi di Raitre da Corrado Tedeschi e dalla giornalista Elsa Di Gati. Il tema è sempre più di scottante attualità e sul palco si sono avvicendati, oltre al nostro Biserni, molti autorevoli personaggi, rappresentanti dell’associazione Familiari Vittime Della Strada, del ministero delle Infrastrutture, il direttore di Quattroruote Mauro Tedeschini e Barbara Bonanni, poliziotta, autrice dello “Scusario” dell’automobilista.
La cronaca.
Il primo contributo filmato ha riproposto le agghiaccianti immagini di alcune stragi del sabato sera, tema tornato di grande attualità anche grazie al recente DDL del Ministro Giovanardi, stravolto nella sostanza da emendamenti che hanno di fatto consentito la liberalizzazione degli orari delle discoteche. Il servizio si è concluso con il ricordo di Alex Baroni, il giovane cantante deceduto per le conseguenze di in un terribile incidente motociclistico. Il passaggio ha introdotto la prima ospite, la signora Carla Mariani, coordinatrice dell’Associazione Familiari Vittime della Strada. Suo figlio Raffaele, un giovane cuoco di nemmeno 19 anni, è morto il 16 ottobre di 6 anni fa mentre stava ritornando da una serata trascorsa in discoteca. Sono bastati pochi secondi per comprendere come la donna sia stata capace di trasformare il proprio dolore in impegno, puntando non tanto a mettere in mostra il proprio dramma familiare, ma per ribadire che è necessario mutare mentalità. La Mariani ha criticato pesantemente un sistema che condiziona i giovani a tirare tardi non per moda, o per una cultura del divertimento che non è spontanea – come invece si è portati a credere – nelle nuove generazioni, “ma che è indotto da una società che non si pone domande e alternative, in nome del consumo”. La coordinatrice dell’Associazione Familiari Vittime della Strada ha spiegato come sia necessario smettere di dare la colpa al destino e come sia invece giunta l’ora di agire concretamente per evitare nuovi futuri drammi e di fornire un messaggio educativo che possa essere recepito dalle generazioni più giovani. Tanto pessimismo attorno a loro è ingiustificato, “siamo noi incapaci di dar loro fiducia”. Basta saperglielo dire.
Non ha avuto timore, Carla, a dire all’Italia che Raffaele non aveva la cintura, ed è morto per questo. E neanche a farlo apposta ha anticipato Biserni nel sostenere che un maggior controllo delle forze di polizia sarebbe importantissimo per ridurre l’incidentalità, “il problema è che tutti vogliamo i controlli – ha detto – ma nessuno vuole essere controllato. Dobbiamo cambiare mentalità e dobbiamo riconoscere che la vita è un bene che va tutelato. Altrimenti ci preoccupiamo di un ladro che ci ruba il televisore in casa e non ci preoccupiamo che nostro figlio potrebbe essere travolto sul marciapiede da un ubriaco”. È stata poi la volta dell’ingegner Francesco Mazziotta, autorevole rappresentante del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove è Dirigente Tecnico. Il suo ruolo è stato quello di fare un bilancio della patente a punti, dalla sua entrata in vigore fino ai giorni nostri. Corrado Tedeschi lo ha introdotto citando il numero delle vittime registrate nel weekend del primo maggio di quest’anno (55 morti) confrontandolo con quello del 2003 (59). Mazziotta ha parlato di “risultati al di sopra delle aspettative”, con dati che segnano importanti regressi sia sul piano della sinistrosità che su quello delle conseguenze fisiche (lesioni e morte). Il funzionario delle Infrastrutture ha detto che secondo i dati di Polizia Stradale e Carabinieri i morti sono scesi del 19%, mentre i feriti sono diminuiti del 18%. Risultati importanti, “che se confermati – ha specificato Mazziotta – consentirebbero all’Italia di raggiungere l’obbiettivo comunitario di dimezzare la mortalità entro il 2010”. Secondo i dati in possesso del funzionario, gli incidenti sarebbero imputabili a guida distratta o indecisa, eccesso di velocità, distanza di sicurezza, omesse precedenze e una serie di cause tra le più svariate, ma tutte – o quasi – dovute a violazione di norme di comportamento. A proposito dell’eccesso di velocità, Mazziotta ha detto “che gli italiani non vogliono saperne di adottare una condotta di guida più ragionevole. Basterebbe che gli italiani facessero i conti di quanto tempo risparmiano a  procedere a velocità eccessiva per  capire quanto sia poco ragionevole esagerare. Viaggiare anche per lunghi tratti a 150 invece che a 130 comporta tensioni maggiori, maggiori consumi. E poi non dimentichiamoci mai che sulla strada siamo tanti e non sempre la colpa è degli altri. La verità è che spesso abbiamo un debito d’intelligenza o di preparazione da parte degli automobilisti”.  