Arezzo, condannati per guida in stato di ebbrezza possono fare gli "assistenti pedonali"
Firmato tra polizia municipale, Uiepe (Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna) di Firenze (sede distaccata Arezzo) e Associazione familiari e vittime della strada onlus il protocollo d’intesa di durata triennale per la realizzazione del progetto di sicurezza stradale “Ruote ferme, pedoni salvi”. Firmatari il comandante Aldo Poponcini per la PM, Silvia Frisina per la onlus, Cristina Galavotti responsabile della sede distaccata dell’Uepe di Arezzo. “Come noto – ha sottolineato il sindaco Alessandro Ghinelli – l’area territoriale di competenza del corpo di polizia locale è particolarmente estesa, con arterie stradali caratterizzate da rilevante traffico e luoghi molto frequentati. Questa compresenza richiede un servizio di controllo quotidiano e costante, specialmente dei punti più critici. Ben venga dunque l’ausilio disciplinato da questo protocollo che consegue anche un secondo importante obiettivo: restituire a un ruolo di utilità sociale persone protagoniste di specifiche condotte illecite. In tal modo, stimolando la presa d’atto della dimensione relazionale di quanto da loro compiuto, ne favoriamo il reinserimento all’insegna di una cultura della legalità e di un sentimento del bene pubblico. Potremmo definire il tutto: economia circolare del comportamento”. “È possibile rimettere in pista – ha aggiunto il vicesindaco Lucia Tanti – chi ha commesso un errore, recuperarlo attraverso la sua disponibilità. Arezzo dimostra ancora una volta che fare comunità è possibile, grazie a un duplice binario composto da una sinergia forte tra le istituzioni e dall’alleanza tra famiglie, le vere vittime dei comportamenti non corretti, associazionismo e istituzioni stesse”. “La polizia municipale deve fornire risposte – ha dichiarato il comandante Aldo Poponcini – e per questo s’impegnerà a dare seguito a quanto previsto dal protocollo. Abbiamo pensato di partire con 3 persone, con l’obiettivo focalizzato sulle strisce pedonali in prossimità delle scuole elementari, percorse ogni mattina da molti bambini”. “L’Associazione familiari e vittime della strada onlus – hanno rilevato i loro rappresentanti Silvia Frisina e Corrado Tesei – rappresenta e tutela nelle sedi istituzionali, fin dalla nascita, gli interessi degli utenti della strada, è stata promotrice della legge 41 del 2016 su ‘Omicidio e lesioni stradali’ e il 5 novembre 2018 ha sottoscritto una convenzione con il ministero della Giustizia per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità ai fini della messa alla prova. Siamo attivi con campagne ed eventi finalizzati a prevenire, educare e sensibilizzare, con il chiaro intento di ridurre il tasso di incidentalità stradale. Citiamo: #chiguidanonbeve, #chiguidanonchatta, ‘Ruote ferme, pedoni salvi’, ‘Ruote ferme, bimbi salvi’, #sempreprotetti, ‘SEE YOU (fatti vedere)’. A seguito della convenzione sopra citata, collaboriamo fattivamente con il tribunale e l’Uepe nel progetto ‘Attenti alla guida’, ideato e promosso dall’Uepe stesso, grazie al quale abbiamo potuto sperimentare la fattiva collaborazione con la polizia municipale che adesso, con questa firma, intendiamo rafforzare”. “L’Ufficio di esecuzione penale esterna – ha ricordato Cristina Galavotti – predispone i programmi di trattamento rivolti a chi è sottoposto a messa alla prova o in esecuzione della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità. Svolge un ruolo di promozione, verifica e coordinamento di questi programmi ed è il referente della magistratura per gli utenti in carico. In questo quadro, lavoriamo in direzione di una sempre maggiore sicurezza, elemento percepito dai cittadini come un diritto primario e una componente indispensabile della qualità della vita. ‘Attenti alla guida’, ad esempio, coinvolge già 50 soggetti”. “Ruote ferme, pedoni salvi”, promosso da Afvs, permette dunque di reperire figure denominate “assistenti pedonali” che possano collaborare con gli agenti della PM nel presidio degli attraversamenti pedonali davanti alle scuole, agli uffici giudiziari, alle palestre, alle discoteche, ai luoghi di aggregazione sociale. Chi saranno i futuri “assistenti pedonali”? Gli imputati che beneficiano della sospensione del procedimento con messa alla prova per i reati commessi ai sensi degli articoli 168 bis del codice penale e 464 bis del codice di procedura penale e i condannati che beneficiano della pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità con particolare riguardo agli articoli del codice della strada che fanno riferimento alla guida in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope e al provocare incidenti stradali a causa di queste assunzioni. Nella fase di individuazione dei soggetti, entreranno in ballo Afvs e Uepe. Associazione familiari e vittime della strada e Ufficio esecuzione penale esterna opereranno congiuntamente una selezione preliminare, dopo di che le persone con i requisiti idonei saranno prese in carico dall’associazione e incluse nel progetto. L’attività sarà totalmente non retribuita e dunque resa a favore della collettività, secondo modalità indicate nell’ordinanza di sospensione del procedimento con messa alla prova o nella sentenza relativa alla pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, emanate dai giudici. A questo punto, subentrerà la polizia municipale: in primis con un corso di formazione rivolto ai futuri “assistenti pedonali”. Dopo di che provvedendo alla loro assegnazione, concordandola con gli altri sottoscrittori, presso gli attraversamenti ritenuti da presidiare sulla base delle esigenze emergenti. I turni dovranno essere stabiliti in coerenza alle ore assegnate dal giudice sulla base del programma di trattamento redatto dall’Uepe. Qualora il servizio sia effettuato nei pressi di un istituto scolastico, gli assistenti dovranno comunque coprire gli orari di entrata e uscita degli studenti. Tutti, debitamente assicurati contro gli infortuni e le malattie professionali, presenteranno elementi di riconoscibilità nell’abbigliamento e nelle dotazioni, consistenti in una paletta con led luminoso e in una bodycam come supporto digitale audio-video. Arezzo è la terza città italiana, dopo Torino e Chieti, dove “Ruote ferme, pedoni salvi” viene attivato.