di Lorenzo Borselli*
Innocente o colpevole? No. È solo “assolto”
Il processo per l’omicidio degli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, uccisi a Trieste da Alejandro Meran ci insegna molto
Soprattutto che lo Stato c’è e non c’è
“Le parole contano […], le parole difendono, le parole hanno veramente il potere di cambiare la somma delle giornate che fa la storia (che siamo noi e quello che ci raccontiamo), le parole hanno il potere di creare e lo sa bene chi le conosce, le teme, le scova…”
Tamara Baris, su “Treccani”
Mantenere la calma e la lucidità, quando viene assolto dall’accusa di omicidio plurimo un uomo che è risultato effettivamente colpevole del reato, diciamocelo, non è affatto semplice: chiunque abbia un minimo di istruzione giuridica o anche solo di buon senso, lo capisce subito che la questione si sposta su un piano etico e morale e va a toccare il fondamento stesso del nostro ordinamento giudiziario. Per cui lo diciamo subito: prima di alzare le mani al cielo e gridare allo scandalo, pensateci bene, perché secondo noi la questione che riguarda l’assoluzione del killer di due poliziotti è davvero etica: prendiamo tutti un bel respiro, come capita spesso a chi fa un lavoro come il nostro – sulla trincea del fronte – e cerchiamo di ragionare.
Molti di noi hanno scelto di abbracciare una professione sulla spinta idealistica per cui le cose devono essere bianche o nere vero?
Beh, ci dispiace giacche blu: qui regna il grigio...
da il Cnetuaro n. 248
La interessante e acuta riflessione sulla “assoluzione” del duplice omicida dei due agenti Demenego e Rotta della Questura di Trieste. A cura di Lorenzo Borselli Ispettore Polizia di Stato e Consigliere nazionale ASAPS. Da il Centauro n.248.