Guida
ubriaco: fa strage per la seconda volta Nel ’97 uccise due coniugi. Ha patteggiato e riottenuto la patente: lunedì ha causato un’altra tragedia |
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PADOVA
- Quattro morti sulla coscienza nel giro di poco più di sei anni.
Due lunedì scorso, due nel ’97. Tutti causati da due incidenti
stradali. Al volante sempre lui, Stefano Romanin, 27 anni, di Adria (Rovigo).
A lui è andata bene: non si è mai fatto troppo male e sei
anni fa se l’è cavata con qualche graffio, un patteggiamento
per omicidio colposo e un nuovo esame per conseguire la patente. Lunedì
scorso, poco dopo le 22, Romanin era alla guida della sua Peugeot 206
in una via di Padova quando ha perso il controllo ed è finito addosso
a una Renault 19. A bordo c’erano due pensionati di quasi 70 anni,
Riccardo Sattin e sua cognata Lina Bacchin, madre di tre figli tra i quali
un vigile urbano. Tornavano da una serata al dancing, sono morti sul colpo.
Nella Peugeot del ragazzo la polizia municipale ha trovato un laccio emostatico,
una siringa e due boccette di liquido trasparente, che ora sono all’esame
dei periti della procura. Il tasso di alcol nel suo sangue era 1.03, doppio
rispetto al limite di legge.
Romanin è di nuovo indagato per omicidio colposo, come nel 1997. Quella volta era pomeriggio, il 13 dicembre, quando il giovane uccise due persone più o meno nello stesso modo sulla strada provinciale 46 in Polesine, tra Corbola e Taglio di Po. Dopo un sorpasso azzardato, la sua Lancia Dedra era piombata su una Fiat Tipo con a bordo due coniugi di Adria, Gian Mario Trombini, 43 anni, e Sandra Luana Mancin (42). Morti sul colpo. C’è rabbia nei familiari delle vittime di questa sorta di "serial killer colposo". Luca Trombini, figlio dei due polesani scomparsi nel ’97, ha rivissuto la sua tragedia quando ha saputo del secondo incidente: "Non posso perdonarlo. In tutti questi anni da lui non è arrivata mai una parola, un gesto nei nostri confronti. Siamo vicini di casa, e quando lo vedo lo evito. A queste persone la patente va tolta a vita". Luca Sattin, figlio della signora morta lunedì e ispettore dei vigili urbani a Padova, è altrettanto duro. "Vorrei dirgli di farsi vivo. Il mio credo mi chiede di perdonarlo. Ma c’è una giustizia degli uomini alla quale è giusto che risponda. Mi farebbe male, fra qualche mese, vederlo ancora al volante". Antonio Andreotti |