Paola Turci si racconta: |
I cantanti, si sa, sono grandi viaggiatori su strada: quando sono in tournée, devono usare automobili e autocarri per spostarsi con tutto il loro seguito dal luogo di un concerto a un altro. Paola Turci, per un bel po’ di tempo, ha fatto eccezione: "Per ogni percorso superiore ai 200 chilometri usavo l’aereo, anche se mi costringeva a portarmi appresso pacchi e valigie e non mi consentiva di arrivare esattamente dove dovevo recarmi. Superava anche queste scomodità, perché dell’auto non volevo più saperne: avevo avuto un incidente, un brutto incidente", confessa agli amici dell’Asaps. Paola ci parla in modo semplice, ci mette a nostro agio come se fossimo amici di lunga data. Trova il tempo di riceverci durante una tappa del suo ultimo tour, col quale sta portando in giro per l’Italia (o l’Europa?) gli 11 brani del suo nuovo album, "Questa parte di mondo". L’album riflette la sua ritrovata voglia di riflettere e di comunicare. Con noi dell’Asaps, Paola parla soprattutto del suo rapporto con l’auto e la strada. Ci racconta che dopo l’incidente si è armata di coraggio e ha ripreso a guidare. Con più consapevolezza di prima: "Prima ero molto distratta, mentre guidavo ero sempre in compagnia dei miei pensieri. Chissà, forse pensavo che comunque non avrebbe potuto succedermi nulla, anche perché di solito andavo piano. Ora no: sono prudente, metto sempre la cintura e faccio molta più attenzione a ogni manovra che compio. E chiedo a tutti di fare altrettanto, perché è importante". Insomma, sei diventata un’automobilista-modello… "No: qualche volta pigio un po’ troppo sull’acceleratore. Ma, ripeto, lo faccio sempre con attenzione. E probabilmente lo faccio per superare definitivamente la brutta esperienza dell’incidente". Un incidente che ha rischiato di spezzare una carriera lunga e piena di successi: grazie alla sua bella voce e a una presenza solare e affascinante, si è presentata al pubblico nel 1986 vincendo subito il premio della critica del Festival di Sanremo. Cantava "L’uomo di ieri", prima di una serie di altre belle canzoni: "Primo tango" (1987), "Sarò bellissima" (1988, ancora premio della critica a Sanremo), "Bambini" (1989, altro premio della critica e, soprattutto, vincente nella sezione nuove proposte). Ancora successi, con una parentesi legata ad un brutto incidente, (del quale parleremo nel nostro incontro) contemporaneo all’uscita dell’album Ragazze, con il successo sanremese, firmato da Luca Carboni con Stato di calma apparente.
Ormai Paola è diventata una "big" quando arriva l’album "Una sgommata e via" (1995). Poi ritorna più volte a Sanremo: nel 1996 con "Volo così", nel 1998 con "Solo con me" e nel 2001 con "Saluto l’inverno". Successi inframmezzati da altri due album: "Oltre le nuvole" (Disco di platino) e "Mi basta il paradiso" (del 2000, con brani firmati anche da Carmen Consoli). La carriera le è costata l’allontanamento dalla sua Roma: "Mi sono trasferita prima a Bologna e poi a Milano. Roma mi manca tanto e ora sto cercando casa per poterci tornare". Ma non t’impaurisce il traffico romano? "In città giro sempre in bici: uso l’auto solo per i lunghi viaggi. Mi piace molto l’autonomia ed il senso di grandezza che ti dà, ma non mi va di prenderla solo per andare a fare compere o sbrigare commissioni". E noi della Stradale? "Non mi fate paura, anzi per me è sempre un piacere vedere per strada voi, "Angeli blu": apprezzo il vostro lavoro, la vostra presenza è rassicurante. Ringrazio la Polstrada per la professionalità che ha dimostrato quando ho avuto l’incidente: gli agenti che sono intervenuti per i rilievi sono stati attenti e precisi. Poi al comando ho trovato disponibilità a darmi tutte le informazioni che mi servivano". Tutto qui? "No. Ricordo una volta a Roma: era sull’Aurelia, avevo fatto un sorpasso vietato e fui fermata da un poliziotto. Quando scesi dall’auto, ero convinta che il sorpasso in quel tratto si potesse fare e per di più ero molto nervosa. Lo ammetto: ho rischiato di essere denunciata per oltraggio all’agente. Nonostante questo, l’agente non perse la calma e mi disse che le cose non stavano cosi come pensavo: molto educatamente mi spiegò l’infrazione e poi scrisse il verbale, che a quel punto ho accettato serenamente. Apprezzo molto l’educazione verso gli utenti da parte degli appartenenti alla Polstrada, non sopporto invece i maleducati presuntuosi". Mando un grande abbraccio a tutti i soci ASAPS, con un arrivederci e un grande Bacio |