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Articoli 19/05/2003

I giovani e la strada

Una ricerca tra gli studenti di Savignano sul Rubicone

I giovani e la strada
Una ricerca tra gli studenti di Savignano sul Rubicone


di Giancarlo Signorini*

Nel periodo gennaio-giugno 2002 ho condotto una ricerca tra gli studenti delle scuole di Savignano sul Rubicone e il presente articolo costituisce un piccolo estratto della relazione finale (il lettore benevolo vorrà sorvolare sulle approssimazioni e le inevitabili mancanze che una breve sintesi di un elaborato di oltre 60 pagine comporta). Il Comune di Savignano sul Rubicone mi aveva affidato l’incarico di svolgere una "Ricerca sulla percezione del rischio da parte delle giovani generazioni" nell’ambito del "Progetto sicurezza stradale" che lo stesso comune aveva in atto. Ho così svolto una indagine nella mente delle giovani generazioni per vedere come queste percepiscono il problema "sicurezza stradale". Questo credo sia il punto di partenza da cui muoversi e su cui poi impiantare dei percorsi formativi mirati che tengano sì conto dell’apprendimento delle norme e dei regolamenti ma che, a maggior ragione, tengano conto del tipo di sensibilità che i giovani possiedono nei confronti del problema medesimo. Io credo infatti che per attuare una campagna efficace di prevenzione sia indispensabile cercare di rispondere a domande del tipo: "Perché questi giovani corrono?, perché non si curano del pericolo?, che tipo di rapporto hanno con l’automobile, con il motorino?, come valutano le proprie capacità di guida?, come si "rappresentano" i rischi che corrono quando guidano?, come considerano le conseguenze del loro comportamento sulla strada?" e così via. Il presente lavoro è nato quindi dalla esigenza di indagare le idee, i pensieri, le concezioni, le emozioni, i timori, in una parola l’atteggiamento che i giovani hanno nei riguardi della sicurezza stradale.

Obiettivo della ricerca

L’obiettivo specifico della ricerca era quello di studiare l’atteggiamento nei confronti della sicurezza stradale che possiede la popolazione scolastica del Comune di Savignano sul Rubicone, a partire dalle scuole elementari fino alle superiori.
In modo particolare ho inteso sondare i seguenti elementi dell’atteggiamento:
• la dimensione cognitiva
• la dimensione emotivo-affettiva
• la attribuzione causale
• l’aspetto autovalutativo
Per quello che riguarda il primo punto, la dimensione cognitiva, andava appurato il tipo di conoscenze (dati) che i giovani possiedono nei riguardi del problema, con domande relative, ad esempio, al numero di vittime che ci sono ogni anno sulle strade o alla funzione di certi segnali.
La dimensione emotivo-affettiva riguarda il rapporto affettivo che lega i giovani all’automobile, alla velocità, ai pericoli che possono incontrare sulla strada o al piacere che possono provare trasgredendo le norme ecc.. La attribuzione causale esamina il "perché" accadono gli incidenti secondo il modo di vedere il problema da parte dei ragazzi; in una parola si cercano "la colpa e la responsabilità". L’aspetto autovalutativo indica se e quanto i ragazzi ritengono di essere in grado di girare per la strada, se e quanto si sentono piloti capaci e competenti.

Metodologia e campione

Per studiare questi aspetti ho predisposto un questionario che contenesse domande relative alle "dimensioni" che ho esposto più sopra, quindi domande che si riferissero agli aspetti cognitivi, emotivo-affettivi, autovalutativi e di attribuzione causale. Tali domande erano, salvo poche eccezioni, a risposta chiusa e prevedevano un numero di risposte variabile a seconda del tipo di domanda. Essendo la popolazione scolastica interessata molto diversa per età - si partiva dal II° ciclo delle elementari (8 anni) per arrivare all’ultimo anno delle superiori (19 anni) - ho predisposto tre versioni del questionario e cioè una per le scuole elementari, una per le medie, una per le superiori, in modo da poter avere uno strumento agile ed adeguato allo sviluppo intellettivo e psicologico di ciascun ragazzo. Il questionario era anonimo in modo che ciascun ragazzo si sentisse libero di esprimere la propria opinione senza alcun tipo di condizionamento. Il totale degli alunni interessati e quindi l’universo di riferimento era di 1377 ragazzi:
- 383 per le scuole medie;
- 414 per le scuole elementari;
- 580 per le scuole superiori;
Ho estratto un campione "casuale" da tale popolazione prendendo in considerazione il 30 % dei ragazzi.
In totale i questionari somministrati sono stati 390, così distinti:
- n. 126 per le scuole elementari;
- n. 108 per le scuole medie;
- n. 156 per le scuole superiori.

