Nico Cereghini: “Emergenza animali selvatici, c’è una novità”
Ciao a tutti! Una delle tante emergenze che ci preoccupano è la proliferazione della fauna selvatica in Italia, che è fuori controllo e minaccia sempre di più la nostra sicurezza, oltre a provocare danni socio-sanitari e a pesare su molti settori come l’agricoltura e l’allevamento. Di cinghiali e di caprioli si muore, sulle nostre strade. Noi siamo fatalmente tra i più esposti e non sembra che la nostra voce - come quella dell’Asaps che si preoccupa di monitorare il fenomeno con l’aggiornamento dei dati - trovi un ascolto.
Nulla si muove. O forse no. Leggo che in commissione Agricoltura al Senato è stata appena approvata la risoluzione numero 337, che “impegna il Governo ad interventi strutturali per far fronte a questa emergenza”. Bene, dico io. Poi riesco a leggerla tutta, la risoluzione, e le preoccupazioni crescono.
Prima ci sono le premesse: i danni economici e sanitari, gli errori fatti sul territorio, la mancanza di dati attendibili e aggiornati, il ritardo e l’inadeguatezza dei risarcimenti… Poi le rilevazioni: calano i cacciatori, si abbandonano colture di collina e montagna, si sono introdotte specie più forti alterando l’equilibrio: il cinghiale autoctono, per dire, era più piccolo e meno prolifico di quello introdotto dall’estero a partire dagli anni Cinquanta. Poi le varie considerazioni: il lupo non è più in via d’estinzione ed è pericoloso più dell’orso, le regioni procedono in ordine sparso, le ultime analisi risalgono al 2007…
E finalmente si arriva agli impegni del Governo. In sintesi: risolvere “definitivamente” il problema, istituire una cabina di regia (è di moda) e creare una banca dati, poi semplificare le procedure, accelerare i rimborsi. Insomma darsi una mossa, come diremmo tra amici. Ottimo.
E poi arriva il punto 10. Il governo “è impegnato a ripensare il modello di controllo delle specie dannose e pericolose, prevedendo la possibilità… di strumenti di cattura e conseguente soppressione. E con piani di abbattimento, attuati dalle regioni, sotto il coordinamento del corpo di polizia provinciale, di pubblici ufficiali o dipendenti pubblici incaricati… in coerenza con la sentenza n. 21/2021 della Corte costituzionale… con il coinvolgimento gestionale degli ATC e avvalendosi dei proprietari conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento, delle guardie forestali e del personale di vigilanza dei comuni, nonché delle guardie venatorie regionali, le guardie dei parchi, i corpi di polizia municipale, le guardie giurate e le guardie forestali e campestri…
Purché i soggetti in questione siano in possesso di licenza di caccia, e abbiano frequentato i corsi di preparazione organizzati dalle regioni con l’ISPRA… A prevedere inoltre che le regioni… possano autorizzare, in qualsiasi periodo dell’anno, i cacciatori e gli altri soggetti abilitati, i proprietari o conduttori dei fondi interessati, al controllo dei cinghiali…con un quadro normativo condiviso in Conferenza Stato-Regioni, sulla base di linee guida validate dall’ISPRA”.
Il problema è molto complesso, le soluzioni non saranno semplici: vedo da una parte tutte queste doppiette schierate e dall’altra gli ambientalisti in allarme. Seguo con attenzione il sito “SOS cinghiali”: che è convincente quando dichiara che la caccia non ha risolto alcun problema, ma è evanescente quando propone come risolutiva, ad esempio, la sterilizzazione dei cinghiali. Secondo voi quanti anni, quante decine d’anni, impiegheremo per venirne fuori?
Nico Cereghini
da moto.it
Incidenti con animali, ne parla su Moto.it Nico Cereghini che cita i dati ASAPS.