Traforo del Gran Sasso: analisi di una tragedia sfiorata. L’efficienza del sistema di allarme e la rapidità dei soccorsi alla base del successo |
(ASAPS)
L’AQUILA – Quando all’interno di un tunnel si verifica
un incidente, la possibilità che l’evento evolva in una macroemergenza
è estremamente elevata. Spesso ciò che consente una felice
risoluzione del problema è il pronto riconoscimento del pericolo
e la sua pronta risoluzione. Un debriefing successivo all’incendio
avvenuto all’interno del Gran Sasso ha messo in luce proprio la capacità
dei soccorritori abruzzesi di intervenire secondo un protocollo che ha
funzionato alla perfezione e con grande velocità. Sul posto si
è recato anche il governatore della regione Giovanni Pace, che
ha effettuato un sopralluogo nelle viscere del tunnel del Gran Sasso,
sull’autostrada A/24. La sala operativa della società che
gestisce il manufatto ha registrato i tempi d’intervento dei primi
soccorsi, giunti sul posto 4 minuti dopo il primo squillo. Si tratta
della squadra interna di sicurezza, formata da due coppie di professionisti
a bordo di due motoveicoli dotati di un cannone ad acqua capace di sparare
litri ad alta pressione. Sono stati loro a controllare e domare l’incendio
sviluppatosi a tre chilometri dall’imbocco del tunnel, lungo in tutto
10mila metri, originato da un autotreno che trasportava patate. I due
veicoli sono partiti dal deposito di Assergi ed hanno preceduto le squadre
di Vigili del Fuoco in arrivo da L’Aquila e da Teramo. Ovvia la soddisfazione
del direttore della società che gestisce il protocollo di primo
intervento, la Ifex Italia, che ha sottolineato l’alto potere estinguente
del cannone ad acqua montato su due scooteroni, agili e veloci. Per una
volta, inoltre, la sfortuna rimasta lontana dallo scenario e il caso ha
voluto che nelle vicinanze del veicolo in fiamme ci fossero solo un paio
di macchine e che il carico trasportato fosse costituito da patate; fosse
stata farina il discorso sarebbe stato diverso. “Episodi del genere
possono succedere sempre e ovunque – ha detto il rappresentante dell’Ufficio
Emergenze del Dipartimento della Protezione Civile Giuseppe Coduto –.
È importante la capacità di intervenire celermente,
ma qui al Gran Sasso è prevista un’integrazione al piano di
sicurezza che tende all’obiettivo del rischio zero”. (ASAPS).
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