 

Scuole elementari, composizione del campione che ha risposto al questionario:

 

 

Scuole medie, composizione del campione che ha risposto al questionario:

 

 

Scuole superiori, composizione del campione che ha risposto al questionario:

 

 

Alcune risposte significative

Prima di vedere come sono apparse in sintesi le dimensioni dell’atteggiamento che ci interessavano vediamo alcune tabelle relative ad alcune domande che ritengo particolarmente significative.
• Domanda 6 (scuole superiori)
Secondo me la maggior parte degli incidenti stradali accade:
- per la segnaletica stradale scarsa o inadeguata oppure per le cattive condizioni della strada ...................(1)
- per la nebbia o la pioggia .............................(2)
- perché è destino che debbano accadere .....................(3)
- per la distrazione o l’incoscienza di qualcuno che non rispetta le regole .......................................(4)
- perché molte auto vecchie, anche se hanno superato il collaudo, non sono più affidabili .......................(5)
- a causa del traffico ............................(6)
- per gli insufficienti controlli da parte delle forze dell’ordine.............................(7)
- per la sfortuna ............................(8)

 

 

La maggior parte degli incidenti stradali accade ...per la distrazione o l’incoscienza di qualcuno che non rispetta le regole (82 %), ...perché è destino che debbano accadere (6 %), ...per la nebbia o la pioggia (4 %).

 

 

Analizzando le risposte vediamo che i ragazzi sembrano ben accorti nei riguardi delle cause degli incidenti che ci sono sulla strada, con la consapevolezza che la maggior parte degli incidenti stradali accade...per la distrazione o l’incoscienza di qualcuno che non rispetta le regole. E questo va contro ai luoghi comuni così spesso inflazionati dai media che attribuiscono le cause degli incidenti alla nebbia, alla pioggia, al destino...

 

• Domanda 5 (scuole superiori)
Una bella auto sportiva, secondo me, è
- un mezzo per provare emozioni forti .....................(1) - un qualcosa che permette di distinguersi agli occhi degli altri.....(2)
- un mezzo di locomozione che, se guidato con poca accortezza, può creare gravi danni alla incolumità delle persone............(3)
- un mezzo per spostarsi velocemente ..................(4)

 

 

 

 

Una bella auto sportiva è vista dal 33 % come un qualcosa che permette di distinguersi agli occhi degli altri, dal 29% come un mezzo per provare emozioni forti, dal 28 % come un mezzo che può essere pericoloso e dal 10 % come un mezzo per spostarsi velocemente.

Risultano qui interessanti le differenze di risposta tra maschi e femmine:
Distribuzione percentuale a seconda della variabile sesso delle risposte alla domanda (5)

 

 

• Domanda 10 (scuole superiori)
Associo la parola "velocità" a
- piacere....................................................(1)
- paura ..............................................................(2)
- divertimento ...................................................(3)
- pericolo .............................................................(4)

 

 

Ben il 50% dei rispondenti associa la parola "velocità" a "pericolo", mentre il 28% la associa a "divertimento" e il 17% a "piacere".
Passiamo ora a vedere le differenze tra maschi e femmine:

 

 

 

 

Distribuzione percentuale a seconda della variabile sesso delle risposte alla domanda (10)

 

 

Come appare evidente le differenze sono molto significative: il 21% dei maschi di fronte al 3% delle femmine associa la parola velocità a "piacere"; l’1% dei maschi rispetto al 14 % delle femmine associa alla parola velocità il termine "paura"; il 31% dei maschi di fronte al 16% delle femmine associa a velocità il termine "divertimento"; infine la associazione velocità - pericolo è scelta dal 45% dei maschi a fronte del 65% delle femmine. Non v’è dubbio: le ragazze appaiono più timorose, più attente, più accorte dei maschi circa i pericoli sulla strada e molto meno inclini ad indugiare al piacere della velocità. Ma questa "velocità" viene vissuta in maniera piuttosto contraddittoria perché se la maggior parte dei rispondenti ritiene che correre è pericoloso e che gli incidenti accadono perché non si rispetta il codice stradale, le risposte alla domanda (21) vanno in un’altra direzione:

