FINALMENTE
IN DISTRIBUZIONE LE PRIME NUOVE DIVISE CON PROTEZIONE PER I MOTOCILISTI
DELLA POLIZIA STRADALE
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(ASAPS)
Giubbotto in Cordura, paraschiena e gomitiera, pantalone elasticizzato
con protezioni morbide sulle ginocchia. È questa la nuova dotazione
per i motociclisti della Polizia Stradale e delle Motovolanti, ora in
distribuzione presso alcuni magazzini "veca". Si tratta di un’iniziativa
tanto provvidenziale quanto attesa (e forse tardiva), visto il continuo
incremento dei sinistri che vedono coinvolti a vario titolo i centauri,
non solo "civili" ma anche appartenenti alle varie forze
di polizia, soprattutto tra quelle municipali e la stessa Stradale. In
Germania, e in altri paesi del nord europa, gli agenti sono equipaggiati
da tempo come si addice davvero ai motociclisti: tuta completa spezzata
in pelle, paraschiena duro in cuscinetti, stivali e guanti con protezioni,
saponette sulle ginocchia, paracolpi sulle clavicole e chiocciole sui
gomiti. In altre realtà come l’Italia, ma anche in Francia, Spagna,
Portogallo e Inghilterra, l’uniforme è invece spesso la stessa
dei servizi automontati, con la sola particolarità - ma solo in
Francia e penisola iberica oltre all’Italia - dei pantaloni zuava interno
stivale. Il risultato sarà senz’altro quello di una figura meno
goffa, più marziale e forse anche più decorosa, ma in caso
di caduta le conseguenze sono spesso gravissime, soprattutto se ad alta
velocità: un motociclista esperto evita infatti di uscire, anche
per una semplice passeggiata, in maniche di camicia o con un giubbotto
normale, ben conscio di quello che potrebbe accadere in caso di scivolata.
Il rischio per gli operatori di polizia in motocicletta è esponenziale,
essendo questo un servizio effettuato su motoveicoli soggetti a interventi
urgenti e quindi sottoposti a trasferimenti ad alte velocità. Immaginiamo
cosa potrebbe accadere se un motociclista della Polizia Stradale scivolasse
in maniche di camicia. Ora, con il tessuto antistrappo con cui sembra
essere stata cucita la nuova giacca, il corpo del centauro in divisa dovrebbe
essere al riparo da ecchimosi, abrasioni e ustioni causate dallo strusciare
del tessuto epidermico sui grani d’asfalto.
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La
vera novità è però l’inserimento all’interno del
capo di vestiario, parte superiore della nuova "combinata",
del paraschiena, delle gomitiere e del paracolpi per le clavicole, anche
se per questa parte anatomica sarebbe stata sufficiente una robusta protezione
semirigida. A livello pratico infatti, come ci suggerisce il dottor Marco
Guidarini, medico ortopedico del 118 e presidente dell’associazione Motociclisti
Incolumi, la frattura di clavicola, nel caso dei centauri, avviene nel
70/80% dei casi per urto indiretto, tra il terzo interno e terzo medio.
Nella maggior parte delle cadute in cui il motociclista riporta la frattura
di clavicola infatti, la rottura di questo osso avviene per urto indiretto
o per compressione, dovuta all’assorbimento di una grossa energia dal
palmo della mano, dal gomito o dalla spalla. Meglio sarebbe stato, insomma,
se al posto dei paracolpi sulle clavicole fossero stati forniti guanti
e stivali idonei ad assorbire forti urti, soprattutto sui malleoli, e
distribuire equamente sul tessuto l’energia cinetica derivata dall’impatto.
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Certe protezioni infatti, nell’era in cui si va diffondendo l’airbag per
le due ruote inserito nei capi d’abbigliamento specialistici, costituiscono
ormai un dispositivo di sicurezza passiva irrinunciabile. Interessante
e meritevole di attenzione il sistema di legacci a strappo che consente
di assicurare la combinazione sul cavallo del pantaloni, per impedire
alla giacca di risalire durante una strisciata a terra e lasciare
scoperta e vulnerabile la parte inferiore del tronco, addome e schiena:
questa soluzione si interfaccia con lo spicchio semirigido del pantalone,
che si allunga dal fondoschiena fino all’altezza delle vertebre lombari,
dove inizia la copertura del paraschiena, tenuto saldo alla vita da due
segmenti elastici sui fianchi. Il paraschiena, inserito nella giacca,
è un elemento importantissimo, al quale molti colleghi avevano
ovviato acquistando corpetti da indossare fuori ordinanza sotto la camicia:
tutti sono ben consci infatti della necessità di proteggere al
massimo la spina dorsale.
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Le lesioni mieliche - quando cioè il midollo fuoriesce dalla colonna
vertebrale - sono irreversibili. Altro difetto la mancanza di una protezione
rigida sulle ginocchia. È stato inserito, come una sorta di vecchia
salopette da sci, un rinforzo notevole, che dall’articolazione rotulea
fascia l’interno coscia fino al secondo terzo del femore. Avremmo preferito
una ginocchiera interna al pantalone, come nei capi in cordura assai diffusi
tra i mototuristi. Caldi d’inverno e meno pesanti d’estate grazie alla
possibilità di estrarne l’imbottitura, avrebbero consentito una
sicurezza maggiore. Alcuni colleghi hanno criticato la scelta della cordura,
chiedendo l’assegnazione di capi in pelle. Certamente, da un punto di
vista tecnico, la pelle fornisce maggiori garanzie in termini di resistenza
agli strappi e maggior protezione in caso di urto. Negli ultimi test,
tuttavia, anche il materiale sintetico ha mostrato pari livelli di resistenza
e affidabilità. Certo, non si è ai livelli della famosa
pelle di canguro, ma solo per l’impermeabilità anche noi avremmo
optato per cordura e goretex, a patto che il tessuto sia davvero composto
da tale materiale. Vedremo, ma intanto, con l’aria che tira sui capi
di vestiario, la nuova fornitura costituisce già un passo avanti.
(ASAPS)
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