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Notizie brevi 18/03/2022

Strage Erasmus, sei anni dopo
«Ancora aspettiamo giustizia»

Il 20 marzo 2016 sull’autostrada A7 spagnola un autobus con a bordo 57 studenti di ritorno da Valencia a Barcellona si schiantò contro il guardrail. Persero la vita 13 studentesse tra i 18 e i 25 anni, tra cui sette italiane

«Sono passati sei anni dal giorno che abbiamo perso le nostre figlie. E dopo tre tentativi vergognosi di archiviazione solo la volontà e la disperazione di noi genitori ha permesso che questo non avvenisse». Ma la giustizia è ancora un miraggio per le famiglie delle 13 ragazze che hanno perso la vita in un incidente stradale in Spagna dove si trovavano per il programma Erasmus. Gabriele Maestrini è il padre di Elena, studentessa di 21 anni di Gavorrano. In questi anni non ha smesso di combattere per avere giustizia. E adesso, nel sesto anniversario di quella tragedia che ha cambiato per sempre il corso della sua vita, per la terza volta andrà di fronte all’ambasciata di Spagna a Roma. «Voglio manifestare in silenzio il dolore e l’indignazione per come è stata portata avanti l’inchiesta in Spagna da parte di alcuni giudici istruttori», dice. Ma non sono indirizzate solo alla Spagna le sue proteste: «Non nascondiamo l’amarezza e la delusione che abbiamo nei confronti di alcune istituzioni pubbliche italiane che pur dimostrando vicinanza e solidarietà non hanno condiviso e affiancato in modo reale e concreto la ricerca di verità e giustizia costituendosi parte civile nel procedimento spagnolo, o  istituendo inchieste parallele. L’Italia e l’Europa non possono dimenticare che queste 13 ragazze stavano partecipando a un nobile progetto pubblico ed europeo chiamato Erasmus». Il Direttore dell’Agenzia Nazionale Erasmus — ricorda Gabriele Maestrini — nella ricorrenza di un anno fa dichiarava: «Traditi i valori del programma Erasmus. Senza verità e senza chiarezza risultano palesemente traditi e offesi i valori di fratellanza, di amicizia e di speranza rappresentati dal Programma Erasmus».

Il 20 marzo 2016 sull’autostrada A7 spagnola un autobus con a bordo 57 studenti di ritorno da Valencia a Barcellona si schiantò contro il guardrail. Persero la vita 13 studentesse tra i 18 e i 25 anni, tra cui sette italiane. Tra loro c’erano tre toscane: Elena Maestrini di Bagno di Gavorrano, Valentina Gallo di Firenze e Lucrezia Borghi di Greve in Chianti. Nell’ottobre 2019 l’autista, che alla fine ha ammesso di aver avuto un colpo di sonno, è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo ma da quel giorno è calato il silenzio. Le famiglie dei ragazzi hanno sempre ritenuto che le responsabilità andassero ricercate anche altrove: troppe lacune in termini di sicurezza nell’organizzazione di quel viaggio.
«La nostra vita si è fermata a quel giorno — continua il papà di Elena — ma stiamo continuando la nostra lotta per fare emergere la verità e dare giustizia a loro che sono state condannate senza colpa a rimanere eternamente giovani. Ci auguriamo comunque che la nostra determinazione riesca a far emergere in modo inequivocabile le criticità di tale dramma affinché il legislatore possa individuare gli errori compiuti e  con il senno di poi applichi quei correttivi affinché migliori la sicurezza dei nostri giovani che continueranno a realizzare esperienze di studio e di vita in una Europa migliore e più sicura».

da corrierefiorentino.corriere.it


La giustizia italiana - è noto - non corre. Ma pure quella spagnola non è certo un fulmine di velocità. A distanza di sei anni è già ingiustizia comunque.
"Sono passati sei anni dal giorno che abbiamo perso le nostre figlie. E dopo tre tentativi vergognosi di archiviazione solo la volontà e la disperazione di noi genitori ha permesso che questo non avvenisse». Ma la giustizia è ancora un miraggio per le famiglie delle 13 ragazze che hanno perso la vita in un incidente stradale in Spagna dove si trovavano per il programma Erasmus". Solidarietà alle famiglie delle 13 ragazze. (ASAPS)

Venerdì, 18 Marzo 2022
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