Se stavate
aspettando il Natale per rompere il limite dei 130 all’ora avete aspettato
invano. Anzi, preparatevi ad una attesa snervante: i famigerati 150
(possibili solo in particolari condizioni e in brevi tratti autostradali)
resteranno chiusi nel cassetto dei gestori autostradali almeno fino
alla prossima primavera.
Le troppe difficoltà, i veti incrociati e soprattutto il peso
delle responsabilità caricate sulle spalle delle società,
stanno affossando il progetto del ministro delle Infrastrutture e Trasporti.
Lo stesso Lunardi aveva parlato più volte di un "imminente
avvio del progetto", sottoposto, però, ad un continuo quanto
durissimo fuoco di sbarramento. L’ultima data certa era "fine novembre",
che aveva seguito "fine ottobre" e "fine agosto".
Al terzo rinvio si torna al punto di partenza. I gestori autostradali
hanno infatti dilatato i tempi della decisione, diluito le polemiche
e gli scontri e hanno, nei fatti, opposto una resistenza passiva al
via libera ai 150.
A due anni e mezzo dal primo accenno di Lunardi all’innalzamento del
limite nessuno vuole accollarsi l’onere di aprire i propri percorsi
autostradali ai nuovi limiti. La spiegazione è semplice: la responsabilità
di una scelta del genere è lasciata ai direttori di tronco delle
autostrade. In pratica sarà il responsabile di un determinato
percorso ad autorizzare i 150. E non è un peso di poco conto
visto che si gioca anche con le possibili conseguenze di eventuali incidenti,
delle colpe, delle querelle giudiziarie. Per non parlare poi delle dispute
tra società concorrenti, magari confinanti nei tratti individuati
per i 150 e il gioco è fatto. Il ministro però preme sul
tavolo messo in piedi presso l’Aiscat (l’associazione delle società
autostradali) con la partecipazione del ministero e della polstrada,
che dovrà sulla carta vigilare con grande sfoggio di uomini e
mezzi tecnologici (autovelox) sui tratti ad alta velocità. La
verità (nascosta) la tira fuori con un pizzico di rabbia uno
dei dirigenti di una società di gestione che preferisce l’anonimato
alla polemica diretta con Lunardi: "E se qualcuno farà causa
al povero direttore di tronco, magari dopo la morte di qualche automobilista
proprio su uno di quei tratti ad alta velocità come la mettiamo?".
In teoria sono già segnati come pronti 450 chilometri di autostrade
a tre corsie e rettilinei dritti e affilati come coltelli dove premere
senza troppi rischi sul gas. Pronte anche le segnalazioni visive, i
cartelli elettronici che segnaleranno i percorsi autorizzati. Al primo
posto, sulla A1, il tratto tra Roma e Napoli nel tratto che collega
Roma al nodo di Frosinone. Meno papabile, anche se si continua a parlarne,
la A26 dove la nebbia resta uno dei problemi da superare. La partita
non è affatto chiusa quindi. "Passerà l’inverno -
taglia corto il solito dirigente anonimo - e passeranno altri mesi.
Insomma, a noi quei 150 all’ora non ci piacciono per niente: più
tardi arriveranno e meglio sarà per tutti...".
LUCIO
CILLIS