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Notizie brevi 16/11/2022

Arezzo, dubbi del Garante della Privacy sui super occhiali della polizia municipale

L’inizio della sperimentazione atteso per il 1° dicembre, ma ora potrebbe esserci uno slittamento

Il vigile super-eroe che legge nelle targhe (e nelle patenti) grazie ai suoi speciali occhiali ai raggi infrarossi potrebbe essere un attacco alla riservatezza dei cittadini e ai diritti dei lavoratori. Almeno questo è il dubbio del Garante della Privacy che mette nel mirino la sperimentazione in fase di lancio ad Arezzo da parte della polizia municipale. Doveva partire il primo dicembre, ma a questo punto potrebbe anche esserci uno slittamento, il che significherebbe che chi non è in regola con l’assicurazione, chi viaggia su un’auto rubata o ha la patente scaduta (se ce l’ha) può continuare a dormire sonni tranquilli: per scoprirli (sgamarli, alla romana) per ora restano solo i sistemi tradizionali.
Galeotto nel caso specifico fu l’ampio spazio che nei giorni scorsi i giornali hanno dedicato ai super-occhiali, presentati giovedì nel corso di una conferenza stampa del comandante della polizia municipale aretina, Aldo Poponcini, e del vicesindaco Lucia Tanti: nelle intenzioni erano una tecnologia unica in Italia che in pochi attimi consentiva di rivelare eventuali infrazioni. Bene, all’Autorità della Privacy hanno letto e qualcuno ha alzato il sopracciglio: ma non è che così si violano spazio di riservatezza dei singoli e Statuto dei Lavoratori? Il timore è che le lenti agli infrarossi consentano di controllare i movimenti di chi lavora, prassi che appunto è stata messa al bando oltre mezzo secolo fa, nel 1969, quando fu varato lo Statuto, opera del ministro socialista Giacomo Brodolini. Allora si pensava ad eventuali verifiche che potessero essere fatte sui dipendenti nelle fabbriche e negli uffici, ma il Garante della Privacy va più in là ed estende i dubbi fino ai controlli in strada. Di qui la richiesta di chiarimenti inviata nella giornata di ieri al Comune di Arezzo, da cui dipende la polizia municipale, con tanto di messa in guardia da possibili usi impropri.

A dire il vero, il comandante Poponcini si era già cautelato contro eventuali rischi di violazione della privacy, tanto che proprio ieri mattina era partita una richiesta di autorizzazione indirizzata proprio al Garante. Ci atterremo, dice adesso lui, alle disposizioni che ci verranno dall’Autorità in materia. Conoscendo i tempi della burocrazia, è difficile pensare che una risposta esaustiva possa arrivare nelle due settimane che mancano all’inizio della sperimentazione, probabile dunque che si vada verso un ritardo, ammesso che dal Garante non arrivino obiezioni tali da inficiare la nuova tecnologia. La particolarità dei super-occhiali, brevettati dalla Lab Consulenze,è infatti quella di essere collegati alle principali banche date nazionali e di consentire dunque la verifica in tempo reale di eventuali infrazioni legate al veicolo o alla patente. Qualora venga rilevata un’irregolarità, una stampante collegata a occhiali e palmare al polso dell’agente permette di sfornare la multa in poche decine di secondi. In caso di incidente stradale, le lenti sono anche in grado di inviare immagini in diretta alla centrale della polizia municipale. Ma tutto questo lede, “anche indirettamente”, il diritto alla riservatezza? Intanto, il Comune di Arezzo dovrà fornire al Garante »copia dell’informativa che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia personale di chi indosserà i dispositivi, e la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda». Poi si vedrà.

da corrierefiorentino.corriere.it

Mercoledì, 16 Novembre 2022
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