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Notizie brevi 22/04/2004

Da "Repubblica.it" - Istat, ogni giorno si spostano 26 milioni di persone La percentuale più alta al Nord, l’auto il mezzo più usato Italiani, popolo di pendolari in viaggio per studio o per lavoro La gran parte raggiunge comuni capoluogo di regione. La durata del tragitto è in media di mezzora

Da "Repubblica.it"

Istat, ogni giorno si spostano 26 milioni di persone
La percentuale più alta al Nord, l’auto il mezzo più usato

Italiani, popolo di pendolari
in viaggio per studio o per lavoro

La gran parte raggiunge comuni capoluogo di regione. La durata del tragitto è in media di mezzora

ROMA - Più al Nord che al Sud, più per andare a lavorare che per andare a studiare, più in automobile che con altri mezzi di trasporto, per una media di mezzora di tragitto. Ogni mattina si spostano nel nostro Paese 26 milioni di persone (il 48,6 per cento della popolazione): lo rivelano i dati Istat contenuti nel Censimento 2001.
Una percentuale che sale al 53 per cento in Lombardia e scende al 38,8 per cento in Calabria.
Più per lavoro che per studio. Il 63,1 per cento delle persone si sposta per andare al lavoro, il restante 36,9 per cento per raggiungere il luogo di studio. Ma passando dal Nord al Sud, la quota di spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro diminuisce e, di conseguenza, aumenta quella per raggiungere il luogo di studio. L’ Emilia Romagna è la regione dove gli spostamenti per motivi di lavoro sono relativamente più alti (71,2 per cento) e più bassi quelli per motivi di studio (28,8 per cento). La Campania, al contrario, registra la più alta percentuale di spostamenti per motivi di studio (51,6 per cento) e la più bassa per motivi di lavoro (48,4 per cento).
Spostamenti a corto raggio. I pendolari si spostano soprattutto all’interno dello stesso comune di residenza (61,9 per cento) e verso altri comuni della stessa provincia (31 per cento). Percentuali più basse si riscontrano per i flussi verso comuni appartenenti a un’altra provincia della stessa regione (5,2 per cento) e verso comuni di altre regioni (1,9 per cento compresi gli spostamenti verso l’ estero, pari a circa 0,2 per cento). Siciliani e laziali sono quelli che si muovono di più all’ interno dello stesso comune, valdostani e lombardi si spostano soprattutto verso un altro comune della stessa provincia. Si mettono ogni giorno in viaggio verso altre province soprattutto toscani e lombardi, mentre la palma dei più "mobili", cioè di coloro che per lavorare o studiare devono addirittura cambiare regione, spetta a molisani e umbri.
Mezzora in media di tragitto. La maggioranza dei pendolari raggiunge il luogo di lavoro in non più di un quarto d’ ora; soltanto una piccola percentuale (3,4 per cento) ha bisogno di più di un’ora. Il resto si colloca nelle fasce intermedie dei tempi di percorrenza, con un’alta percentuale che si colloca intorno alla mezz’ora. I più fortunati sono i pendolari di Molise, Val d’Aosta e Marche, mentre laziali, lombardi e liguri perdono molto tempo per gli spostamenti.
L’auto il mezzo più usato. L’ Istat conferma la scarsa propensione degli italiani muoversi a piedi: la stragrande maggioranza (83,2 per cento) usa infatti i mezzi di trasporto, primo fra tutti l’automobile. Il 13,1 per cento utilizza i mezzi pubblici, il 4,6 per cento la moto o lo scooter, soltanto il 2,9 per cento la bicicletta. E’ nel Nord-Ovest che si usano di più i trasporti pubblici, mentre la bicicletta è il mezzo scelto soprattutto da chi vive nel Nord-Est. L’autobus aziendale o scolastico è utilizzato maggiormente al Sud, soprattutto in Calabria. A piedi si muovono soprattutto i meridionali, soprattutto pugliesi e campani.
Capoluogo polo d’attrazione. Gran parte dei flussi di pendolari si sposta verso i comuni capoluogo. Le punte più alte a Roma, Palermo e Genova. I veneziani sono quelli che maggiormente escono dalla loro provincia per recarsi in altri comuni della stessa regione, mentre i veronesi per lavorare o studiare devono addirittura uscire dalla regione. I grandi comuni sono anche quelli dove ci si sposta di più, soprattutto per lavoro.
Giovedì, 22 Aprile 2004
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