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Notizie brevi 22/03/2022

Verona, 160 «auto fantasma» intestate a due donne senza redditi

Erano prestanome di un’organizzazione che usava i veicoli per furti e rapine. Accumulato più di un milione di multe per violazioni del codice della strada

Un’indagine della polizia locale di Verona, insieme ai carabinieri di San Giovanni Lupatoto, ha portato a rinviare a giudizio due donne milanesi, prive di reddito, risultate intestatarie di 160 veicoli e due false società. Secondo gli inquirenti, si tratta di prestanome di un’organizzazione che usava auto per commettere furti o rapine. I primi passi dell’operazione risalgono a metà ottobre. Nel corso di un controllo, i carabinieri di San Giovanni Lupatoto hanno fermato un veicolo su cui hanno trovato i documenti e le chiavi di altre auto. Tra questi, anche il certificato di proprietà di una 50enne milanese, i cui mezzi erano stati già visti circolare in zone dove, successivamente, si erano verificati furti in abitazione. Un monitoraggio iniziale su cui si sono costruite le fondamenta dell’indagine «Auto fantasma», culminata con il rinvio a giudizio di due donne residenti a Milano e il sequestro dei veicoli di cui erano intestatarie fittizie.

Prestanome di un’organizzazione criminale
Nel corso dei controlli, le forze dell’ordine scaligere hanno scoperto che alle due donne, prive di reddito, venivano intestati fino a due veicoli al giorno, tanto che risultavano proprietarie di oltre 160 mezzi - molti in fermo fiscale e sottoposti a divieto di vendita - ma anche di due false società. Erano le prestanome di un’organizzazione più strutturata sul territorio, che, secondo gli investigatori, utilizzava vetture per compiere reati come furti agli anziani, alle abitazioni e rapine. Uno stratagemma che le indagini della polizia locale di Verona, in collaborazione con i carabinieri di San Giovanni Lupatoto, hanno sgominato. Il sistema criminale è stato smascherato grazie all’incrocio di dati veronesi con quelli dell’ufficio intestazioni fittizie della procura di Milano. Un passaggio che ha consentito di mettere in luce come ai veicoli delle cinquantenni - una di loro residente in alloggio comunale - fossero collegati una lista di reati, come false attestazioni, resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione, porto ingiustificato di armi e oggetti per lo scasso. La Procura lombarda ha quindi emesso un provvedimento di blocco anagrafico delle vetture. I veicoli sono stati posti sotto sequestro, per un procedimento per truffa a danni dello Stato, e le due donne rinviate a giudizio.

Lavoro di squadra
«Grazie all’autorità giudiziaria e alla sinergia tra forze dell’ordine, partendo da un controllo siamo risaliti all’utilizzo di veicoli usati dalla criminalità in mezza Italia – osserva il comandante della polizia municipale Luigi Altamura - Si è riusciti a bloccare questa attività di intestazione dimostrando una truffa a danni dello Stato. Devo ringraziare gli operatori del Laboratorio analisi documentale per l’intensa attività che, grazie al fondamentale sistema Giano, ci permette di individuare ed aprire nuove attività di indagine, visto che alla guida di queste auto ci sono soggetti che commettono reati». Secondo i calcoli effettuati, gli illeciti e i reati commessi da chi si trovava a bordo delle «auto fantasma» corrisponderebbero a sanzioni amministrative per oltre un milione di euro. Multe - mai pagate - legate ad eccesso di velocità, a ingressi in Ztl, ma anche a incidenti stradali. «Ancora una volta risulta determinante il lavoro svolto dalla polizia locale – afferma l’assessore veronese Marco Padovani - Questo anche grazie alla collaborazione con i carabinieri, che ci ha permesso in due anni di individuare 16 soggetti proprietari di circa mille autoveicoli sequestrati».

da corrieredelveneto.corriere.it


 Operazione congiunta della Polizia Locale e dei Carabinieri. Risultato notevole! (ASAPS)

Martedì, 22 Marzo 2022
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