I
recenti fatti di cronaca sul problema rifiuti hanno posto in evidenza
alcuni dei più rilevanti aspetti della situazione di vera emergenza
in questo settore.
Ed offre lo spunto per una riflessione di approfondimento su un aspetto
spesso sottovalutato o sconosciuto ed oggi enfatizzato dalla
importantissima inchiesta di Spoleto sul traffico di rifiuti liquidi.
Inchiesta tra le più importanti e significative degli ultimi anni
nel settore delle grandi illegalità connesse alla gestione freaudolenta
dei rifiuti. E ci consente di avere conferma - purtroppo - del fatto che
il traffico dei rifiuti liquidi è, se possibile, peggiore e più
devastante del traffico dei rifiuti solidi!
L’utilizzazione agronomica degli affluenti di allevamento, comunemente
conosciuta come fertirrigazione, è una pratica che da anni genera
equivoci interpretativi e forzature applicative tutte convergenti a ritenere
una generalizzata deregulation della pratica in questione.
>Con la contestuale tendenza a renderla esente e zona franca dalle normative
sull’inquinamento (sia da quella in materia di rifiuti che da quella in
materia di scarichi). #9;
Dopo i vari filoni "classici" di smaltimento illegale e recupero
fittizio che maschera gestioni illecite in materia dei rifiuti, anche
il settore della fertirrigazione ha trovato - come era prevedibile ed
inevitabile - facile apertura d’ingresso per coloro che tendono a smaltire
stavolta rifiuti liquidi mascherandoli giuridicamente dietro il paravento
(soltanto apparentemente) innocuo della utilizzazione agronomica degli
affluenti di allevamenti.
Utilizzando il paravento formale della fertirrigazione, resa praticamente
esente da ogni forma di controllo grazie a decennali tendenze alla deregulation
applicativa, sotto uno strato di liquami zootecnici, che secondo alcuni
può essere sostanzialmente gettato sui terreni in modo praticamente
quasi libero, si nascondono in realtà quantitativi inverosimili
e devastanti di rifiuti liquidi pericolosi di ogni tipo che finiscono
anch’essi per essere "utilizzati agronomicamente" e cioè
riversati su terreni di comodo che diventano gigantesche discariche abusive
di liquami.
Discariche
abusive che vengono disseminate lungo percorsi di centinaia di chilometri
da una regione e, dunque, con un sistema ormai collaudato che consente
di fatto di far scomparire liquami i quali, al contrario dei rifiuti solidi
che comportano qualche difficoltà in più perché sono
visibili e devono essere almeno sotterrati, i liquidi si assorbono da
soli nel terreno e quindi l’azione è facile e priva di rischi.
Il sistema non è certo limitato giacché la fertirrigazione
è una pratica che si presta in modo fin troppo chiaro a tali forme
di illegalità occulta.
Non solo, ma anche quando non si raggiungono situazioni similari con l’invasione
metastatica di forme criminali, e anche se non vi sono mischiati rifiuti
chimici aziendali, si tratta sempre di una pratica ad elevatissimo impatto
ambientale che veicola sulla crosta terrestre quantitativi inverosimili
di liquami che in se stessi e per loro natura sono potenzialmente devastanti
per l’ambiente se il loro spargimento non viene curato in modo parco,
disciplinato e, soprattutto, controllato e controllabile.
Dunque, come per le terre da scavo soggette a esenzione normativa per
legge dal regime dei rifiuti, si è verificato puntualmente quanto
temuto (vedi caso Priolo) e cioè il fatto che insieme a quantitativi
enormi di terre-non rifiuti si sono mischiati rifiuti pericolosissimi
destinato a reinterri fraudolenti in zona franca dal regime di controllo
del sistema del decreto n. 22/97, così anche l’utilizzazione agronomica
degli affluenti da allevamento costituisce una pratica che non va sottovalutata
sia in se stessa per il rilevante carico inquinante che apporta già
per sua natura, sia perché è fonte di invasione da parte
di attività a forte stampo delinquenziale che possono utilizzare
tale pratica per riversare sui terreni anche liquami di ben peggiore natura.
Esiste comunque poi un problema capillare diffuso di una microillegalità
connessa allo spargimento dei liquami sui terreni che, pur non essendo
organizzata ed associata, pur essendo limitata a livello territoriale
ed operata da singoli individui o aziende di fatto, rappresenta nella
sua somma generale una rete capillare e fitta di piccoli episodi di riversamenti
illegali che valutati nel loro insieme quotidiano, ripetitivo e sistematico,
e soprattutto resi invisibili da coperture giuridiche interpretative,
provocano un danno rilevantissimo sul territorio i cui effetti sono decuplicati
da anni ed anni di pratica impunità elevata ormai a diritto acquisito.
Ogni spargimento entra direttamente nei cicli degli ecosistemi naturali
con un effetto domino sulle acque sotterranee e comunque sugli equilibri
del sottosuolo che appare devastante e silente nello stesso tempo e che
produce l’inquinamento irreversibile delle risorse potabili sotterranee.
Un danno ambientale inenarrabile e dalle conseguenze catastrofiche che
produrrà i suoi effetti in modo sistematico nei prossimi anni.
Va sottolineato che questi liquami sono assoggettati totalmente ed inevitabilmente
alla disciplina sui rifiuti e sugli scarichi.
Tutto il ciclo di questo liquame è inserito in questa disciplina,
dall’inizio alla fine.
Infatti se, come è uso comune e diffuso, il liquame proveniente
dall’allevamento (insediamento industriale) viene riversato in una vasca
a tenuta, avremo un rifiuto liquido di acque reflue disciplinato come
deposito temporaneo entro il decreto n. 22/97 sui rifiuti. #9;
Tale deposito sarà inevitabilmente ed assolutamente soggetto al
registro di carico e scarico.
Consegue che tutto questo prodotto deve essere trasportato via dopo che
ha raggiunto in vasca i limiti quantitativo/temporali del deposito temporaneo
tramite l’ordinario sistema di trasporto dei rifiuti. E’ assolutamente
inevitabile che il trasporto avvenga sempre e comunque con il formulario
di identificazione verso un sito dedicato e classificato come impianto
trattamento rifiuti liquidi conto terzi ai sensi del decreto n. 22/97.
La disciplina della fertirrigazione che si inserisce in questo viaggio
ha poi le sue regole e se queste non vengono rispettate il soggetto va
incontro allo smaltimento illegale di rifiuti liquidi penalmente sanzionato
in modo forte. #9;
Dunque il problema è vasto e grave.
Bravi gli investigatori che hanno individuato un filone di indagine importante
e significativo.
E questo ci induce a sottolineare che controlli capillari e soprattutto
approfonditi - su strada soprattutto - sono essenziali e vincenti per
contrastare tutte le forme di illegalità emergenti nel campo del
traffico dei rifiuti, ora anche e soprattutto liquidi.
Affinché il territorio non diventi, o non continui ad essere la
spugna assorbente dei liquami tossici e devastanti riversati a flusso
incontrollato da mani criminali che stanno corrompendo la crosta terrestre
sulla quale viviamo (e le acque che beviamo). In ogni regione, perché
nessuno può dirsi esente da tali forme di illegalità che
certamente non sono "targate" ed esteriorizzate (e sono quindi
silenti ed invisibili) ma che, seppure "non si vedono" (come
qualcuno ingenuamente sostiene) esistono e sono in mezzo a tutti noi (e
distruggono l’ambiente senza confini di danno).
*Magistrato
Membro ex Commissione
Ministeriale Ecomafia
|