I gestori degli impianti di rifornimento di carburante autostradali sono entrati in agitazione e tre sigle che li rappresentano – Faib, Fegica e Anisa – hanno proclamato il fermo degli impianti per 72 ore consecutive, dalle 22.00 di martedì 13 dicembre alle 22.00 di venerdì 16 dicembre 2022. Il documento che annuncia la protesta è intitolato “Autostrade: la concessione di un bene pubblico usata per lucro privato”. In concreto, i gestori protestano contro una bozza di Decreto Interministeriale che preserverebbe “un sistema ormai incancrenito che ha consentito, consente e, a queste condizioni, continuerà a consentire prima di tutto alle società concessionarie di godere di ingenti rendite di posizione, lucrate sul bene pubblico”.
Il testo spiega che “ogni cittadino di questo Paese ha conosciuto a proprie spese lo stato di assoluto degrado a cui sono state sottoposte le aree di servizio autostradali, sia in termini di prezzi dei carburanti e della ristorazione, del tutto abnormi e fuori mercato, sia in termini di standard qualitativi”. Ciò, aggiunge la nota “è l’effetto di una politica ormai ventennale che ha permesso prima di tutto alle società concessionarie di utilizzare senza alcun controllo concreto dell’Amministrazione - che pure ne avrebbe l’obbligo di legge- un bene in concessione come se fosse una ‘cosa privata’, da sfruttare unicamente a uso e consumo proprio e dei soggetti a cui è stato e viene tuttora consentito di lucrare”.
Sono quindi le piccole società di gestione, come ultimo anello di una filiera, a “scoperchiare una pentola ormai marcia che sembra essere funzionale a tutti - Governi, Autorità di Garanzia competenti, concessionari, marchi della ristorazione, compagnie petrolifere ed ora persino quelle elettriche - tranne che ai gestori e ai consumatori che, infatti, in meno di dieci anni, hanno tagliato dell’80% i loro acquisti in autostrada”.
Inoltre, in un recente convegno all’evento Oil&Nonoil, la Faib ha segnalato criticità e abusi nei contratti di affidamento gratuito degli impianti della rete carburanti, una situazione resa più complessa dalla transizione energetica. Ciò richiede un immediato intervento governativo e quindi l’associazione chiede un Tavolo al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica “per varare una riforma organica di settore e il riconoscimento della pari dignità dei gestori carburanti, a prescindere dalla bandiera sotto cui operano”.