Inquinamento
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Sarà
capitato anche a voi, o magari la domanda sarà partita dai perché
di vostro figlio, di chiedervi almeno una volta come mai ogni manifestazione
della natura, ultimamente riesca quasi sempre a stupirci. Constatando
con freddo raziocinio i passi da gigante della scienza, della tecnica,
della ricerca in campo medico, ci ritroviamo troppo spesso in situazioni
che raccolgono quel nucleo di incredibile impotenza e ci fanno trasecolare.
Immaginate la scena di un film. Un uomo (o una donna) rientra dal lavoro.
Vestito tassativamente in grigio firmato (così si vuole), scende
dall’auto anche lei tassativamente di un certo livello (alla faccia
della crisi) ed entra in casa. Inutile descrivere il costosissimo minimalismo
che pervade l’arredamento della stessa. Si siede sulla poltrona Frau
(almeno quella ha resistito) ed accende il DVD, o la televisione al Plasma
o lo stereo con le casse sottili come riviste patinate. Poi, improvvisamente,
fuori si scatena il finimondo. Tuoni, lampi e pioggia a catinelle o, se
preferite, una scossa tellurica impressionante. O forse è meglio
prevedere nella sceneggiatura una eruzione vulcanica? No, meglio una inondazione,
seguita dall’innalzamento del livello dei mari e contestuale inghiottimento
di parte delle coste. E la siccità dove la mettiamo? Questo è
quanto quotidianamente succede nel nostro pianeta. A pensarci bene raramente
leggiamo un giornale che non si soffermi su episodi come quelli sopra
descritti. Ormai sono all’ordine del giorno e, se vogliamo escludere
quelli prettamente di competenza della "irrequietezza" del nucleo
del nostro pianeta (terremoti ed eruzioni vulcaniche) cerchiamo almeno
di capire come e perché il nostro mondo non ha più le certezze
di una volta ed ogni stagione è quasi sempre simile a quella prima
o quella dopo.
L’EFFETTO
SERRA
Le
attività umane, incrementate sempre più nel rispetto di
una smisurata evoluzione, aumentano le concentrazioni di gas nell’atmosfera
che, di conseguenza, trattengono il calore solare riscaldando la superficie
terrestre. L’I.P.C.C. (Intergovernamental Panel On Climate Change)
ha previsto che nel prossimo secolo, a fronte di un tasso di sviluppo
delle attività umane neppure troppo elevato, la concentrazione
dei gas serra aumenterà tanto da provocare un innalzamento medio
della temperatura di 1,5-4° C. La
stessa è già aumentata, rispetto al secolo scorso, di 0,3-0,6°C.
Questa variazione del clima provocherà una reazione del pianeta
diversa fra area ed area che, a seconda, potrà riscaldarsi od intiepidirsi.
L’aumento della "febbre" della terra si è verificato
soprattutto tra il 1910 e il 1940 e dopo il 1970. Le
annate più calde si sono verificate proprio negli ultimi 15 anni. Dati
ottenuti con speciali carotaggi dei ghiacci polari dimostrano che l’incremento
termico degli ultimi 100 anni è stato il più veloce negli
ultimi 10.000 anni. Questo
innalzamento anormale della temperatura della crosta terrestre determina,
oltre a variazioni climatiche importanti, anche il graduale scioglimento
dei ghiacci perenni con conseguente innalzamento del livello dei mari
e una distribuzione dei confini geografici in continua, paurosa, evoluzione.
I
gas serra
Sono
i gas presenti nell’atmosfera. Rappresentano la causa principale
del riscaldamento della terra. Anidride carbonica, metano, protossido
di azoto, clorofuorocarburi e ozono. Tutti assieme in una mistura che
ormai è diventata insostenibile per gli effetti devastanti che,
magari non nell’immediatezza, riescono a provocare. La
concentrazione di CO2 (Anidride carbonica) è del 30% più
alta rispetto a 200 anni fa ed è responsabile per il 70% dell’effetto
serra. Si
forma come conseguenza della combustione del petrolio, della legna, del
gas, del carbone e, non ultimo, è direttamente proporzionale alla
deforestazione dei grandi polmoni della terra.
Consumi
energetici Abbiamo visto come l’Anidride carbonica sia presente in percentuali altissime nella nostra atmosfera e come sia una delle maggiori artefici del riscaldamento della terra. Abbiamo anche visto che la sua concentrazione dipende dai consumi di noi uomini, dalle nostre esigenze e dalle necessità che la nostra crescita, la nostra evoluzione chiedono.
E’
evidente che le energie rinnovabili hanno una percentuale troppo bassa
nel parco delle fonti energetiche utilizzate per i consumi dell’uomo. Anche
se gli incrementi di richiesta dei prossimi dieci anni fossero tutti soddisfatti
da questo tipo di energia (previsione fin troppo ottimistica), le emissioni
di CO2 rimarrebbero costanti, in quanto i combustibili fossili forniscono
attualmente oltre il 90% dell’energia nella maggior parte dei paesi
industrializzati, il 75% su scala mondiale.
La
deforestazione Le maggiori necessità dell’uomo, la sua crescita numerica, il bisogno di avere maggiori spazi coltivabili, l’utilizzo del legno come importante materia prima, hanno portato alla selvaggia sparizione di aree sterminate di foreste secolari, inghiottite dalle esigenze dell’umanità. Assieme agli alberi spariscono per sempre numerose specie vegetali che non trovano più l’habitat naturale ed idoneo per la vita. L’estinzione è una componente fin troppo naturale e conseguente l’evoluzione. Ma calcolato che in questo secolo i ritmi di estinzione sono aumentati fino a raggiungere quasi le 1000 specie l’anno, possiamo dire (anzi lo affermano gli scienziati) che stiamo vivendo un periodo di estinzione di massa. I paleontologi hanno identificato cinque episodi di estinzioni di massa. L’ultimo si è verificato 65 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, con la scomparsa dei dinosauri. Oggi l’estinzione riguarda le specie vegetali, ma possiamo immaginare come possa influire negativamente direttamente sulla vita degli animali (quindi di noi uomini). Il problema è vastissimo, di una importanza e di una urgenza eccezionali. Gli interessi che si muovono sono fin troppo manifesti e già le menti più preparate sono impegnate a cercare al più presto una soluzione. Un articolo non può certo cambiare le cose, è solo un granello di sabbia. Ma prima di fare la fine di un Brontosauro o di un Tirannosauro, vorremmo far conoscere il nostro pensiero e il nostro amore per la terra, perché ci sia ancora e sempre spazio per l’estate, l’inverno, la pioggia il sole, il verde e l’azzurro. L’importante è crederci sempre. |
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