SE
IL CITTADINO SUBISCE STRESS DA MULTE INGIUSTE, LO STATO LO DEVE RISARCIRE:
STORICA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
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(ASAPS)
ROMA - Secondo la corte di Cassazione lo stress da multa esiste eccome,
al punto che molti automobilisti, poco fiduciosi nell’esito del proprio
- ancorché giustificato - ricorso, preferirebbero pagare
pur di farla finita e non avere noie. Questo atteggiamento, che sfocia
in un vero e proprio stress, è stato documentato e fatto proprio
dalla suprema corte, che porge un appiglio agli utenti della strada ingiustamente
multati dalle forze dell’ordine che insistono a ribadire la fondatezza
della contravvenzione elevata: ora i cittadini vessati, tanto per usare
un termine in voga nelle aule giudiziarie, potranno ottenere dal giudice
di pace che accolga le tesi difensive e quindi demolisca con la sentenza
l’operato degli organi di polizia deputati ad accertamento e contestazione,
il risarcimento economico per il danno patito nel perfezionamento dell’iter
burocratico indispensabile al pronunciamento del giudice. Ma non basta:
la corte ha infatti precisato che il risarcimento dovrà avvenire
anche se ad annullare la multa sarà stato il Prefetto. La storica
sentenza arriva dalla terza sezione civile della Cassazione con la sentenza
2698, con cui ha confermato la legittimità della decisione presa
dal giudice di pace di Perugia il 26 aprile 2000, che aveva condannato
il comune del capoluogo umbro a risarcire di 100 euro un avvocato multato
il 25 settembre 1993 per essere entrato nella zona a traffico limitato
senza averne titolo: in realtà l’avvocato il titolo ce l’aveva
eccome, ma inutile fu il tentativo di convincere il vigile accertatore
dell’errore commesso, che fermo nella sua posizione consigliò
il legale a presentare ricorso. Detto fatto, ma alla richiesta di controdeduzioni
da parte della prefettura, il comando dei vigili urbani rispose insistendo
nella fondatezza della contestazione. Nonostante ciò il prefetto
annullò il verbale, archiviandolo. Un cittadino normale si sarebbe
fermato qui, ma un principe del foro come il multato optò
per una richiesta di risarcimento inoltrata al giudice di pace. Danni
dovuti per i danni patrimoniali e non causati dallo stress dovuto alla
illegittima multa che gli aveva provocato, sono le testuali parole, "ansia
e disagio". Il giudice di pace aderì alla richiesta e condannò
il comune a pagare 200 mila lire a titolo di risarcimento dei danni materiale
e morali, oltre a mezzo milione del vecchio conio per le spese processuali.
Grado dopo grado è toccato stavolta al comune ricorrere contro
una decisione che lo vedeva passare da vessatore a vessato, finché
l’ultima istanza è stata rigettata dalla Cassazione, che ha
condannato l’amministrazione municipale a pagare l’avvocato
e le spese processuali. (ASAPS)
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