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Notizie brevi 23/02/2004

FINALMENTE IN DISTRIBUZIONE LE PRIME NUOVE DIVISE CON PROTEZIONE PER I MOTOCILISTI DELLA POLIZIA STRADALE

 
FINALMENTE IN DISTRIBUZIONE LE PRIME NUOVE DIVISE CON PROTEZIONE PER I MOTOCILISTI DELLA POLIZIA STRADALE
(ASAPS) Giubbotto in Cordura, paraschiena e gomitiera, pantalone elasticizzato con protezioni morbide sulle ginocchia. È questa la nuova dotazione per i motociclisti della Polizia Stradale e delle Motovolanti, ora in distribuzione presso alcuni magazzini "veca". Si tratta di un’iniziativa tanto provvidenziale quanto attesa (e forse tardiva), visto il continuo incremento dei sinistri che vedono coinvolti a vario titolo i centauri, non solo "civili" ma anche  appartenenti alle varie forze di polizia, soprattutto tra quelle municipali e la stessa Stradale. In Germania, e in altri paesi del nord europa, gli agenti sono equipaggiati da tempo come si addice davvero ai motociclisti: tuta completa spezzata in pelle, paraschiena duro in cuscinetti, stivali e guanti con protezioni, saponette sulle ginocchia, paracolpi sulle clavicole e chiocciole sui gomiti. In altre realtà come l’Italia, ma anche in Francia, Spagna, Portogallo e Inghilterra, l’uniforme è invece spesso la stessa dei servizi automontati, con la sola particolarità - ma solo in Francia e penisola iberica oltre all’Italia - dei pantaloni zuava interno stivale. Il risultato sarà senz’altro quello di una figura meno goffa, più marziale e forse anche più decorosa, ma in caso di caduta le conseguenze sono spesso gravissime, soprattutto se ad alta velocità: un motociclista esperto evita infatti di uscire, anche per una semplice passeggiata, in maniche di camicia o con un giubbotto normale, ben conscio di quello che potrebbe accadere in caso di scivolata. Il rischio per gli operatori di polizia in motocicletta è esponenziale, essendo questo un servizio effettuato su motoveicoli soggetti a interventi urgenti e quindi sottoposti a trasferimenti ad alte velocità. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se un motociclista della Polizia Stradale scivolasse in maniche di camicia. Ora, con il tessuto antistrappo con cui sembra essere stata cucita la nuova giacca, il corpo del centauro in divisa dovrebbe essere al riparo da ecchimosi, abrasioni e ustioni causate dallo strusciare del tessuto epidermico sui grani d’asfalto.
 
La vera novità è però l’inserimento all’interno del capo di vestiario, parte superiore della nuova "combinata", del paraschiena, delle gomitiere e del paracolpi per le clavicole, anche se per questa parte anatomica sarebbe stata sufficiente una robusta protezione semirigida. A livello pratico infatti, come ci suggerisce il dottor Marco Guidarini, medico ortopedico del 118 e presidente dell’associazione Motociclisti Incolumi, la frattura di clavicola, nel caso dei centauri, avviene nel 70/80% dei casi per urto indiretto, tra il terzo interno e terzo medio. Nella maggior parte delle cadute in cui il motociclista riporta la frattura di clavicola infatti, la rottura di questo osso avviene per urto indiretto o per compressione, dovuta all’assorbimento di una grossa energia dal palmo della mano, dal gomito o dalla spalla. Meglio sarebbe stato, insomma, se al posto dei paracolpi sulle clavicole fossero stati forniti guanti e stivali idonei ad assorbire forti urti, soprattutto sui malleoli, e distribuire equamente sul tessuto l’energia cinetica derivata dall’impatto.
Certe protezioni infatti, nell’era in cui si va diffondendo l’airbag per le due ruote inserito nei capi d’abbigliamento specialistici, costituiscono ormai un dispositivo di sicurezza passiva irrinunciabile. Interessante e meritevole di attenzione il sistema di legacci a strappo che consente di assicurare la combinazione sul cavallo del pantaloni, per impedire alla  giacca di risalire durante una strisciata a terra e lasciare scoperta e vulnerabile la parte inferiore del tronco, addome e schiena: questa soluzione si interfaccia con lo spicchio semirigido del pantalone, che si allunga dal fondoschiena fino all’altezza delle vertebre lombari, dove inizia la copertura del paraschiena, tenuto saldo alla vita da due segmenti elastici sui fianchi. Il paraschiena, inserito nella giacca, è  un elemento importantissimo, al quale molti colleghi avevano ovviato acquistando corpetti da indossare fuori ordinanza sotto la camicia: tutti sono ben consci infatti della necessità di proteggere al massimo la spina dorsale.
Le lesioni mieliche - quando cioè il midollo fuoriesce dalla colonna vertebrale - sono irreversibili. Altro difetto la mancanza di una protezione rigida sulle ginocchia. È stato inserito, come una sorta di vecchia salopette da sci, un rinforzo notevole, che dall’articolazione rotulea fascia l’interno coscia fino al secondo terzo del femore. Avremmo preferito una ginocchiera interna al pantalone, come nei capi in cordura assai diffusi tra i mototuristi. Caldi d’inverno e meno pesanti d’estate grazie alla possibilità di estrarne l’imbottitura, avrebbero consentito una sicurezza maggiore. Alcuni colleghi hanno criticato la scelta della cordura, chiedendo l’assegnazione di capi in pelle. Certamente, da un punto di vista tecnico, la pelle fornisce maggiori garanzie in termini di resistenza agli strappi e maggior protezione in caso di urto. Negli ultimi test, tuttavia, anche il materiale sintetico ha mostrato pari livelli di resistenza e affidabilità. Certo, non si è ai livelli della famosa pelle di canguro, ma solo per l’impermeabilità anche noi avremmo optato per cordura e goretex, a patto che il tessuto sia davvero composto da tale materiale. Vedremo, ma intanto, con l’aria che tira sui  capi di vestiario, la nuova fornitura costituisce già un passo avanti. (ASAPS)
Lunedì, 23 Febbraio 2004
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