ROMA,
INAUGURATO IL NUOVO CENTRO POLIFUNZIONALE DELLA POLIZIA DI STATO INTITOLATO
A EMANUELE PETRI. PISANU, "LO STATO NON DIMENTICA I SUOI CADUTI".
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Una panoramica del nuovo Centro Polifunzionale e Scuola Tecnica della Polizia di Stato di Roma |
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(ASAPS)
ROMA - "La minaccia del terrorismo continua ad incombere sulla convivenza
interna e internazionale, e non può essere in alcun modo sottovalutata".
Così ha parlato ieri a Roma il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu,
intervenuto all’inaugurazione del nuovo Centro Polifunzionale e Scuola
tecnica della Polizia di Stato di Roma - Spinacelo, intitolato a Emanuele
Petri, Sovrintendente della Polfer ucciso un anno fa dal brigatista Mario
Galesi, morto anch’esso nello scontro a fuoco, durante la cattura di Nadia
Lioce, avvenuta su un treno tra Perugia e Arezzo. Pisanu ha ricordato
che "lo Stato non dimentica i suoi morti, e grazie al sacrificio
di Emanuele Petri gli assassini di Marco Biagi e Massimo D’Antona non
resteranno impuniti. Per fare questo - ha aggiunto il capo del Viminale
- non lasceremo nulla di intentato: lo sappia chi in Italia coltiva ancor
oggi folli disegni eversivi, chi pratica la violenza come metodo di lotta
politica ed anche chi, scappato all’estero, si sottrae da troppo tempo
all’esecuzione di condanne definitive dei nostri tribunali per omicidio
e altri gravissimi reati di terrorismo".
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Alla
cerimonia hanno partecipato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio
Gianni Letta e il capo della polizia Gianni De Gennaro, mentre Francesco
Cossiga ha fatto giungere un messaggio di saluto. Dal sacrificio di Petri,
che consentì l’arresto di una delle latitanti di punta delle BR,
accusata di entrambi gli omicidi dei due consulenti del lavoro Massimo
D’Antona e Marco Biagi - avvenuti a distanza di tre anni - sono scaturite
le indagini che hanno portato nei mesi scorsi a sgominare la colonna tosco-laziale
delle nuove Brigate rosse-Partito comunista combattente. Alla cerimonia
c’era anche Alma Petri, vedova del sovrintendente assassinato, che portando
al petto la medaglia d’oro conferita al marito, ha detto di essere "orgogliosissima
di quello che Emanuele ha dato e di quello che ha fatto. Potrei anche
perdonare, ma non vedo nessun cenno di pentimento". In un angolo
il figlio Angelo, con la divisa da allievo agente. (ASAPS)
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