Mancano autisti di camion. «Diamo più permessi agli immigrati»
La situazione che va manifestandosi in Inghilterra - con gli scaffali dei supermercati desolatamente vuoti - è lontana da ogni previsione ma Gran Bretagna e Italia scoprono di avere un punto in comune: sulle nostre strade, come su quelle di Oltremanica mancano migliaia di autisti di camion. Ma se nel Regno Unito la causa va addebitata alle complicazioni introdotte dalla Brexit e all’ondata di contagi provocata dalla variante Delta, in Italia la mancanza si trascina da anni ed è stata accentuata dalla ripartenza sprint dell’economia che ha colte impreparate molte catene della fornitura. La situazione ha indotto le associazioni dell’autotrasporto a una richiesta drastica: consentire nell’immediato l’assunzione di un numero maggiore di camionisti provenienti dall’estero
Quale è la richiesta del mercato dell’autotrasporto? Giuseppina Della Pepa, direttrice di Anita (Associazione nazionale imprese di autotrasporto) ipotizza nell’immediato una mancanza di 5.000 autisti ma al Sole 24 ore la medesima sigla imprenditoriale formula una previsione per i prossimi due anni di ben 17.000 guidatori d assumere. Cifre che comunque fotografano un mercato del lavoro dove da un lato rimangono milioni di disoccupati e dall’altro le aziende non riescono a trovare figure specializzate (emblematico il caso denunciato da Confindustria di Vicenza).
Le cause di questosquilibrio - per quanto riguarda il mondo dell’autotrasporto -vengono messe a fuoco da Thomas Baumgartner, presidente di Anita: «L’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo, l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione, le inefficienze del sistema distributivo con insopportabili aumenti dei tempi attesa allo scarico e uno stato delle infrastrutture oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci sta creando una miscela esplosiva, amplificata dalla mancanza di autisti».
Partendo da questo «stato dell’arte», l’associazione del trasporto pesante formula una serie di richieste al governo. Nell’immediato: inserire nel prossimo decreto flussi una quota riservata agli autisti proprio per favorire il reclutamento di immigrati. Secondo Anita «questa non è “la” soluzione al problema ma fornirebbe un contributo positivo». Si passa poi alla richiesta di «politiche attive del lavoro» per la riqualificazione e la formazione di personale da rintracciare sul mercato del lavoro italiano.
La penuria di manodopera sta innescando una sorta di reazione a catena: alcune catene britanniche dell’autotrasporto propongono incentivi fino a 5.000 sterline l’anno; in Italia i salari restano al di sotto di altri Paesi europei. Secondo una ricerca dell’European Trade Union Institute lo stipendio medio mensile di un autista è di 1.750 euro (ma con forti oscillazioni tra 1.300 e 2.900 in base ad esperienza, qualifiche e spostamenti). In Germania la media sale a 2.150, in Svizzera a 4.500. Al capo opposto la aziende slovene pagano 790 euro, quelle polacche 430, quelle bulgare e rumene addirittura poco più di 200 euro.
di Claudio Del Frate