• Domanda 21 (scuole superiori)
Se state percorrendo col vostro scooter una strada in cui vige il limite dei 50 e il vostro scooter non fa di più mentre tutti gli altri stanno marciando a 80 / 90 all’ora

- vi sentite inferiori agli altri .............................(1)
- vi sentite sfortunati .......................................(2)
- vi sentite più sicuri .......................................(3)

 

 

Chi non può permettersi di andare alla velocità degli altri, anche quando gli altri stanno superando abbondantemente i limiti consentiti, si sente inferiore agli altri (50 %), si sente più sicuro (35 %), si sente sfortunato (13 %).

Questa velocità è sì pericolosa ma chi non può andare veloce come gli altri - anche quando questi non rispettano i limiti - si sente inferiore agli altri!

 

 

Breve compendio dei risultati e considerazioni conclusive

Vediamo ora sinteticamente come sono apparse nelle risposte dei ragazzi le dimensioni che ci interessavano.

 

• Dimensione cognitiva
I ragazzi, dai più piccoli ai più grandi, conoscono abbastanza bene i pericoli che sono presenti sulla strada, ritengono di conoscere bene i segnali stradali e di avere genitori piuttosto attenti nella guida. Sanno che è possibile venire coinvolti in prima persona in un incidente stradale. La maggior parte dei ragazzi delle superiori sa che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani; non conosce, però, il vero numero di vittime che ogni anno ci sono sulle strade italiane e sottostima la forza di un impatto. Inoltre sa benissimo che correre per la strada aumenta il rischio di incidenti.

 

• Dimensione emotivo-affettiva
I ragazzi più piccoli mostrano un certo timore nei confronti dei mezzi che circolano sulla strada; timore che si riduce con l’aumentare dell’età per lasciare posto al piacere e all’ebbrezza che può dare la velocità. I ragazzi delle superiori, in modo preponderante i maschi, mostrano una certa ambivalenza per l’emozione che dà la velocità: piacere e divertimento da un lato e paura e pericolo dall’altro. La maggior parte di loro si mostra spaventata all’idea di trovarsi davanti ad un incidente stradale, come pure soffre di un sentimento di inferiorità se non può andare alla velocità degli altri, anche quando questa velocità è pericolosa.

 

• Attribuzione causale
La maggior parte dei ragazzi mostra una consapevolezza inaspettata nei confronti delle cause degli incidenti: è pressoché unanime l’attribuzione di causalità al guidatore che non rispetta il codice stradale mentre passano decisamente in secondo piano cause esterne al guidatore come condizioni della strada, stato dell’auto o condizioni atmosferiche.

 

• Aspetto autovalutativo
La stragrande maggioranza dei ragazzi intervistati si stima molto capace nella guida ed anche piuttosto consapevole che il proprio comportamento sulla strada può incidere marcatamente sul rischio di incidenti.
Che dire di questi risultati?
I risultati appaiono sorprendenti per un verso e piuttosto contraddittori per un altro: pare che i ragazzi sappiano bene dove sta il pericolo e quali rischi si corrano indugiando a comportamenti non rispettosi del codice stradale! Eppure le intemperanze di tanti giovani sono sotto gli occhi di tutti; allora dove sta il problema? Probabilmente la analisi della dimensione affettiva ci può dare indicazioni importanti: la velocità, a livello affettivo, esercita un fascino notevole sui ragazzi e, al contempo, il fatto di non poter andare veloci come gli altri fa provare un sentimento di inferiorità. E’ pensabile che sì, i giovani conoscano i pericoli derivanti da una guida spericolata ma che, tante volte non sappiano resistere al fascino, all’ebbrezza, al piacere che può dare la velocità, anche se a quest’ultima essi attribuiscono grosse responsabilità nel causare incidenti. Pare sia presente una sorta di dissociazione tra l’aspetto cognitivo e quello affettivo: i pericoli si conoscono bene e si sa come potervi far fronte (cioè rispettando il codice della strada) ma correre è troppo bello, la velocità esercita una attrattiva troppo forte, attrattiva a cui è difficile sottrarsi.

 

*Sociologo, è Cultore di Psicologia sociale presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Urbino

 



di Giancarlo Signorini

da "Il Centauro" n. 76
Lunedì, 19 Maggio 2003
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