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Nour Amdouni, arrestato il 20enne pirata della strada che ha investito e ucciso il piccolo Mohanad Moubarak: droga, 90 all’ora e gamba ingessata

Il giovane italo marocchino era alla guida senza aver mai conseguito la patente, inoltre aveva assunto cannabinoidi e aveva una gamba ingessata. La sua Smart viaggiava a oltre 90 chilometri all’ora a fronte di un limite di 50
La scena dell'incidente in via Bartolini e nel riquadro la vittima, Mohanad Moubarak,11 anni

È stato arrestato Nour Amdouni, il 20enne italo marocchino, che nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 agosto aveva investito e ucciso il piccolo Mohanad Moubarak,11 anni, tra via Bartolini e viale Monte Ceneri. La notizia arriva nello stesso giorno dei funerali del piccolo, celebrati giovedì pomeriggio al campo islamico del cimitero di Bruzzano. Il 20enne era alla guida senza aver mai conseguito la patente, ma aveva anche assunto cannabinoidi come hanno messo in luce gli esami sul suo sangue.

La sua Smart, inoltre, viaggiava a una velocità superiore ai 90 chilometri orari a fronte di un limite di 50. Da ultimo, Amdouni era alla guida con una gamba ingessata. Il 20enne era fuggito dopo aver investito l’11enne senza prestare soccorso e si era presentato alla polizia stradale 4 ore più tardi.

Secondo la procura, il fatto che Amdouni avesse la gamba sinistra ingessata costituiva «un oggettivo impedimento fisico alla guida». Il 20enne avrebbe investito la bicicletta di Mohanad «senza rallentare». È accusato di omicidio stradale aggravato dalla guida senza patente e dalla positività ai cannabinoidi (Thc) oltre che del reato di fuga del conducente a seguito di sinistro stradale.

Le indagini, subito dopo l’incidente, avevano permesso di individuare la Smart intestata a una ditta svizzera. Mentre i vigili del Radiomobile erano sulle tracce del guidatore, Ambouni s’è presentato alla Stradale di via Jacopino da Tradate — vicino a piazza Prealpi, dove risiede — «assumendosi la responsabilità del sinistro e giustificando la sua fuga come conseguenza della crisi di panico che l’aveva colto in relazione all’evento». Per il pm Rosario Ferracane che ha richiesto la misura cautelare, elementi a sostegno delle accuse sono «la gravissima condotta di guida assunta in occasione del sinistro stradale, l’essersi messo alla guida dell’autovettura senza aver mai conseguito la patente di guida, in stato di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti, l’aver condotto il mezzo a velocità elevata e pur in presenza di un ulteriore impedimento fisico legato al fatto di avere una gamba ingessata, nonché l’allarmante freddezza e la lucidità dimostrata in occasione del violentissimo impatto e dell’immediata fuga (senza prestare soccorso ed assistenza e senza neppure curarsi minimamente - soltanto per umana pietà - delle sorti del ragazzino poco prima investito».

A  giudizio della procura l’indagato ha «un’elevata pericolosità social e inequivoca incapacità di autocontrollo». Per il gip Fiammetta Modica, Nour Amdouni si è dimostrato «totalmente privo di umanità e pietà in occasione del sinistro» e «a fronte dell’inaudita gravità della condotta in esame, a nulla rileva la “scelta” dell’odierno indagato di contattare la polizia Stradale di Milano dopo oltre 3 ore e mezza dal sinistro; quest’ultima non può essere letta infatti quale concreto segnale di resipiscenza, ma è con tutta evidenza il frutto di un calcolo opportunistico e strategico ben preciso, finalizzato esclusivamente - venuta meno la flagranza del reato (essendo decorse molte ore dal fatto di reato) e la possibilità di essere tratto in arresto - ad evitare con la spontanea presentazione presso gli uffici della polizia di essere sottoposto ad un provvedimento di fermo (in ragione del venir meno del presupposto anche del pericolo di fuga)». Per questo «la misura della custodia cautelare in carcere — secondo il giudice — viene ritenuta proporzionata all’estrema gravità dei fatti oltre che l’unica concretamente idonea ed adeguata a soddisfare le relative esigenze cautelari; ogni altra misura cautelare, compresa quella degli arresti domiciliari, risulterebbe infatti inidonea a perseguire tali preminenti ed inderogabili finalità di tutela della collettività e di salvaguardia delle esigenze probatorie»

L’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, in occasione dei funerali di Mohanad ha inviato un messaggio di vicinanza alla famiglia e alla comunità: «Sia questa tragedia di monito a chi si mette alla guida di un veicolo, qualsiasi esso sia. La strada può essere pericolosa. Dobbiamo lavorare sempre di più per la sicurezza stradale, per controllare chi guida in strada e per prevenire. Intanto dobbiamo far sapere che chi si comporta così viene individuato e abbiamo un sistema che riesce a individuare e provare. Ma dobbiamo ancora fare molto in controlli e prevenzione. Questo il mio impegno, il nostro impegno».

da corriere.it


Ecco che gente si può incontrare sulla strada. Era anche senza patente! Durissime e da leggere le motivazioni del PM che  ha richiesto la misura cautelare. Speriamo che paghi il prezzo dovuto per fare giustizia per quel povero bambino e la sua famiglia. (ASAPS)

Venerdì, 19 Agosto 2022
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