Ad una precisa domanda di Tedeschi sullo stato delle strade italiane, Mazziotta ha risposto che statisticamente gli incidenti riconducibili alla condizione del manto stradale non sono tanti “e poi – ha glissato – si sa che sulle strade dissestate si corre meno, si presta maggiore attenzione e quindi si fanno meno incidenti”. In ogni caso ha ammesso che complessivamente non sempre la nostra rete stradale è, per qualità, all’altezza di un paese comunitario. Il passaggio ai 150 all’ora è stato quasi automatico. Il dirigente tecnico ha spiegato come i servizi informativi del ministero siano subissati di telefonate da parte di utenti che chiedono, “in maniera troppo semplicistica”, se sia già possibile spingersi oltre i 130: con tale premessa ha spiegato quali devono essere le condizioni perché si possa aumentare l’andatura, sui 400 km circa di rete idonea. Anche il funzionario, però, si è unito all’appello di Corrado Tedeschi per viaggiare a 130, “che è meglio”. È toccato poi a Giordano Biserni, che ha brevemente ripercorso la storia dell’Asaps, nata nel 1991 per iniziativa di 16 fondatori, tutti della specialità, “per dare un contributo di idee e creare una lobby della sicurezza stradale, perché eravamo stanchi di suonare un campanello nella notte e dire a una mamma che il figlio non sarebbe tornato e stufi di sentire un festival di banalità sulla sicurezza stradale, materia  che cela una serie di interessi economici”. Il presidente ha ricordato gli impegni comuni con Sicurstrada ed Anvu, citando l’ultima campagna sulla sicurezza stradale, ed ha definito i conducenti italiani come scaltri, soprattutto per evitare il rispetto delle norme, accettate e rispettate solo quando hanno la certezza di essere controllati e di dover pagare le sanzioni previste; “servirebbe invece un’intima convinzione dell’accettazione della norma”. “Siamo al punto – ha detto Biserni – che la maggior forma di solidarietà in Italia è il lampeggio per segnalare la presenza di pattuglie. Non sono quelle il nemico della gente e della sicurezza, però, perché potremmo fare un bel favore a delinquenti o pirati della strada”.
E qui, applausi.
Insomma il presidente ha riscosso un bel successo, e persino Il Centauro ha fatto la sua bella e meritata figura, anche perché la giornalista ha tratto proprio dalle pagine della nostra rivista lo spunto per una domanda sull’innalzamento dei limiti di velocità. Riprendendo le stesse dichiarazioni del tecnico ministeriale, Biserni ha spiegato come da Milano a Rimini – viaggiando a tavoletta dove si potrà – risparmieremo poco meno di due minuti, con rischi più elevati, consumando e inquinando di più, con possibilità maggiori di incidenti, di controlli e quindi soste forzate, vanificando quell’irrisorio risparmio di tempo.
Ancora applausi.
Non è stato facile poi – per noi della Specialità – restare impassibili ad un servizio girato a bordo di una pattuglia della Polizia Stradale in servizio sul Grande Raccordo Anulare, a Roma. Un lavoro pesante, raccontato con delicatezza ed emozione dal cronista Pablo Rocas, che ha portato silenzio in studio, soprattutto quando Giordano Biserni ha ricordato che con quella divisa, a fare quel lavoro, c’era anche Stefano Biondi, il nostro referente di Modena Nord ucciso pochi giorni fa da due rapinatori imbottiti di cocaina. Stefano, e tutti i 27 colleghi caduti dal 1991 ad oggi, 15 dei quali  investiti,  ai quali lo studio televisivo ha tributato il suo omaggio con un lungo applauso. Infine, dopo un’altra testimonianza di un genitore che ha perduto il figlio motociclista per il cattivo stato della strada, è toccato a Barbara Bonanni, giovane sottufficiale della Sezione Polizia Stradale di Pisa ed autrice di un piccolo best seller, lo “Scusario” dell’automobilista. Libro divertente che racconta quello che ci tocca sentire, con tanti lati comici  tutti mirati ad evitare la sanzione.  Un gioco di banalità per evitare la multa, con racconti e storie divertenti, qualche volta, forse, un po’ meschine e sintomo di una grande immaturità di una parte di utenti della strada. La Bonanni ha poi presentato il secondo testo Lo scusarlo dello scooterista in distribuzione in questi giorni.
Discorso a parte merita l’intervento del direttore di  Quattroruote Mauro Tedeschini. Il giornalista, che guida l’autorevole mensile di automobilismo, è stato  chiamato in causa su alcune scottanti questioni, prima fra tutte la potenza delle auto, capaci di performance sempre più elevate. Il direttore, però, ha spiegato che alla velocità,  potenza e ripresa, caratteristiche che rendono un’auto appetibile sul mercato, sono applicate oggi le nuove tecnologie, che  hanno portato grandi migliorie alla sicurezza dei veicoli, che oggi dispongono di sistemi attivi e passivi sempre più sofisticati ed efficaci. Auto più sicure, dunque, ed un sostanziale accordo con quanto dichiarato dal presidente Biserni, che lo aveva preceduto. Tedeschini, insomma, ha parlato oltre che da giornalista, da maturo e rispettoso automobilista.

 


di Lorenzo Borselli

ROMA
Giovedì, 06 Maggio 2004
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