Il
marketing della droga
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Immaginatevi una serata tra amici. Di solito la prima tappa prevede la cena, comunemente si va o in pizzeria o in un pub perché i prezzi sono più accessibili e poi, per concludere, tutti insieme, in discoteca. Per organizzare una serata così, per cercare di divertirsi, sono necessari una serie di strumenti come la macchina per gli spostamenti e la benzina per farla andare. E infine, come ciliegina sulla torta, in questi anni sembrano essere necessari anche l’abbondante uso di sostanze alcoliche e di droga. "Il pacchetto divertimento", che viene venduto dagli operatori dell’intrattenimento, comprende, oltre alla pizzeria, alla benzina, alle sigarette, anche queste sostanze psicoattive. Si potrebbe dire che il lecito si mescola all’illecito. Niente più motivazioni quali il disagio e la trasgressione per spiegare i comportamenti "anomali" degli under 30, ma più semplicemente una questione di marketing. Questa è l’innovativa teoria del responsabile del dipartimento delle dipendenze patologiche (Servizio Tossico/Alcoldipendenze) dell’ASL di Milano, prof. Riccardo Gatti. "Negli ultimi dieci anni il mercato della droga si è rivoluzionato perché è cambiato il sistema di vendita, lo stesso è accaduto per i mercati leciti". Il Prof. Gatti sostiene che fino a qualche anno fa, la diffusione della droga avveniva tramite piccoli spacciatori che conoscevano i clienti e che si posizionavano sempre nei soliti posti. Oggi, si punta al largo consumo, un numero maggiore di spacciatori, spesso legati alla malavita e consegne a domicilio. Ecco allora che le sostanze illegali si mescolano con quelle legali per diventare "il pacchetto del divertimento". Non ci si diverte solo il week-end e non si divertono solo i giovani. Questo per dire che ogni persona, di qualsiasi fascia di età, in ogni momento della settimana, può trovare l’occasione per usare tali sostanze. "Negli ultimi dieci anni - continua il prof. Gatti - è migliorata la qualità del prodotto ed è aumentata la varietà. Anche i prezzi sono diventati più accessibili". "Il consumo di droghe - sottolinea il responsabile dell’ASL Milanese - è un fenomeno che riguarda tutti, uomini e donne, ma che si nasconde dentro le case private, negli uffici, nelle scuole. Ci sono meno consumatori nei parchi e per questo sembra che la diffusione si sia arrestata, di conseguenza c’è meno disagio sociale, minor sensazione di insicurezza. Ma in base alle statistiche e in base al numero delle persone che si fanno curare nei centri specializzati, l’apparenza non corrisponde alla realtà"."Il pacchetto del divertimento" viene acquistato per lo più a scatola chiusa senza avere consapevolezza delle conseguenze che esso può provocare. Si abusa di alcol e si provano nuove droghe perché è di moda, perché per divertirsi bisogna assumere certe sostanze, ma non si ha la percezione dei danni collaterali che questo comportamento può provocare. "Il concetto di trasgressione esiste ancora, ma è più esibito che vissuto, è più importante apparire trasgressivo che esserlo". Il prof. Gatti evidenzia anche la pericolosità dei comportamenti alla moda perché il giovane non è consapevole di ciò che sta facendo. In passato, chi provava la nuova sostanza stupefacente lo faceva per provare lo sballo, il diverso e di questo ne era consapevole. Ora invece si provano le sostanze per omologazione.Per il prof. Gatti, la stessa inconsapevolezza porta il giovane a guidare sotto l’effetto di droghe o alcol e quindi non in condizioni ottimali, perché non si rende conto delle conseguenze e degli effetti che tali sostanze possono avere sul suo corpo e sulla concentrazione alla guida. La trasgressione influenza il comportamento di qualche giovane, ma solo una minima percentuale, per gli altri vale di più l’inconsapevolezza.I dati relativi ai consumi di droghe nella città di Milano sono allarmanti. In base a una recente indagine risulta che più di un terzo dei giovani milanesi, di circa 20 anni, abbia consumato droghe negli ultimi trenta giorni. La sostanza più consumata è la cannabis, mentre l’ecstasy risulta essere tra le meno gettonate.Un altro dato molto preoccupante è l’utilizzo diffuso di tranquillanti già in questa fascia di età. Per ciò che riguarda l’uso di sostanze alcoliche i giovani milanesi preferiscono la birra, come i coetanei del resto della penisola, e i superalcolici, in particolare i cocktail e cioè il miscuglio di due o tre tipi di bevande con alto grado di alcol. Il prof. Riccardo Gatti sottolinea come la diffusione delle sostanze stupefacenti e alcoliche nelle "stanze dei bottoni" possa provocare un rallentamento nella lotta al loro uso. Tra gli uomini d’affari e tra i politici possono nascondersi consumatori abituali o saltuari che cercheranno, anche inconsciamente, di impedire l’applicarsi di norme che eliminino la diffusione. La malavita, spesso inserita attivamente nello spaccio, cercherà in tutti i modi "legami di droga" col mondo che conta per facilitare lo smercio o quantomeno ridurre la lotta. |