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Strage di Amola, via al processo: «L’auto viaggiava a 120 all’ora»

Chiesto il giudizio per il patrigno della piccola Jessica. Morirono lei e altri quattro
Le immagini dell’incidente

Sfrecciava a tutta velocità il BMW sul quale un anno e mezzo fa perse la vita la piccola Jessica Galantino, di soli 9 anni. Alla guida c’era il compagno della mamma, Roberto Ariu, 61enne di Crevalcore, per il quale adesso la Procura chiede il rinvio a giudizio.

 

 

Incidente gravissimo

Quella sera, era il 6 giugno 2020, sull’asfalto rimasero quattro giovani vite: oltre a Jessica, morirono Yosri Souaieh e Yasser Souaieh, gemelli di 21 anni residenti nel Modenese, e Nadhem Ben Belgacem , 20 anni, di Sant’Agata Bolognese. Tutti di origini tunisine, i tre ragazzi erano forse alticci e stavano andando via dal bar Robby, sulla strada provinciale 568 tra Amola di Crevalcore e San Giovanni in Persiceto. Yasser Souaieh, che guidava la sua Peugeot 107, partì sgommando e invase la corsia opposta, sulla quale viaggiava Ariu con Jessica seduta davanti, senza la cintura di sicurezza. Neanche i ragazzi sulla Peugeot indossavano la cintura, che forse avrebbe potuto salvare loro la vita. Ma il BMW guidato dal 61enne, che tornava verso Crevalcore dopo aver trascorso una giornata al mare con la bambina, viaggiava a una velocità di 120 km orari, mentre il limite su quella strada è di 50, e invase l’isola di traffico centrale della strada, impattando violentemente contro la Peugeot con a bordo i ragazzi.

 

La morte del quinto uomo

Lo schianto fu tremendo, la bambina schizzò fuori dall’auto dal finestrino e le due auto si trascinarono per 50 metri tra le scintille delle lamiere. Finirono addosso alle fioriere davanti al bar Robby, ai cui tavolini era seduto Mario Marchesini, 69enne del posto che rimase gravemente ferito. L’uomo è deceduto un mese e mezzo dopo all’ospedale Maggiore a causa delle ferite riportate nell’incidente. Ariu è rimasto l’unico imputato in vita, accusato di omicidio stradale plurimo, visto che morirono cinque persone, anche se ci fu un concorso di colpa con il 21enne tunisino che guidava l’altra auto, deceduto pure lui. A parte Marchesini, le altre vittime morirono tutte sul colpo. La mamma della bambina, che viveva con tre figlie a pochi chilometri, in una villetta di Malalbergo, accorse sul posto dell’incidente e rimase a piangere sull’asfalto con il corpicino di Jessica tra le braccia.

 

L’udienza preliminare

Oggi, martedì 21 settembre, si aprirà l’udienza preliminare davanti al gup Grazia Nart. La difesa dell’imputato, avvocato Francesca Storai, chiederà probabilmente un patteggiamento. Alcune parti civili, come gli eredi di Marchesini assistiti dall’avvocato Veronica Pettazzoni, sono state risarcite dalle due compagnie assicurative e ritireranno la costituzione. Ma ci sono molte parti offese: lo zio dei gemelli tunisini e il cugino dell’amico che viaggiava con loro, il papà e la mamma di Jessica. È probabile che l’udienza sarà rinviata anche per decidere su un eventuale patteggiamento se ci sarà l’assenso del pm Antonello Gustapane. L’incidente un anno fa sconvolse la comunità di Malalbergo, dove Jessica viveva, ma anche quella di Sant’Agata Bolognese, dove i ragazzi tunisini erano conosciuti perché la famiglia dei gemelli gestisce una pizzeria nella quale lavoravano anche loro. Jessica era una bambina solare e vivace, non si staccava mai dal suo coniglietto, amava cantare e ballare e i suoi video restano immortalati sui social, insieme ai ricordi di chi le voleva bene.

di Andreina Baccaro
da corrieredibologna.corriere.it

Mercoledì, 22 Settembre 2021
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