Pericolosa e mortale quanto il vaiolo, la benzina con il piombo, chiamata anche «benzina rossa» è stata gradualmente messa al bando nei Paesi industrializzati verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso, dopo che gli scienziati avevano portato prove inoppugnabili dei danni causati dal piombo contenuto nella benzina all’ambiente e alla salute umana. Si è passati alla «benzina verde» che al posto del piombo all’inizio conteneva benzene. Il nome «verde» induce a pensare che sia più «ecologica», ma in realtà è solo il colore che si aggiungeva per distinguerla dalla «rossa», colorazione che è stata abolita nel 2012. In Italia non si vende più benzina rossa ai distributori dal 2001, ma se ne produce ancora una minima quantità per le auto storiche.
Il piombo tetraetile
Il piombo tetraetile veniva addizionato al carburante per le sue qualità antidetonanti durante la compressione nelle camere di scoppio. Quando si passò dalla benzina «normale», a basso numero di ottani, incolore e senza piombo, alla super con maggiore numero di ottani che assicurava prestazioni migliori ai motori, si dovette addizionare il piombo. I problemi sanitari legati al piombo nelle benzine erano noti negli Stati Uniti già dagli anni Venti, ma si è continuato ad addizionarlo.
Gli ultimi
Gli ultimi Paesi a utilizzare il piombo erano rimasti Corea del Nord, Myanmar e Afghanistan, che avevano però fermato la vendita nel 2016. Erano rimasti soltanto Iraq, Yemen e Algeria che uno dopo l’altro hanno ceduto anche loro. La benzina al piombo viene ancora utilizzata negli aerei di aviazione generale (turismo).
di Paolo Virtuani
da corriere.it