Ragazza investita durante un intervento, la Cassazione condanna un pompiere
Condannato per lesioni, in via definitiva. In questi termini si è espressa la Corte di Cassazione nei confronti del pompiere alla guida del mezzo che, nell'inverno di otto anni fa, investì una ragazza in Via Giardini all'altezza dell'intersezione con Viale Jacopo Barozzi.
I fatti risalgono al pomeriggio dell'11 dicembre 2013, quando un camion dei Vigili del Fuoco, transitando sulla strada a sirene spiegate per recarsi sul luogo di un intervento, impattò violentemente una ragazza che attraversava la strada sulle strisce pedonali, procurandole gravissime lesioni che le sarebbero costate un ricovero in Neurorianimazione.
Dai rilievi effettuati dalla Polstrada, emerse in seguito che la giovane - all'epoca 20enne - al momento dell'incidente stesse ascoltando musica dalle cuffiette ad un volume tale da impedirle di sentire il clacson suonato dal Vigile del Fuoco che, non potendo evitare l'impatto, tentò di avvisarla dell'imminente arrivo del mezzo.
Ai fatti seguì un processo per verificare le responsabilità del pompiere alla guida, che vide susseguirsi sentenze contraddittorie. L'uomo fu infatti assolto in primo grado dal Tribunale di Modena, per poi essere condannato in Appello. La sentenza del secondo grado di giudizio, è stato ora confermata dalla Corte di Cassazione: una pronuncia che - come testimoniano le dichiarazioni rese dal Conapo (Sindacato Autonomo dei Vigili del Fuoco) e dal Nuovo Sindacato Carabinieri - è destinata a fare discutere, soprattutto per gli effetti che la stessa inevitabilmente potrebbe avere su casi analoghi futuri.
I Vigili del Fuoco infatti, così come gli altri conducenti di mezzi di soccorso, sono notoriamente autorizzati - in situazioni di emergenza - a violare il codice della strada ma, afferma la Cassazione, "sono tenuti ad osservare le regole di prudenza e diligenza" che in questo caso non sarebbero state rispettate. Questa motivazione viene definita "surreale" dal Segretario Regionale NSC Morgese, che commenta duramente: "Si respira una sistematica attività di demotivazione e delegittimazione dell'operato delle forze di polizia. Si vive oramai ogni intervento in un clima di timore tra "atti dovuti" e condanne, ai più incomprensibili, perché prive di disvalore sociale".
Un'amarezza condivisa dagli organi che ruotano intorno al mondo dei Vigili del Fuoco, che traspare anche dalle parole di Fabrizio Benvenuti, rappresentante modenese del Conapo: "I casi sono due: o circoliamo seguendo il codice della strada, oppure dobbiamo cercare di essere più veloci nell’intervento [...] Inevitabilmente qualche rischio in più c’è e c’è sempre stato, ma cosa facciamo? Lasciamo bruciare una casa con la gente dentro perché dobbiamo fermarci al semaforo rosso?". Una domanda, alla quale non si può che "rispondere" ponendone un'altra: è sempre possibile ponderare - in giusta misura - gli interessi in gioco?
Il Segretario Regionale NSC Morgese commenta duramente: "Si respira una sistematica attività di demotivazione e delegittimazione dell'operato delle forze di polizia. Si vive oramai ogni intervento in un clima di timore tra "atti dovuti" e condanne, ai più incomprensibili, perché prive di disvalore sociale".
Dai rilievi effettuati dalla Polstrada, emerse in seguito che la giovane - all'epoca 20enne - al momento dell'incidente stesse ascoltando musica dalle cuffiette ad un volume tale da impedirle di sentire il clacson suonato dal Vigile del Fuoco che, non potendo evitare l'impatto, tentò di avvisarla dell'imminente arrivo del mezzo. (ASAPS)