Esame di guida col walkie talkie. Il 'suggeritore' finisce nei guai
La Spezia, 24 maggio 2021 - Gli agenti della polizia stradale lo hanno colto sul fatto. Dall’interno della propria auto, una Ford Focus, parcheggiata nei pressi dell’autoscuola, suggeriva le risposte dell’esame di teoria per la patente di guida, utilizzando una ricetrasmittente. L’apparecchiatura serviva per essere in contatto con una donna che stava sostenendo l’esame e proprio grazie alle risposte corrette ricevute via etere, lo aveva anche... superato.
Invece sia il ’suggeritore’ che la donna, grazie all’indagine condotta dalla squadra di polizia giudiziaria della polstrada della Spezia, si sono presi una denuncia in concorso per truffa e falso in atto pubblico e anche per avere indotto l’esaminatore in errore, in base agli articoli 48 e 479 del codice penale.
I protagonisti sono entrambi cinesi: l’uomo, originario dello Zhejiang, ha 33 anni e risulta residente nell’hinterland milanese, la donna ne ha 41 è nata a Pechino e ha detto di essere residente a Genova. Eppure mercoledì 12 maggio era andata a dare l’esame per la patente di guida in un’autoscuola spezzina. Durante la prova di teoria, avrebbe ricevuto le risposte giuste ai quiz dall’uomo. Al moento dell’intervento della polizia stradale, la donna aveva fissato alla nuca, occultato dai capelli anche con l’ausilio di ciocche sintetiche fermate con delle forcine, un dispositivo composto da auricolare-microfono e all’interno di ciascun orecchio una calamita. Tutta tecnologia cinese, ovviamente, che è stata posta sotto sequestro.
L’uomo invece era all’interno dell’auto parcheggiata nelle vicinanze dell’autoscuola, risultata estranea alla vicenda. Era sdraiato con il sedile abbassato per non farsi scoprire e quando ha visto dal vetro del finestrino il volto del poliziotto, ha fatto un’espressione come per dire "mi avete beccato". Aveva infatti un auricolare dello stesso tipo di quello che la donna aveva fissato alla nuca.
La donna quarantenne ha dichiarato ai poliziotti della stradale che per superare l’esame di teoria, l’uomo le aveva installato un dispositivo elettronico tra i capelli, assicurandole che in tal modo lui avrebbe ascoltato le domande e le avrebbe comunicato le risposte. E in caso del superamento dell’esame, lei gli avrebbe dovuto dare 1000 euro. All’uomo la polizia stradale ha sequestrato oltre agli apparecchi, 3mila euro in contanti, tutti in banconote da 50 euro piegate a metà e custodite in una tasca posteriore dei pantaloni. Gli investigatori sostengono sia il profitto del reato. Il pubblico ministero Claudia Merlino ha aperto un fascicolo nei confronti dei due cinesi accusati in concorso di truffa, falso ideologico per induzione in errore e falsa attribuzione di lavori altrui.
L’uomo per difendersi si è rivolto all’avvocato di fiducia Davide Bonanni, il quale ha fatto subito istanza al tribunale del riesame per chiedere il dissequestro del denaro. La donna si è invece affidata all’avvocato difensore di fiducia Paolo Tarchi.
Insistono, senza successo però. (ASAPS)